Stasera, lunedì 22 agosto, a MobyCult Dario Franceschini presenta “Daccapo” (Bompiani).
L’ex segretario e attuale capogruppo alla Camera del Pd, Franceschini è anche scrittore vero, che all’impegno politico unisce una vena narrativa visionaria e poetica per cui si è parlato di “realismo magico padano”.
E con “Daccapo” è alla sua terza prova letteraria, dopo “Nelle vene quell’acqua d’argento”, uscito nel 2006, tradotto da Gallimard in Francia e vincitore del Premier Roman di Chambery, e “La follia improvvisa di Ignazio Rando”, del 2007, mentre del 2009 è la raccolta dei suoi discorsi di quell’anno, “In 10 parole”.
Ambientato tra Mantova e Ferrara alla fine degli anni ’40, “Daccapo” ha al centro una famiglia borghese, quella del notaio Ippolito Dalla Libera.
Il padre, stimatissimo e autorevole notaio, ormai vedovo e apparentemente irreprensibile, il figlio Iacopo, devoto e succube, cui il padre immobilizzato in un letto ha lasciato la conduzione dello studio, la nuora, la glaciale Albina, e la fantesca Corinna. In una grande casa che traspira conformismo, abitudine, relazioni rigide e fredde.
In punto di morte il padre chiama il figlio al suo capezzale. E gli affida un incarico che gli stravolgerà la vita, consegnandogli un quaderno nero in cui sono annotati i nomi degli altri figli, cinquantadue, avuti dalle prostitute con cui negli anni ha condotto una segreta doppia vita, per un’equa divisione del patrimonio. Incomincia così la ricerca di Iacopo, in un misero quartiere di Ferrara abitato da ladri, prostitute e personaggi border line come il rigattiere che piange quando vende uno dei suoi oggetti, lo strano ufficiale d’anagrafe che serba i segreti delle vite altrui, Sante, cui l’incontro con Coppi e Bartali ha segnato la vita.
L’appuntamento è per questa sera presso la tensostruttura di Piazzale Boscovich a Rimini: l’ingresso è libero.