San Marino. Banche e società off-shore, processo per riciclaggio

San Marino. Banche e società off-shore, processo per riciclaggio

L’Informazione di San Marino

Le banche e l’espediente delle società off-shore per aggirare la ritenuta ecofin 

In un processo per riciclaggio descritto il discutibile espediente messo in atto all’epoca da istituti del Titano 

Al di là della vicenda in sé che vede imputati Marino Leo Poggiali e Flavio Montini emerge un emblematico spaccato del sistema

Antonio Fabbri

Il processo in aula ieri per una nuova udienza è quello a carico di Marino Leo Poggiali e Flavio Montini, 59enne bresciano, ai quali viene contestato il rici- claggio di 10,3 milioni di euro frutto, secondo l’accusa, dei reati presupposto commesso dal fratello del Montini imputato, Paolo: frode fiscale, appropria- zione indebita e bancarotta.

L’accusa Secondo l’accusa contestata il deposito era stato fatto nei primi anni 2000 presso la filiale di Dogana della Bsm di cui Poggiali era all’epoca Direttore. Ad aprire il conto cointestato furono lo stesso Paolo Montini e il fratello Flavio, che venne-ro sempre seguiti da Poggiali. Negli anni le norme in materia si fecero più stringenti e nel 2008 fu lo stesso  Poggiali, sempre secondo l’accusa, a consigliare ai fratelli Montini di operare tramite una società estera per impedire la riconducibilità a loro dei fondi depositati a San Marino.

I Montini, su indicazione di Poggiali, costituirono una società nel Delaware, la General Service Group LLC. Società che aprì un conto corrente presso la filiale di Dogana della Banca di San Marino sul quale vennero ulteriormente movimentati i soldi ritenuti dai magistrati di illecita provenienza. Cessato il proprio rapporto di lavoro con Banca di San Marino, Poggiali si portò dietro i clienti trasferendo la loro operatività in Euro Commercial Bank, di cui Poggiali era diventato nel frattempo collaboratore. Questo il fatto contestato.

Posizione delle difese Le difese, al contrario, secondo quanto finora emerso nel dibattimento e ricavato dalle eccezioni e dalle domande formulate dagli avvocati Gian Nicola Berti e Filippo Cocco, contestano il coinvolgimento di Poggiali nella creazione di società e, al contrario, sollevano il fatto che vi fu da parte sua anche la segnalazione all’Aif per evidenziare trasferimenti anomali. L’avvocato Gianna Burgagni che difende Montini sottolinea che i conti del suo assistito sono stati sempre nominativi e che il trasferimento dei fondi in società avvenne per altro motivo.

Le società per aggirare la ritenuta Ecofin Ma perché si proponeva di trasformare i rapporti nominativi in rapporti in capo a società in Belize o nel Delaware? Il motivo è stato così spiegato nell’ambito di questo processo. Era già stato enunciato da diversi testimoni nell’udienza del 22 maggio scorso. Ieri l’udienza dibattimentale è proseguita con  l’audizione di altri testimoni dipendenti del settore bancario, ed è stato ribadito, anche nelle domande dei legali, come fossero le banche a proporre un “espediente” per aggirare la ritenuta Ecofin. La ritenuta Ecofin altro non era che una disposizione dettata dalla Ue, cui il Titano aveva aderito preservando così ancora per un po’ il segreto bancario, che disponeva, a partire dal 2005, la tassazione dei risparmi in stati extra-Ue, come San Marino, detenuti dai cittadini europei non residenti in detti stati. In sostanza la ritenuta doveva essere effettuata dalle banche di San Marino sul risparmio dei non residenti. Nel processo è emerso che diverse banche all’epoca – nell’udienza si è parlato in particolare di Bsm ed Ecb – proponevano e si adoperavano per la costituzione di società in stati off-shore, nella fattispecie Belize e Delaware, cui intestare i rapporti ed evitare che i correntisti dovessero sottostare alla ritenuta Ecofin, appunto. Al di là del caso specifico, dunque, a vedere quanto emerge non c’è da meravigliarsi troppo se le banche di San Marino faticano a riacquisire credibilità internazionale.

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