San Marino Audizione presidente Banca Centrale in Commissione

San Marino Audizione presidente Banca Centrale in Commissione

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“Audizione presidente Banca Centrale in Commissione, subito scintille tra maggioranza e opposizione 

 Tomasetti si dice rammaricata per le dimissioni di Celli e si limita a replicare che Via del Voltone non è un edificio vuoto

Antonio Fabbri

Che il momento sia delicato per il Paese lo dimostra la presenza dei Capitani Reggenti Mirco Tomassoni e Luca Santolini in aula durante la seduta della Commissione consiliare finanze, ma anche il i consiglieri non membri della Commissione presenti in aula e numerosi spettatori nel palchetto della tribuna.

Dopo la comunicazione del Segretario Celli sull’esito dell’Assemblea di Cassa (vedi a sinistra), l’opposizione attacca chiedendo il perché della convocazione. Lo chiedono i commissari Teodoro Lonfernini e Iro Belluzzi.

A rispondere per primo è Enrico Carattoni di Ssd: “Dopo una settimana in cui in Banca centrale è stato mandato via il direttore ed è stata annullata la vigilanza, ci chiediamo il motivo per cui esprimiamo preoccupazione e vorremmo avere chiarimenti in merito? Mi pare che il motivo della convocazione odierna sia abbastanza evidente. Abbiamo chiesto, come  anche l’opposizione, trasparenza e chiarezza. In Commissione abbiamo udito chiunque, e adesso con quello che sta succedendo ci si chiede il perché della commissione e perché sia pubblica? Mi sembra curioso questo atteggiamento”.

Incalza Roberto Ciavatta che, pure lui, chiede come mai la seduta pubblica. “Questa di oggi è una barricata contro tutto, contro ogni evidenza, senza scrupoli e con dileggio di questa maggioranza e governo anche nei confronti di chi fa il proprio mestiere. Fino a ieri si diceva ‘speriamo il tribunale lavori e porti avanti prima possibile la questione titoli’, oggi sotto voce si dice che il magistrato è politicizzato perché non fa quello che dice il governo. Avete solo una soluzione: mettere fine a questo scempio di fronte all’evidenza. Non possiamo permettere di far saltare il paese con continue forzature, anche di fronte quello che sta succedendo, un minimo di amor proprio, il paese chiede normalità. In  seduta pubblica non possiamo avere dettagli sull’ordinanza che ci può dare Banca centrale”.

Subito replica Roberto Giorgetti: “Oggi sembra sia diventato un problema riunirsi qui, e sono basito. Pensare oggi di dover parlare di piano di stabilità e non di quello di cui tutti parlano, mi sembra un approccio un po’ bislacco. Registro l’inversione di rotta completo”.

Dall’opposizione, al di là delle accuse, l’intervento più politico è parso quello di Francesco Mussoni: “Siamo qui per capire il perché di queste scelte politiche e se si intrecciano con vicende giudiziarie, e se le scelte politiche sono coincidenti con il tema della svalutazione del bilancio di Cassa e con i crediti Delta e con le scelte politiche fatte. Mi auguro di no, ma voi che siete governo e maggioranza non potete fare i terzi, li avete nominati voi. Siamo qui per accertare se ci sono delle responsabilità politiche e io credo ci siano perché non è possibile una Banca centrale sia in queste condizioni”.

E’ intervenuto anche il Segretario di Stato Marco Podeschi: “Non è che chi è all’opposizione fa il bene del Paese e che chi è al governo è ‘fetente e ladro’, lo sottolineo consigliere Ciavatta. Bcsm c’era ieri, oggi e ci sarà anche domani e verso di lei il governo deve avere massimo rispetto. Però qualcuno vuol far credere che il governo rimuova e voglia rimuovere ma non è così. Adesso si fa un po’ fatica a capire, gridate alla normalizzazione del Paese quando qualcuno poco tempo fa ha gridato al colpo di Stato”.

Per Federico Pedini Amati di Mdsi “la presenza della Reggenza in Aula denota la difficoltà di governo e maggioranza”.

Mette l’accento sulle contraddizioni della minoranza, Luca Boschi di C10. “Gli scudieri di opposizione che adesso difendono la magistratura perché gli fa comodo, in passato parlavano di magistratura deviata”. Poi invita “verifichiamo i dati, vediamo se quelle poste sono state svalutate troppo o troppo poco – ha detto riferendosi a Cassa – Rigetto il fatto che politica e tecnici abbiano guardato in modo acritico quei dati che arrivavano dai consulenti. Andiamo a verificare i dati di cui non parlate mai. Sulle responsabilità politiche: assolutamente andrà fatta la verifica, ma per farlo occorre prima avere chiare le responsabilità legali, se no parliamo di teoremi e notizie sbagliate come quella di oggi che ci dicono che Cassa di risparmio è indagata. Concentriamoci sui dati, se no prenderemo decisioni sbagliate, sappiamo che non procedere alla vendita può portare Cassa ad ulteriori difficoltà”.

Al termine del comma comunicazioni in un clima di silenzio, con qualche biasciato “apprezzamento” tra i denti da qualche commissario dell’opposizione, il Segretario Celli ha introdotto l’audizione del presidente di Bcsm e annunciato le sue dimissioni.

La presidente Catia Tomasetti in replica a Celli si è semplicemente dichiarata “orgogliosa del suo incarico presso l’istituto: non è un edificio vuoto, è una banca con professionalità eccellenti a livello di Banche centrali, con persone che lavorano con grande senso di responsabilità”. La presidente ha espresso anche “rammarico per le dimissioni del Segretario Celli, ottimo interlocutore di Bcsm”.  Sulla revoca di Moretti ha detto che si è trattato di una decisione non legata all’ordinanza, ma presa sulla base di “gravi inadempienze”. Mentre quanto a Mazzeo, “il 3 di ottobre lui ha manifestato che, ove non nominato direttore generale, si sarebbe dimesso, noi abbiamo comunicato invece che sarebbe stato necessario testare la fiducia. Alla luce dell’ordinanza, Mazzeo ha deciso di fare un passo indietro che comunque ci aspettavamo già”, ha detto Tomasetti.  

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