Roberto Ciavatta a proposito dei ‘Buoni padri di famiglia’

Roberto Ciavatta a proposito dei ‘Buoni padri di famiglia’

Condivido quanto scritto dall’associazione “Il buon padre di famiglia” nei giorni scorsi.
Da tempo credo che l’unica via d’uscita dal vicolo cieco in cui si è infilata la politica sia una “sommossa” della società civile, che deve organizzarsi e pretendere, smettere di tollerare ogni porcata, perché nessun politico penserà al bene comune finché la maggioranza rimarrà in silenzio in attesa di ricevere prebende che altrimenti si sarebbero chiamate diritti.
L’intera classe politica è squalificata: si limitano a gareggiare in panzane sulla stampa, ora ognuno è verginello, vuole il bene comune e non è mai riuscito a farlo per colpa di altri, fa politica da quarant’anni e dice di essere per il rinnovamento, ma non si chiede di cosa ha bisogno il paese, la gente che vive con 1500 euro al mese: questi politici rappresentano solo i loro pari, sono un’oligarchia.
È questo vuoto di rappresentanza che con alcuni amici ho provato negli ultimi anni a colmare, con iniziative sociali, autonome ed apartitiche, a tutela degli interessi della gente che lavora, ma proprio per ciò (è storia recente) avversate da tutti gli uomini di partito e i loro mandanti (solo SU non ha avversato i nostri referendum). Per questo speravo di dar vita ad un polo dove non avessero posto i rappresentanti di lusso dello scempio commesso nell’ultimo quarto di secolo: PS(S)d e PDCS.
Lunedì parteciperò volentieri alla riunione di questa associazione a Borgo, perché da tempo sostengo che sarebbe auspicabile la creazione di una federazione di associazioni che vogliono sensibilizzare la cittadinanza sui suoi diritti civili e democratici.
Credo che la critica dei soprusi perpetrati dalla classe politica dovrebbe essere accompagnata da un intervento in prima persona per influenzarla e sostituirla, perché chi ha governato in questo modo, domani non farà diversamente: il rinnovamento lo s’impone da fuori, non se lo daranno mai da soli e non si lasceranno sostituire se non da persone ben disposte a piegarsi agli interessi delle lobby di “famiglia”, perciò si dovrebbe cercare di insinuarsi nelle “camere del potere” e portarglielo via, perché la politica è cosa della polis, è nostra, loro ce l’hanno solo scippata!.
Entrare nelle camere del potere, anche a costo di tapparsi il naso e correre in queste elezioni, anche a costo di armarsi di forcone!
Mi sarebbe piaciuto parlare a quattr’occhi con gli ideatori di questa iniziativa, ma nessun comunicato è mai stato sottoscritto come faccio io e come penso sia sempre bene fare, anche per non dare l’impressione di non credere a sufficienza nella fermezza delle proprie idee.
A lunedì, dunque, e spero ci si possa rimboccare le maniche insieme a tutti coloro che non hanno più voglia di chinare il mento (o non lo hanno mai fatto, pagandone le conseguenze).
Ce n’è proprio bisogno… in bocca al lupo!

Roberto Ciavatta
Associazione Culturale Don Chisciotte

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