San Marino. Arresto Aruci. Nella notte Perquisizione e sequestri

San Marino. Arresto Aruci. Nella notte Perquisizione e sequestri

L’informazione di San Marino

Sequestrato computer e documenti nella sede della società con cui il bomber della Virtus collabora come libero professionista. Oggi probabile interrogatorio

Arresto Aruci. Nella notte Perquisizione e sequestri

Antonio Fabbri

SAN MARINO. L’indagine sul calcioscommesse a San Marino riserva ulteriori sviluppi. Il più eclatante quello di un nuovo arresto, di Armando Aruci, pure lui calciatore attaccante e bomber della Virtus, cittadino italiano di origine albanese residente a Bellaria-Igea Marina. E’ stato arrestato sabato sera attorno alle 20 e 30 al botteghino dello stadio di Serravalle, dove si apprestava ad entrare per assistere alla finale di campionato tra La Fiorita e Tre Penne. Qualche ora dopo l’arresto di Aruci, e una volta accompagnato presso il carcere dei Cappuccini, la Polizia civile, che sta conducendo le indagini coordinata dal Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, ha perquisito gli uffici della Immobiliare Futura, società di cui è titolare Luca Bonifazi, anche lui giocatore della Virtus. Né l’immobiliare né il suo titolare risulterebbero tuttavia coinvolti. (…)

La perquisizioni presso l’immobiliare è stata motivata dall’attività di Aruci che lavora presso la società come collaboratore libero professionista. La Polizia civile, contattato il titolare che ha aperto i locali agli agenti, è entrata negli uffici dell’Immobiliare futura attorno all’una di notte. Perquisiti i locali, la polizia giudiziaria ha posto sotto sequestro un computer in uso ad Aruci e della documentazione. Il 27enne arrestato sarà probabilmente sottoposto oggi ad interrogatorio di garanzia.

L’inchiesta L’indagine, esplosa con il blitz presso il campo di allenamento della Virtus il 6 aprile scorso, ha preso le mosse da anomalie registrate sui flussi di scommesse verso la partita, ininfluente per la Coppa Titano, tra San Giovanni e Virtus, disputata il 15 marzo 2017. La partita terminò uno a zero per la squadra più debole, il San Giovanni, passata in vantaggio al 26esimo minuto di gioco grazie ad un autogol del difensore della Virtus, Andrea Righi.

L’ipotesi di reato L’ipotesi di reato sulla quale si sta indagando è frode in competizioni sportive e truffa, aggravata dalla particolare circostanza di perseguire vittorie nelle scommesse alterandone le condizioni. Il sospetto, infatti, è che ci sia stata una sorta di “combine”, poi effettivamente verificatasi, visto l’esito dell’incontro. Quella sera flussi abnormi di giocate si sono riversati sulla partita sammarinese sia on-line, fino alla sospensione delle giocate sul match inserito nel palinsesto scommesse, sia da ricevitorie
“fisiche” ubicate nel circondario, ma anche in Campania e in Sicilia.

Gli sviluppi delle indagini Le indagini finora condotte hanno rilevato che nell’ambiente degli scommettitori, prima della partita, si sarebbe diffusa proprio l’informazione “qualificata” sulla prevista vittoria per uno a zero della squadra più debole. Ma c’è di più. Sarebbe infatti emerso anche come, poco prima del fisco di inizio, tra gli stessi giocatori si parlasse espressamente di scommesse, con riferimenti alla stessa partita che si sarebbe di lì a poco disputata. E’ già emerso, tra l’altro, come non si sarebbe neppure trattato della prima volta e come, sempre nell’ambito del campionato sammarinese, ci fossero già state partite chiacchierate sulle quali tuttavia non era stato possibile accertare le responsabilità. Evidentemente questa volta, -visti gli sviluppi, le acquisizioni documentali e i sequestri di computer e dispositivi mobili, visti gli interrogatori e i provvedimenti di custodia cautelare- l’indagine sta prendendo una piega più concreta.

Collegamenti con dirty soccer Non si escludono neppure possibili collegamenti con l’inchiesta denominata Dirty Soccer, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la stessa dalla quale, a quanto si sa, sono partite le segnalazioni relative alla discussa partita al centro delle indagini. Nell’inchiesta Dirty soccer, esplosa nel maggio 2015 con diverse ordinanze di custodia cautelare anche nel circondario, si parlò di denaro per truccare le partite provenienti dall’Albania e finirono indagati sotto custodia cautelare, in prima battuta poi scarcerati, anche soggetti che si sospetta possano essere contigui a persone che entrano nelle indagini in corso sul Titano.

La Virtus sospende il rapporto di collaborazione con Massimiliano La Monaca

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