San Marino. Andrea Zafferani: “Pronto a raccogliere l’appello di Giovanni Giardi”

San Marino. Andrea Zafferani: “Pronto a raccogliere l’appello di Giovanni Giardi”

Riceviamo e pubblichiamo

CONDIVISIBILE L’APPELLO DI GIOVANNI GIARDI

Ho letto con attenzione, nelle scorse settimane, l’appello pubblicato da Giovanni Giardi “alla ricerca di politici di buona volontà”, per dare vita ad una “costituente delle idee” e per decidere “cosa vogliamo fare di questo Paese”: sono finalità assolutamente condivisibili.

Se, spesso, l’azione spregiudicata della maggioranza in alcuni ambiti (es: la giustizia) o quella assente in altri (es: l’economia) ci ha fatto inevitabilmente concentrare molto sull’attualità, non possiamo perdere di vista la riflessione e discussione politica sui temi decisivi per il nostro futuro.

In questo periodo in cui il Covid ha bussato anche a casa mia, ho avuto la possibilità (e il tempo) di mettere giù alcuni pensieri. Cercherò quindi di dare il mio piccolo contributo a quanto chiesto da Giovanni, concentrandomi sulla sostenibilità finanziaria dello Stato ed in particolare sullo sviluppo economico, tema di cui mi sono occupato direttamente negli ultimi anni.

 

DEBITO SIGNIFICATIVO, BISOGNA PIANIFICARE ATTENTAMENTE IL RIMBORSO

Come noto, il Governo sta provando ad indebitare il Paese per una cifra molto significativa, che ci richiederà ogni anno di pagare interessi molto rilevanti: se non pianificheremo bene come rimborsare tutto questo, il debito risulterà non ripagabile e ci condurrà al default (e quindi all’impossibilità di erogare stipendi e pensioni per mancanza di denaro, oltre a generare un crollo economico facilmente pronosticabile).

Da adesso in avanti San Marino dovrà dunque azzerare il suo deficit annuale. Il nostro è di 35-40 milioni strutturali, ma nel 2020 è già cresciuto verso la clamorosa cifra di 90-95 milioni (parole del Segretario Gatti) per effetto di un forte calo delle entrate. Dovremo saper anche ripagare almeno gli interessi sul debito che faremo: diciamo attorno ai 15 milioni all’anno, forse di più se ci verrà richiesto un tasso di interesse elevato.

Capiamo di che enorme cifra stiamo parlando (e crescerebbe ancora se volessimo, bontà nostra, provare a ripagare un po’ di quota capitale). Se non saremo capaci di recuperare queste risorse, vedremo il nostro debito crescere e sarà l’inizio della fine.

 

NECESSARIE RIFORME, SPESSO IMPOPOLARI: IL GOVERNO SAPRÀ FARLE?

Bisogna mettere le uscite dello Stato al passo con le entrate: da almeno 12 anni, spendiamo più di quanto incassiamo ed il “tesoretto” a cui attingere è finito!

I filoni di intervento sono sempre i soliti 3: risparmi di spesa (in primis quella pensionistica, che continuando così andrà fuori controllo in brevissimo tempo), aumento delle entrate (evitando soprattutto in questa fase un incremento della tassazione), lotta all’evasione fiscale. 

Sono riforme spesso poco popolari (per l’una o l’altra categoria), che mi auguro questo Governo possa e voglia fare (dati gli ampi numeri di cui dispone), “sfruttando” anche il sostanziale silenzio della maggior parte delle organizzazioni sociali (in passato sempre pronte a criticare qualunque proposta di intervento, oggi, con poche e lodevoli eccezioni, mute su qualunque provvedimento che viene preso o non preso).

 

LE POSSIBILI CONFISCHE DI RISORSE SOTTRATTE ALLO STATO SAREBBERO IMPORTANTI. INVECE…

In questo quadro sarebbe stato importante, per ragioni di equità e giustizia, non interferire sulla Magistratura per non dare l’impressione di voler fermare taluni processi aperti a carico di personaggi, politici e non, per reati significativi in qualche modo legati all’uso di risorse pubbliche; anche per permettere allo Stato, ovviamente solo in caso di colpevolezza accertata, di recuperare parte di quanto sottrattogli tramite le confische. Purtroppo, quanto sta accadendo sul fronte giustizia, con l’attacco selettivo a singoli giudici del Tribunale (anche quelli che hanno in mano questi casi spinosi), ci mostra che negli ambienti di Governo e maggioranza la volontà non sembra certo essere questa, per lo meno quando ci sono coinvolti persone a lei vicine: questo non aiuterà certo a rendere più accettabili per la popolazione quelle riforme che saranno necessarie.

 

INVESTIRE BENE IL DEBITO PER GENERARE CRESCITA

La differenza, in ogni caso, la faremo soprattutto se sapremo investire bene le risorse che col debito ci arriveranno per pianificare interventi, a breve e medio termine, capaci di far crescere l’economia e allargare la base imponibile. Se sapremo, in altre parole, generare sviluppo.

Sia chiaro, non potremo mai raggiungere le cifre necessarie solo tramite questo canale: dati gli attuali numeri, reperire un centinaio di milioni (almeno) solo tramite l’aumento della base imponibile significherebbe incrementare il nostro livello di performance economica ad un livello evidentemente impossibile.

Le riforme sopra menzionate, quindi, restano necessarie. Il punto è che anche quelle riforme, che difficilmente avranno effetti espansivi, si potranno assorbire molto meglio in un contesto di economia in crescita (come quella avuta dal 2016 al 2019 ed auspicabilmente anche di più) piuttosto che in un contesto di recessione come quella in cui siamo piombati dal Febbraio di quest’anno (e che temo durerà molto, vista l’assenza di interventi posti in essere per rimediare…).

Nei prossimi giorni cercherò quindi di suggerire umilmente qualche idea utile allo scopo.

 

Andrea Zafferani

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