Andrea Oliva di Il Resto del Carlino Rimini: Il racconto. Parla la donna che ha incontrato il fuggitivo a San Lorenzo in Monte: «ho persino avuto l’istinto di aiutarlo» / «L’ho visto chiedere informazioni a una coppia
che passava in bicicletta»
«Era un giovane come tanti,
poteva essere mio figlio
Ma non aveva accento romagnolo»
«Quando si è girato ho notato
che aveva dei segni sulla schiena
come avesse ricevuto dei colpi»
Gli spari. Due boati che hanno messo fine
alla vita di Leonardo Bernabini. Un
colpo in aria dopo aver sentito l’urlo lanciato
da un signore che ha visto la scena.
Poi la fuga tra i campi, tra i rovi lungo una
piccola stradina sterrata che porta in via
Carpi, a San Lorenzo Monte. Qui alcune
persone se lo sono trovati davanti. C’era
anche una signora a tu per tu col killer,
senza saperlo. «Stavo andando al cimitero,
quello di San Lorenzo in Monte (ad alcune
centinaia di metri dal luogo del delitto),
ero in compagnia, ma in quel momento
mi sono trovata sola. Quel ragazzo mi è
passato a pochi centimetri, camminava in
senso opposto al mio sul ciglio della strada.
Era a torso nudo e sembrava smarrito
». La signora è ancora scossa e chiede
l’anonimato. Mai avrebbe pensato di avere
incrociato un assassino, quasi sfiorandolo
sul ciglio della strada. E’ lei stessa a ricostruire
quegli istanti, rimasti impressi nella
memoria e negli occhi. «Stavo per chiederli
se voleva aiuto. Era un ragazzo come
tanti, ma ho notato subito che all’altezza
del ginocchio aveva una macchia di sangue
molto vistosa. Ho pensato che potesse
avere avuto un incidente e che non sapeva
cosa fare. D’altronde era confuso, continuava
a ripetere al telefono ‘non so dove
mi trovo’. Ascoltando quanto stava dicendo
al cellulare, stavo per aiutarlo dicendogli
dove si trovava, così che la persona
dall’altra parte del telefono lo potesse venire
a prendere». (…)