San Marino. Antonio Fabbri: Riciclaggio da 2,3 mln, appello “Fu Poggiali a segnalare”

San Marino. Antonio Fabbri: Riciclaggio da 2,3 mln, appello “Fu Poggiali a segnalare”

L’informazione di San Marino

In primo grado il giudice aveva sentenziato 4 anni di prigionia

Riciclaggio da 2,3 mln, appello “Fu Poggiali a segnalare”

Antonio Fabbri

 

SAN MARINO. Davanti al giudice di appello sono stati discussi diversi casi nella giornata di udienze di ieri, tra questi arriva in appello il caso, che ha fatto scalpore, dell’ex presidente Dc, Leo Marino Poggiali, condannato in primo grado a 4 anni e a 4500 euro di multa per riciclaggio.

I fatti risalgono al periodo in cui Poggiali era collaboratore della Euro Commercial Bank e curava un pacchetto di clienti. Tra questi Francesco Scardaccione, accusato in Italia di una serie di reati il cui provento, pari a 2 milioni e 360mila euro, erano stati portati da questi a San Marino. Ad interfacciarsi  con Scardaccione, appunto, fu Leo Marino Poggiali che ha interposto appello contro la sentenza di primo grado, pronunciata il 19 novembre 2014 le cui motivazioni sono state depositate ad agosto 2015.

Nell’udienza di appello di ieri davanti al giudice David Brunelli, il Procuratore del fisco Roberto Cesarini ha chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado, ritenendo tra l’altro che Poggiali fece sì la segnalazione, ma solo quando era ormai divenuto inevitabile.

Di diverso avviso, ovviamente i difensori. L’avvocato Gian Nicola Berti ha anzi sottolineato che fu grazie alla segnalazione di Poggiali che emerse il caso del denaro illecito di Scardaccione. “Diversamente – ha detto Berti – in Italia alla Monte Paschi nessuno si era accorto di nulla. Arrivati a San Marino è Poggiali che fa emergere le anomalie”. Poi l’attacco di Berti all’inquirente: “Servono prove e non teoremi accusatori che poi finiscono per essere smentiti in udienza”. Il condifensore, l’avvocato Filippo Cocco, ha dal canto suo sollevato problemi di procedura lamentando violazione del diritto di difesa. “Dopo quattro anni dall’apertura del fascicolo – ha detto l’avvocato Cocco – Poggiali viene chiamato come testimone. Durante l’audizione viene interrotto e gli viene notificata la comunicazione giudiziaria. Dodici giorni dopo lo si rinvia a giudizio. Dodici giorni non sono un tempo congruo neppure a fare copia e leggere fascicolo”, ha detto l’avvocato Cocco. Il giudice David Brunelli si è riservato di decidere entro il termine di trenta giorni.

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