San Marino. Bimbi a casa, l’UCS propone di aprire centri estivi statali

San Marino. Bimbi a casa, l’UCS propone di aprire centri estivi statali

“Dal 5 maggio riapriranno gradualmente negozi, uffici e aziende ma non le scuole, quindi per le famiglie, sarà ancora più pressante il problema di dove poter lasciare i figli in sicurezza quando sono al lavoro”.

Si apre così il comunicato dell’Unione Consumatori Sammarinesi, che aggiunge: “Tanti i dubbi di mamme, papà e dell’Associazioni PROBIMBI che si sono confrontati con Unione Consumatori Sammarinesi.

Il Governo ha emanato IL CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO, un nuovo strumento giuridico che consente 150 ore di permesso complessive, senza stipendio ma con la contribuzione figurativa.

Nella vicina Italia lo stesso strumento è pari a 15 giorni al mese con pagamento del 50% dello stipendio più il BONUS BABY SITTER, da 600 a 1000 euro per i genitori.

Nel Titano molti genitori non possono contare sulle baby-sitter, sia perché non hanno probabilmente i soldi per pagarle, sia perché non si sa se, queste figure professionali, potranno accedere in abitazioni private ad oggi; non abbiamo potuto fare domande prima dell’emissione del Decreto sulle riaperture e mobilità delle persone per dare pronte e corrette risposte in contemporanea all’emissione, poiché non c’è stato confronto o spiegazione preliminare in merito da parte dell’Esecutivo.

UCS, sentiti i suoi iscritti, ritiene che si potrebbero aprire i centri estivi statali, con criteri di accesso in base alla situazione lavorativa dei genitori, abbassandone di molto la retta o portandola a “0” da maggio a settembre, convertendo le attività abituali degli stessi, con altre ottemperanti alle norme sanitarie.

Facciamo un esempio, abbiamo letto recentemente un articolo del Presidente della Federazione Tennis Cristian Forcellini, dove spiega come poter ripartire con l’attività in ottemperanza ai presidi sanitari. Si potrebbe fare un centro estivo col tennis, o con tutte quelle attività non di contatto fra bambini. Questo non solo aiuterebbe i genitori ma, vista l’importanza dell’attività sportiva in età pre e adolescenziale, ridarebbe un inizio di normalità ai bambini stessi.

UCS sa benissimo che le casse dello Stato non sono floride e non vogliamo entrare nelle dinamiche del perché. Riteniamo che non tutti gli aiuti devono essere obbligatoriamente o univocamente tradotti in elargizione di liquidità, ma tutti gli aiuti devono essere messi in campo.

Interventi pubblici concreti e condivisi, mirati al reale sostegno delle esigenze delle famiglie, possono essere realizzati anche tramite l’attivazione di strutture recettive dello Stato, in accordo con le varie Federazioni, dove i ragazzi possono stare, facendo attività non di contatto, in ottemperanza alle norme igienico sanitarie Covid19.

Abbiamo mandato una lettera di richiesta d’incontro per questa è per altre tematiche al Congresso di Stato, auspichiamo ci convochi”.

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