San Marino. Al processo per estorsione spunta la cocaina

San Marino. Al processo per estorsione spunta la cocaina

Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese: I veicoli erano stati ‘prelevati’ nell’estate del 2009 da un autosalone di Serravalle / “Dacci indietro i nostri soldi”, lui gli consegna due Bmw: per il giudice non è estorsione

L’accusa di estorsione
che ha portato di fronte
al giudice i fratelli A.
M. e G. M. svanisce sotto
un velo di cocaina. E’
proprio la ‘bamba’, infatti,
a cambiare faccia al
processo dopo l’udienza
del giugno scorso. Quando
si era delineato uno
scenario ben diverso da
quello emerso in aula
martedì.
La versione iniziale, in
realtà, non aveva convinto
più di tanto il giudice.
Che, per capirci di
più, aveva disposto il rinvio
in modo da acquisire
con una rogatoria i fascicoli
del tribunale di Rimini,
che ha già archiviato
il caso.

Il Range Rover Secondo
la versione di partenza
i fratelli M., di Ravenna,
nell’estate di due anni
fa costringono la presunta
vittima, il riminese
M.P., a firmare una dichiarazione
nella quale
ammette di aver ricevuto
i circa 50mila euro che
i due hanno da poco versato
a suo padre, P. P., come
acconto per l’acquisto
(sulla parola, quindi
senza un contratto scritto)
di una Range Rover.
L’auto, secondo i fratelli,
non è mai arrivata. E così
i due, dietro consiglio
del padre, vanno a battere
cassa dal figlio. Precisamente
nella concessionaria
della sua compagna,
a Serravalle. Dalla
quale se ne vanno con
l’ammissione di debito in
tasca e due Bmw come
pegno.

La cocaina Da quanto
emerso martedì, però,
le cose starebbero in
un altro modo: “Mio figlio
commercia in auto,
io traffico in cocaina”, ha
detto il padre della presunta
vittima.

 

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