Rimini. Minacciava una donna in cambio della riservatezza per una presunta relazione extraconiugale, denunciato uno stalker del web

Rimini. Minacciava una donna in cambio della riservatezza per una presunta relazione extraconiugale, denunciato uno stalker del web

Minacce in cambio della riservatezza per una presunta relazione extraconiugale: l’indagine chiusa della Polizia Locale con la denuncia di uno stalker del web.

Si è chiusa, a fine anno, un’indagine condotta dagli uomini della Squadra Giudiziaria della Polizia Locale di Rimini, che “ha portato alla denuncia di una persona”, spiega in una nota il Comune di Rimini. Questa “aveva perseguitato una ragazza su un social media, chiedendole prestazioni sessuali in cambio della riservatezza per una presunta relazione che lui credeva fosse extraconiugale”.

Era “da circa un anno” che “la donna riceveva numerosi messaggi contenenti le sue foto personali, del suo compagno e di suo figlio, insieme ad altre immagini pornografiche, con la richiesta esplicita di avere prestazioni sessuali in cambio della non divulgazione di questo materiale del tutto personale”. Materiale che “lo stalker aveva salvato nel suo smartphone”.  Minacce e molestie via rete che “avevano provocato nella donna uno stato di ansia e di paura tale da decidersi, all’inizio del mese di dicembre scorso, a sporgere denuncia alla Polizia Locale”.

Da lì “sono partite le indagini che hanno consentito, in poche settimane, di rintracciare la persona e identificarla”. L’operazione “si è conclusa alcuni giorni prima di Natale, quando, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, gli uomini in borghese della Squadra di Polizia Giudiziaria si sono recati nell’abitazione del sospettato e hanno proceduto alla perquisizione locale e personale, da cui è emerso che nel telefonino l’uomo conservava ancora tutti i video e il materiale fotografico oggetto dell’indagine”.

La persona di origini straniere “è stata indagata a piede libero per il reato di ‘diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti’, come prevede l’articolo 612 del Codice penale”.

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