Nuovo Quotidiano di Rimini: Per la Procura non c’è reato e forse rivalità hanno prodotto l’esposto. Ma i dubbi sulla morte restano / Suicida in cella a 25 anni / “Indagate ancora una volta” / Lo chiede in un’opposizione all’archiviazione, l’agente in servizio quel giorno
RIMINI. A due giorni dall’arresto, in una cella d’isolamento, si toglie la vita. Era finita così, la storia di un ragazzo di 25 anni della provincia di Rimini, alla prima detenzione, senza precedenti e senza ancora un processo che lo condannasse, sia pure in primo grado. (…) Un caso che è diventato nel 2011 un esposto alla magistratura riminese e che il 13 marzo scorso si è trasformato in un’opposizione all’archiviazione. O meglio in una richiesta di apertura delle indagini che la magistratura riminese aveva chiuso perché “la notizia di reato appare infondata ”. A presentare la prima denuncia e ora l’opposizione all’archiviazione, un agente penitenziario riminese (ora trasferito) che la sera in cui il 25enne si era tolto la vita era in servizio ai Casetti. (…) Al netto delle accuse incrociate, resta la morte di un giovane sotto la responsabilità dello Stato sulla quale qualcuno dovrebbe chiarire i vari perché. Restano poi dubbi che a fare denuncia sia stato un agente penitenziario e non la famiglia del 25enne che pure ne avrebbe avuto diritto anche se tossicodipendente, come sostenuto dal medico dell’infermeria del carcere ma smentito da un sanitario incaricato. (…)
Ascolta il giornale radio di oggi