San Marino. ‘Amici di Padre Marcellino’: dopo due giorni di silenzio per assenza di collegamenti

San Marino. ‘Amici di Padre Marcellino’: dopo due giorni di silenzio per assenza di collegamenti

Riprendiamo la pubblicazione del diario degli  ‘Amici di
Padre Marcellino’, dopo due giorni di silenzio per assenza di collegamenti.

Missione di Padre Marcellino, Congo: Gabriele Casali, Leonardo Mazza, John Bianchi, Simona Ceci, Chiara Santini, Carla Cervellini ed Elena Masi, i 7 volontari  dell’Associazione ‘Amici di Padre Marcellino’.

Da San Marino a Lubumbashi con amore per la messa in opera di 200 pannelli solari, aggiornamento.

Quinto giorno. Dopo due giorni di silenzio per assenza di collegamenti

Martedì 11 agosto 2015

La nostra giornata comincia con un appuntamento canoro: la corale “buosson ardent” della missione vuole conoscere noi e le nostre canzoni. Armati di chitarra, pianola, nacchere e cembalo abbiamo cercato di fare del nostro meglio per insegnare qualche canto ai nostri amici congolesi e per parcondicio ci siamo sforzati di imparare qualche loro canzone in swahili. Il risultato è stato più che positivo.
I nostri instancabili lavoratori, levatisi all’alba, hanno proseguito il duro lavoro montando i pannelli anche sul secondo tetto. Anche il direttore generale dei carmelitani in Congo ha speso molte ore nell’aiutate la squadra operativa! Nessuno si risparmia, il lavoro è complesso e necessità di competenza e concentrazione soprattutto quando le temperature cominciano ad arrivare ai 30/35 gradi e sui tetti in lamiera la situazione diventa insopportabile. L’orario è continuo dalle 6 del mattino alle 15, talvolta le 16 dopodiché si può pranzare e godersi una piccola pausa.

Verso le 17 accompagniamo in passeggiata frate Andrea per delle commissioni, tutto tranquillo fin quando decidiamo di percorrere le stradine interne dei villaggi per evitare la grande polvere e traffico della strada. Dalle minuscole capanne di fango fanno capolino decine di occhietti incuriositi che velocemente diventano 50 forse 60 e presto inondano la strada chiamando amici e parenti a vedere i “muzungu” che passano. Siamo decisamente circondate ed assalite, tra polvere, risate e strattoni stentiamo a seguire la nostra guida che ci riporta verso la Missione. Il contatto è stato forte, cominciamo a capire che l’Africa non è per le mezze misure d’affetto e il loro sorriso è talmente coinvolgente che una volta rientrati nella propria camera, il silenzio diviene fastidioso.

 

Leggi anche Diario del sesto giorno, mercoledì 12 agosto 2015

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