Andrea Rossini – Corriere Romagna: 10 maggio 1988. Due coppie massacrate senza una ragione: come per Iorio, via Poma e l’Olgiata si era sondata la possibilità di nuove indagini “scientifiche” / Strage di Coriano, 25 anni per un mistero /
L’Unità delitti insoluti della polizia getta la spugna: nessun elemento per riaprire il caso
RIMINI. La strage di Sant’Andrea in Besanigo, avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1988, è un mistero lungo venticinque anni ma purtroppo è destinato, con ogni probabilità, a rimanere tale. La consulenza tecnica preliminare degli agenti della squadra dei «Cold case» (casi freddi), delitti irrisolti da rianalizzare alla luce dei nuovi sistemi investigativi scientifici, ha infatti dato esito negativo.
Il crimine “riminese” era stato selezionato tra quelli meritevoli di particolare attenzione dagli specialisti dell’Unità delitti insoluti della Direzione centrale anticrimine della polizia, a partire dai dati conservati dalla scientifica.
Dopo la rilettura complessiva degli elementi raccolti all’epoca dei fatti e l’inventario dei pochi reperti conservati, negli investigatori è prevalso il pessimismo. Al contrario di quanto accaduto nei casi di via Poma, dell’Olgiata e del delitto di Max Iorio, non c’è la possibilità di sottoporre alcuna delle vecchie “prove” all’esame dei nuovi strumenti a disposizione delle indagini scientifiche.
L’ultimo a rassegnarsi è stato il capo della Squadra mobile di Rimini, vice questore aggiunto Nicola Vitale, ma l’assenza di appigli validi lo ha portato a sua volta a gettare la spugna. (…)
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