Rassegna Stampa – Alla base ci sarebbe la mancanza di determinazione nel cambiare passo a fronte di una volontà più mirata a soddisfare equilibri che all’efficienza e all’operatività
ANTONIO FABBRI. Un terremoto scuote l’Esecutivo. Si è dimessa dal ruolo di Direttore di Dipartimento Affari istituzionali e Giustizia, l’avvocato Marialaura Marinozzi. Nominata con delibera del 4 settembre scorso, ha rassegnato le proprie dimissioni con lettera ai Segretari agli Interni Andrea Belluzzi e alla Giustizia Stefano Canti, esattamente il 4 dicembre, dunque ad appena tre mesi dalla nomina.
Un tempo che, evidentemente, è stato sufficiente al Direttore di dipartimento per comprendere che qualcosa non quadrava, quanto meno nelle reciproche aspettative. Una lettera di dimissioni nella quale l’avvocato Marinozzi spiegherebbe una difficoltà a conciliare linee di operatività delle Segreterie di Stato con quelle concordate al momento dell’incarico proposto dal Psd, il partito che le ha chiesto la disponibilità a ricoprire il ruolo di Direttore di dipartimento, e del Segretario di Stato agli Interni. Non avrebbe riscontrato, l’avvocato Marinozzi, una reale volontà di cambiare passo, come invece era stato prospettato all’atto della nomina.
Cambiamenti mirati all’efficienza, ma impediti da una serie di ragioni legate ad equilibri, richieste pressanti e anche dell’ultimo minuto, che hanno fatto riscontrare alla dimissionaria Direttrice di dipartimento la mancanza di quella sbandierata volontà di cambiare. Insomma, par di capire, un quadro più mirato al mantenimento dello status quo e degli equilibri politici fatti anche di reciproci pesi e contrappesi o, in certi casi, addirittura di dispetti, tra i vari attori in maggioranza o addirittura in seno al medesimo partito. Un quadro che non consentirebbe, dunque, un reale cambio di passo e una reale virata verso logiche di efficienza con il superamento, per contro, delle logiche di spartizione.
Sta di fatto che l’avvocato Marinozzi si è dimessa dalla Direzione di un dipartimento fondamentale e di primo piano, e non sarà di certo semplice, ora, trovare un’altra personalità professionalmente preparata per ricoprire quel ruolo. Una situazione che genera qualche difficoltà anche al Segretario agli Interni Andrea Belluzzi, la cui posizione non è immune da perplessità, persino all’interno del suo stesso partito.
Nel lasciare l’incarico, la ormai ex Direttrice di dipartimento, nella sua lettera avrebbe anche elencato tutte le priorità che aveva in animo di portare avanti e che vanno dalla necessità di una visione di prospettiva per superare gli indecorosi inciampi cui si è assistito in maggioranza anche in questo periodo, alla necessità di riforme istituzionali, alla riforma elettorale fino a quella delle residenze e del diritto di famiglia, in ottica di Accordo di associazione all’Ue da approcciare con serietà. L’avvocato Marinozzi tornerà dunque a ricoprire il proprio ruolo di Dirigente dello Stato civile. Questo mentre alla Segreteria agli Interni e più in generale alla maggioranza – alle prese ancora con tutta un’altra una serie di nomine nelle quali non si è dimostrata troppo fortunata anche per la propria sprovvedutezza – resta una grossa bega da risolvere, con un governo che dal suo insediamento, avvenuto nel luglio scorso, ha ancora delle grosse falle nell’organigramma della macchina pubblica.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo