San Marino. Alleanza Riformista: “Banca CIS, Asset e il Governo del Paese”

San Marino. Alleanza Riformista: “Banca CIS, Asset e il Governo del Paese”

“Dov’era la politica impegnata in quel tempo nel Governo del Paese?”

E’ la domanda sollevata da Alleanza Riformista in merito alla situazione venutasi a creare, dal 2016 in poi, a livello finanziario e politico all’interno della Repubblica di San Marino.

“Era il 2016 e c’era un immobiliarista, un Direttore di Banca, un faccendiere internazionale, un Presidente di Banca Centrale che non parlava l’italiano, un Direttore di Banca Centrale con la stella da sceriffo ed un Commissario della Legge.

Sembra l’incipit di una barzelletta ma così proprio non è.

Scorrendo l’ordinanza in cui si descrive, da parte dell’autorità giudiziaria, l’azione della presunta associazione a delinquere che – secondo l’accusa – favorì banca Cis, sottraendola ai controlli della vigilanza, e “penalizzò” Asset ritroviamo proprio i protagonisti del nostro incipit.

I nomi ed i cognomi sono poi sempre gli stessi della bella stagione che a partire dal 2016 ha fatto definitivamente il bello ed il cattivo tempo nella Repubblica di San Marino.

Chi, stando alla lettura delle carte, definiva le linee di intervento avvalendosi di una posizione di rilievo nel mondo economico professionale ed istituzionale sammarinese, favoriva la banca ed il proprio interesse patrimoniale di azionista.

Chi in funzione del suo interesse per l’operatività della banca di cui era direttore faceva leva sull’influenza che Francesco Confuorti esercitava sugli altri “sodali”, esponenti BCSM e commissari liquidatori di Asset Banca, ai quali dava input direttivi e pretendeva condivisione sistematica di informazioni.

Chi, in forza del ruolo di Commissario della Legge, assicurava protezione al presunto sodalizio criminoso.

Di fronte a questo quadro sorge spontanea una domanda: dove era al tempo la politica impegnata nel Governo del Paese? Viveva in un’altra dimensione oppure aveva scelto più o meno consapevolmente di adottare un atteggiamento all’insegna del classico “laissez – faire”?

La scorsa legislatura, chiusasi rocambolescamente anche in virtù di promesse di matrimonio poi tradite sull’altare di cui ancora oggi si sentono gli echi, ha comunque avuto il merito di far nascere – anche tra le fila dell’opposizione – posizioni personali di netta chiusura e censura rispetto a questo pezzo di storia peraltro anche in questi giorni ribadite pubblicamente.

È giusto e corretto rilevarlo alla luce di quanto emerso, in questi anni, dal punto di vista politico e giudiziario”.

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