San Marino ai sammarinesi

San Marino ai sammarinesi

I dati macroeconomici del comparto produttivo, industriale, bancario sammarinese, sono positivi. Fatta eccezione per il settore alberghiero, da cui emergono alcune sofferenze, che probabilmente sono il sintomo di una malattia ben più importante, il quadro analitico 2007 offerto dalla Camera di Commercio in un interessante convegno odierno, offre complessivamente un’immagine confortante. Ma si tratta del 2007, appunto, ovvero di un periodo ancora lontano dagli scossoni avvenuti, proprio su San Marino, dalla lunga sequela di scandali bancari e finanziari degli ultimi mesi, dal processo mediatico contro il sistema San Marino che ne è stata l’immediata conseguenza; dalle difficoltà in materia di esterovestizione e doppia imposizione fiscale; dalle mancate scelte di politica economica dovute alla crescente instabilità.
Nel frattempo, sulla scena internazionale, si è scatenata “la tempesta perfetta” innescata dalla crisi americana dei subprime. Ormai non ci sono più remore a parlare di recessione e lo spauracchio del ’29 aleggia su tutti i mercati. A farne le spese, come sempre, sono prima di tutto i cittadini, i piccoli risparmiatori, i lavoratori.
Potremo ancora sperare in una San Marino isola felice, al riparo dai venti di crisi? Dove tutti stanno bene, dove c’è lavoro per tutti, si pagano poche tasse e tutti stanno bene? Francamente non è possibile dirlo. Anzi, è quasi da incoscienti.
I problemi ci sono, e cominciano ad essere piuttosto evidenti, anche se le fibrillazioni elettorali tendono a trasformare tutto in facile demagogia. Ci saranno anche il giorno dopo le elezioni, perché non è questo il momento in cui possono essere risolti. Per cui è meglio cominciare a guardare al domani, non fidandosi troppo di coloro che hanno la promessa facile. Ne abbiamo sentiti tanti, sicuramente troppi di giuramenti, promesse e assicurazioni, da non fidarci quasi più di nessuno.
E proprio qui si gioca il ruolo dei piccoli partiti, come il nostro, che sono sempre rimasti coerenti e affidabili su tutte le dichiarazioni fatte. Che non hanno avuto remore a combattere strenuamente per la legalità e il diritto, per il rispetto dello Stato e delle sue istituzioni, per difendere il nostro Paese dagli attacchi di ogni genere. Che sono sempre stati vicino alla gente e che si sono fatti portavoce di tutte quelle istanze inascoltate dalla politica di Palazzo.
Un ruolo importante e delicato, che i piccoli partiti possono, anzi dovranno avere, anche nel futuro governo, come sentinelle di tutti quei valori che, talvolta, vengono dimenticati da chi si trova nella stanza dei bottoni.
San Marino ai sammarinesi, è il nostro slogan elettorale. Ma dietro alla semplicità della frase c’è tutto un patrimonio di idee, sentimenti e progetti, che vogliono riportare il primato della nostra storia, della nostra cultura e della nostra umanità nelle priorità della politica. Questo vale per tutti i problemi: dalle residenze alla sicurezza, dalla famiglia alla sanità, dall’economia al territorio. San Marino ai sammarinesi non vuole dire chiudere le porte al mondo e alzare la trincea ai confini. Tutt’altro. Vuol dire affermare con forza la nostra autodeterminazione, con la nostra identità e le nostre prerogative in un complesso di regole accettate e riconosciute dagli altri Stati. Perché non vogliamo essere succubi di nessuno, né essere additati come le pecore nere della comunità internazionale. Ma vogliamo essere fieri ed orgogliosi di essere sammarinesi, come lo siamo sempre stati nei 17 secoli della nostra storia.

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