San Marino, 1 Aprile. Torna la protesta degli ‘indignati’

San Marino, 1 Aprile. Torna la protesta degli ‘indignati’

Il primo Aprile, in occasione della cerimonia d’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti, tornerà la manifestazione ‘invisibile’, quella degli ‘indignati’ sammarinesi che già il primo Ottobre scorso espressero la propria protesta (cartello ‘come  siamo ridotti’ e maschere bianche) attraverso una
‘partecipazione’ al corteo reggenziale  per l’ingresso dei nuovi
Capitani Reggenti: Gabriele
Gatti e Matteo Fiorini
al posto di Maria
Luisa Berti  e Filippo Tamagnini

Sull’evento creato sul noto social network Facebook, si legge:

E SIAMO ANCORA QUA…
Stanno
passando sei mesi dalla civilissima contestazione durante l’insediamento
dei Capitani Reggenti. Sei mesi nei quali chiedevamo un cambio di
rotta, un passo necessario per riconquistare la dignità della nostra
vita sociale. Lo chiedevamo prima di tutto alla politica che dovrebbe
essere lo strumento capace di intuire e poi rispondere ai problemi del
paese.
Sono passati sei mesi e tantissimi titoli di giornale sono passati davanti ai nostri occhi.
Purtroppo constatiamo con amarezza che nulla è cambiato rispetto a sei
mesi fa. Non è cambiato il modo di porsi della politica nei confronti
dei cittadini, non sono cambiati i volti di chi dirige questo paese; non
è cambiata la continua, assoluta mancanza di risposte che la classe
politica, sorda e autoreferenziale, di questo paese deve alla società
civile.
Non sono cambiati, se non nella forma, gli avvenimenti che
hanno ancora una volta scosso nelle fondamenta la nostra antica
Repubblica.
Così, ci troviamo a vedere “diplomatici” che pongono il
segreto di stato
di chissà quali paesi, per evitare che la magistratura
possa fare il proprio mestiere, senza che vengano presi provvedimenti.
L’opinione pubblica sammarinese ha la memoria corta, si è dimenticata
di chiedere che fine ha fatto lo slancio morale di una manciata di
consiglieri nel far uscire allo scoperto gli “inguaiati” con le peggio
organizzazioni malavitose della penisola, della promessa di trasparenza
tra affari e politica.
Il tutto senza tralasciare le inchieste,
portate avanti dalle più svariate procure italiane, che si susseguono
senza sosta, gettando ombre sempre più cupe e pesanti sul futuro di
questa terra.
Osserviamo timorosi come decine di imprese chiudano
ogni mese
, lasciando centinaia di persone senza lavoro e con la paura
per il proprio futuro.
Che dire poi della volontà di smantellare lo
stato sociale, con il tentativo di “regalare” a privati servizi
essenziali, che pubblici sono e tali devono rimanere?
Cosa pensare
dei rapporti del FMI e della DNA, che qualcuno, pur di sminuirli agli
occhi della cittadinanza, si è frettolosamente prodigato di bollare come
inesatti, se non addirittura falsi?
Tutto questo accade senza che
la classe politica e dirigente attualmente in carica, riesca a fare
progetti economici e sociali a medio/lungo termine.
Anzi, una cosa
riescono a farla benissimo: ovvero quella di ripianare con soldi
pubblici, debiti privati contratti da imprenditori privati, come il caso
di alcune banche negli ultimi anni. Tutto ciò ovviamente, senza che si
prendano provvedimenti contro chi quei buchi li ha creati e che alla
collettività fa poi scontare. E intanto, come ciliegina sulla torta, c’è
ancora una firma che, nonostante oramai venga annunciata quasi ogni
giorno, tarda ad arrivare, con tutte le difficoltà che ciò comporta per
le nostre aziende e attività.
Ecco, noi oggi siamo qua per dire
basta, per dire a questa classe politica che non siamo più disposti ad
accettare passivamente ed in silenzio, decisioni che pochi prendono a
discapito dei molti.
Fortunamente per San Marino non tutti dimenticano così facilmente.
E siamo ancora qua, mille titoli di giornale dopo a contare in questa piazza, in attesa di un altro corteo reggenziale.
Sei mesi dopo, un giorno dopo, non conta più niente.
E’ ORA!”

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