San Marino. Alessio Muccioli (FUPI-CSDL): ‘Dirigente unico della Scuola d’infanzia e Servizi socio-educativi; il “bando di selezione” è poco trasparente’

San Marino. Alessio Muccioli (FUPI-CSDL): ‘Dirigente unico della Scuola d’infanzia e Servizi socio-educativi; il “bando di selezione” è poco trasparente’

Vi sono ampi margini di discrezionalità nella valutazione dei candidati. Chiediamo che venga invece emesso un concorso vero e proprio, che fornisce ben altre garanzie di trasparenza e pari opportunità

di Alessio Muccioli – Segretario FUPI-CSdL

 9 luglio 2014 – Il processo di riforma della Pubblica Amministrazione va avanti. La scelta di prevedere una riduzione dei posti dirigenziali, dove fattibile, può anche essere condivisibile; tutto ciò deve prevedere però procedure di selezione le più trasparenti e garantiste possibili.

A suo tempo, nel periodo in cui trattavamo le leggi di riforma della PA, nel confronto col Governo sollevammo numerose critiche rispetto all’apparato normativo che si proponeva di regolamentare i concorsi e le altre forme di selezione, poiché ci pareva che tale normativa avesse molte zone d’ombra. Intatti, fin da allora abbiamo intravisto il pericolo che ciò che avrebbe dovuto qualificarsi come strumento di selezione a tutela degli interessi dell’amministrazione pubblica e di chi partecipa ai concorsi pubblici, potesse diventare un qualcosa di diverso, di poco chiaro.

Detto fatto: proprio con l’emissione del “bando di selezione” per il ruolo di dirigente unico della scuola d’infanzia e dei sevizi socio-educativi, si può notare come vi siano ampi ambiti di discrezionalità nella valutazione dei candidati. Chiariamo subito una cosa: un bando di selezione (nella nostra normativa) non è per forza un concorso vero e proprio, cioè predisposto con prove scritte, orali, ed eventualmente pratiche. Nel caso in questione è una modalità molto più veloce e meno approfondita di scelta del dirigente.

Infatti la persona in questione viene selezionata tramite un colloquio ed una valutazione dei titoli in suo possesso; il colloquio dà diritto a 50 punti su 100. Inutile dire che avremmo preferito l’emissione di un concorso che prevedesse delle prove  vere e proprie (magari anche scritte); un “colloquio” non dà le stesse garanzie di un concorso rispetto alla preparazione e professionalità dei candidati. In questo caso i commissari nominati per la valutazione dei concorrenti avranno sicuramente una grossa responsabilità nel condurre questi colloqui, tesi a verificare competenze professionali, conoscenze generali, capacità specifiche e, addirittura la motivazione.

Aggiungo poi che il colloquio dovrà valutare anche le conoscenze informatiche;  probabilmente ci si fiderà delle dichiarazioni verbali dei singoli concorrenti. Insomma tutto la questione pare poco chiara. Che il nuovo dirigente abbia già un nome? Sicuramente non voglio spingermi ad affermare una cosa simile, in quanto siano conviti della buona fede di chi ha il compito di emettere il bando. Tuttavia, poiché crediamo  sia preferibile scegliere altre forme (seppur non perfette), chiediamo che al posto del bando di selezione venga emesso come un concorso pubblico, più idoneo a garantire la trasparenza richiesta e a meglio accertare la professionalità e competenza dei candidati.

 In merito a tutta la questione ci sono anche altre osservazioni, che, per ragioni di spazio, rimandiamo ai nostri profili facebook: Segreteria FUPI  e il gruppo P.A. per il Paese.

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