San Marino. Bancarotta, frode fiscale ed evasione da oltre 14 milioni

San Marino. Bancarotta, frode fiscale ed evasione da oltre 14 milioni

Segue puntualizzazione-dichiarazione

L’informazione di San Marino

Bancarotta, frode fiscale ed evasione da oltre 14 milioni. Quattro arrestati 

Nel disegno criminale anche prestanome e società con sede in Svizzera e San Marino rapporti bancari

Antonio Fabbri

Una evasione fiscale dal oltre 14 milioni di euro. Utilizzate, per mettere in atto la frode al fisco italiano e attuare persino concorrenza sleale nel settore, anche società in Svizzera e a San Marino che avevano, inoltre, conti in istituti bancari sammarinesi. L’operazione ha portato ieri mattina all’esecuzione, da parte dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma all’arresto di quattro persone, ritenute appartenenti a un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di fatti di bancarotta e frode fiscale. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, hanno avuto origine dal fallimento della “Cuscinetti e Componenti S.r.l.”, dichiarato alla fine del 2014 dal Tribunale di Roma. La società era attiva nella commercializzazione di cuscinetti e componenti meccanici.

Gli approfondimenti svolti hanno fatto emergere l’operatività di una decina di imprese – con sede in Italia, nella Repubblica di San Marino e in Svizzera – riconducibili a un unico sodalizio, che si sono succedute nel tempo nell’esercizio della stessa attività. In particolare, una volta accumulati ingenti debiti tributari, e bad companies venivano intestate a compiacenti “prestanome” e il “pacchetto” dei clienti veniva trasferito a nuove entità giuridiche (good companies), che, peraltro, avevano denominazioni molto simili alle precedenti. Società che si avvicendavano l’una con l’altra, mantenendo nomi simili, dunque, come ad esempio la sammarinese “Patty Cuscinetti srl”, poi sostituita da altra ditta del Titano.

Il sistema messo in piedi consentiva una sistematica evasione delle imposte, che non venivano versate. Le società potevano così vendere i prodotti a prezzi molto convenienti, inferiori del 15-20% rispetto a quelli praticati dalla concorrenza, alterando così il mercato del settore. Il Giudice per le Indagini Preliminari evidenzia la “spiccata propensione al crimine da parte degli indagati… i quali non hanno mostrato alcuna remora nell’utilizzare le diverse società allo scopo di realizzare il loro programma delinquenziale, evadendo imposte per somme di assoluto rilievo”, pari a oltre 14 milioni di euro.

Con l’ordinanza eseguita ieri dagli uomini della Guardia di Finanza di Roma è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Rotundi 66enne, promotore, capo e organizzatore del sistema. Patrizia Retrosi 56 anni, compagna del dominus, che curava la parte commerciale dell’attività e i rapporti con i clienti. Disposti gli arresti domiciliari per Augusto Seffer 71 anni e Francesco Di Gruso 62enne, entrambi “prestanome” cui è stato affidato l’incarico formale di amministratori in varie società del “gruppo”. Disposto poi l’obbligo di dimora nei confronti di Romolo Pivotto, 63anni, anch’egli utilizzato da Rotundi e Retrosi per “coprire” la riconducibilità alla coppia di alcune imprese.

Tutti i soggetti finiti nell’indagine sono di Roma o del Lazio.

 

Oggi, 2 luglio 2019, abbiamo ricevuto la seguente precisazione-dichiarazione che subito pubblichiamo:

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