Corriere Romagna Rimini San Marino: Dalla ’ndrangheta ai Casalesi: le inchieste tra Rimini e Titano
Dalla ’ndrangheta, alla camorra, ai Casalesi. A cavallo tra Bologna, Rimini e San Marino, sono diverse – almeno quattro – le operazioni che, condotte dalle Procure antimafia italiane hanno lambito la Riviera nell’ultimo anno e svelato i legami finanziari dell’industria mafiosa col Titano. Lo scorso anno fu la volta di “Decollo
Money”, l’inchiesta che, condotta dalla Procura di Catanzaro con la collaborazione di Bologna, svelò un giro di riciclaggio di denaro del narcotraffico calabrese in una piccola banca del Titano, il Credito Sammarinese. Lì, aveva un paio di conti tale Vincenzo
Barbieri, narcotrafficante vicino alla cosca Mancuso e ucciso un anno fa a Vibo Valentia: tra gli arrestati anche l’ex presidente della banca, Lucio Amati ora ai domiciliari a Riccione. Fu poi la volta dei camorristi: due le operazioni che, tra di loro, si intrecciano svelando fatti di estorsioni e recupero crediti con metodi mafiosi ai danni di imprenditori della Riviera e di San Marino. Si tratta dell’operazione “Vulcano” (condotta dall’Antimafia di Bologna e che indagò sul clan dei Vallefuoco, attivi proprio sul Titano), e della conseguente “Staffa” (condotta da Napoli e che confermò indagini sui Vallefuoco e mandò in galera il notaio sammarinese Livio
Bacciocchi, arrestato per riciclaggio). Di diverso tenore l’operazione “Il principe e le schede ballerine”, firmata ancora una volta Napoli: scoprì un giro di finanziamenti illeciti e corruzioni politiche legate ai clan casalesi Schiavone e Bidognetti e che aveva diramazioni fino a Riccione (dove venne arrestato un noto imprenditore della notte, con affari a San Marino).
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