Giuseppe Maria Morganti di La Tribuna Sammarinese: Il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, definisce San Marino un paradiso fiscale nel cortile di casa / San Marino un Paese ad alto rischio di riciclaggio: secondo la Dna mancano i presupposti per la white list / Anche Bankitalia mantiene il giudizio negativo: su una serie di questioni fondamentali San Marino non è andato al di là delle ampie dichiarazioni di disponibilità, di volta in volta smentite dalla realtà
“Chissà per quale strano meccanismo del nostro immaginario continuiamo a pensare alla città di San Pietro e alla splendida rocca sul monte Titano, come a due località da cartolina, due posti ‘pacifici’ pieni di turisti e lontani dallo stress cittadino”.
Cosi Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia e Enrico Bellavia, giornalista de La Repubblica, aprono uno dei capitoli del proprio libro intitolato “Soldi sporchi: come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mondiale”. Capitoli pesanti che ripercorrono, attraversando una ferita che brucia, le vicende più scottanti in cui è stata coinvolta la Repubblica di San Marino. Dall’operazione Money transfer che vedeva una società finanziaria coinvolta nell’enorme giro di denaro nero messo in atto dalle organizzazioni dei cinesi in Italia capaci di trasferire con bonifici di piccole somme, mai superiori ai 2000 euro, oltre un miliardo di euro, alla vicenda che lambisce la Repubblica e che vede protagonista Massimo Ciancimino che sul monte aveva una propria società, passando dai trasferimenti milionari di denaro fatti dalla casalinga Daniela Staiano che aveva aperto ben tre conti nelle banche locali dove trasferiva il denaro del marito, Damaso Grassi, terminale di una gigantesca organizzazione che trafficava cocaina sudamericana.
Circa a metà del libro, Grasso e Bellavia assestano il colpo più duro parlando appunto di San Marino e del Vaticano, definiti “due paradisi fiscali nel cortile di casa che pur con molte differenze ‘hanno’ (scrivono gli autori e non ‘avevano’) caratteristiche utili a chi è interessato a muovere ingenti capitali senza spostarsi troppo dall’Italia”. Specificamente per San Marino gli autori parlano di ‘emergenza’ vissuta dal piccolo Stato bersagliato da inchieste che “hanno svelato l’esistenza di una cospicua fetta di capitali sporchi appostati lì grazie alla complicità di bancari e faccendieri”. Buona, anzi ottima, la considerazione per il magistrato Rita Vannucci che assieme a Paolo Giovagnoli viene citata come fonte di dati significativi che indicano l’avvio di una svolta del sistema.
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