Il 30 novembre scorso l’Agenzia delle Entrate emetteva una circolare (50/E) che consente agli italiani che intendano avvalersi dello scudo fiscale e che abbiano difficoltà a rimpatriare i loro investimenti all’estero entro il 15 dicembre 2009, di pagare su detti valori il 5% entro il 15 dicembre 2009, dando loro tempo, per perfezionare il rimpatrio (o la regolarizzazione), fino al 31 dicembre 2010.
Quanto detto è valido, qualunque sia il Paese in cui sono collocati i beni. San Marino compreso, quindi.
Tuttavia il Segretario di Stato alle Finanze, Gabriele Gatti, ieri, 2 dicembre, ha scritto al Ministro della Economia italiano Giulio Tremonti per informarlo che per le operazioni di rimpatrio di beni posseduti da italiani a San Marino, al più occorrono sei mesi.
Al che già nella giornata di ieri, 2 dicembre, l’Agenzia delle Entrate con propria circolare (52/E) ha fissato tassativamente per gli italiani che scuderanno a San Marino il termine ultimo per il rimpatrio al 30 giugno 2010 (anziché al 31 dicembre 2010 come per gli altri Paesi).
Cristina Bertelli di ItaliaOggi, titola: ‘San Marino, scudo fiscale corto. Operazioni di rimpatrio da chiudere entro il 30/6/2010’.
Questo l’incipit dell’articolo della Bartelli: ‘per San Marino il calendario sullo scudo fiscale è più corto di sei mesi. Le operazioni di emersione potranno essere completate sì oltre la scadenza prevista del 15 dicembre, in caso di oggettiva difficoltà, ma non, come stabilito dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate 50/E, entro il 31 dicembre 2010, bensì in un tempo più breve, di sei mesi, entro 30 giugno 2010‘.
Insomma, per la Repubblica di San Marino, un autogol.
Tuttavia oggi, in conferenza stampa, il Segretario di Stato Gatti ha presentato il tutto come un successo (vedi comunicato Congresso di Stato) e così pure, ieri, Banca Centrale (vedi
comunicato stampa Bcsm).