San Marino. Blitz in Carisp di Ciavatta e Santi: “Questo processo è diventato una farsa”

San Marino. Blitz in Carisp di Ciavatta e Santi: “Questo processo è diventato una farsa”

Blitz in Carisp di Ciavatta e Santi, ieri nuova udienza

Antonio Fabbri

Dopo la remissione di querela da parte di Cassa di Risparmio e il ritiro della costituzione di parte civile dell’ex presidente Zanotti, ieri comparso come testimone, è rimasta, a carico di Roberto Ciavatta ed Emanuele Santi, la sola imputazione di violenza privata nei confronti di Andrea Rosa, parte civile nel processo perché indotto a ritirare la propria richiesta di tutela legale da parte di Cassa, già concessa dal Cdain seguito al cosiddetto “blitz” in Carisp dei due esponenti di Rete. La partita giudiziaria, che pare avviata verso un finale scontato, si gioca dunque su questo. Minacce esplicite non ne sono emersee, anche se l’intera situazione creatasi – che aveva visto insulti, offese, urla da parte dei due esponenti politici presentatisi in Cassa – ha indotto Rosa a ritirare la propria richiesta di tutela legale da parte dell’Istituto.

La questione, dunque, ruota attorno a questo: le difesa che sostengono che l’allora membro del Cda abbia autonomamente deciso di ritirare la propria richiesta di patrocinio e la parte civile che sottolinea, per contro, come l’intera azione di Ciavatta e Santi sia stata violenta e intimidatoria, tanto da costringere Rosa, per evitare che la situazione degenerasse, a tutelarsi autonomamente verso le affermazioni offensive della Tonnini nella serata pubblica di Rete. Poi c’è la Procura Fiscale, che cerca di capire se vi siano gli estremi per integrare e contestare il reato di “violenza privata”.

In questa cornice il dibattimento prosegue e ieri sono stati sentiti alcuni testimoni. Prima l’ex presidente di Carisp, Fabio Zanotti che, pur non parlando esplicitamente di minacce dirette, ha descritto una situazione per la quale Rosa fu indotto a rinunciare alla tutela legale. Dopo un incontro che Rosa ebbe con i due politici e il consigliere Vento “mi disse che a fronte di quel livello di reazione riteneva di rinunciare”.

Fu una decisione autonoma, invece, per l’ex Direttore Dario Mancini che ha sostenuto come dopo quell’incontro a quattro – Ciavatta, Santi, Rosa e Vento – i toni inizialmente aspri gli fossero apparsi addirittura cordiali.

Sentito come testimone anche Marcello Forcellini, all’epoca membro del Cda. Anch’egli ritiene che quella di ritirare la richiesta di tutela legale fu autonoma decisione di Rosa. A Forcellini la difesa dei due imputati ha anche chiesto se in precedenza fosse mai capitato che il Cda fosse stato interrotto.

Forcellini, nel citare una serie di casi, non paragonabili a quello in discussione, ha anche citato un episodio nel quale il presidente “aveva interrotto il Cda perché aveva fame, e aveva ordinato una bistecca al Ritrovo. Ed ha mangiato que- sta bistecca durante il Cda”. Racconto che ha suscitato l’ilarità dei presenti in aula, ma ha anche visto l’avvocato di parte civile, Gloria Giardi, commentare con amarezza: “Questo processo è diventato una farsa”.

Sentito anche Stefano Spadoni, parte lesa nel procedimento riunito che vede sempre Ciavatta imputato per ingiurie via facebook all’ex Consigliere di Ssd.

Il processo è stato aggiornato al 3 febbraio, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni, la parte lesa e gli imputati. Poi si passerà alle conclusioni.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy