San Marino. Casale la Fiorina: “divampa il focolaio”

San Marino. Casale la Fiorina: “divampa il focolaio”

Casale ‘La Fiorina’: divampa il focolaio

All’interno della casa di riposo si registrano nuovi casi di positività, anche se Iss e governo il 7 gennaio hanno affermato il contrario

Anche se ancora non si conosce con precisione il numero dei casi, si è riacceso con una certa virulenza il focolaio più grave di questa seconda fase della pandemia: quello del Casale La Fiorina, dove vivono stabilmente circa 100 sammarinesi. E’ il nucleo dei soggetti più deboli ed esposti alle conseguenze del Coronavirus ad essere messo di nuovo sotto pressione. Uscito indenne dalla prima fase di marzogiugno, tanto che l’Iss si è meritata l’elogio della popolazione, da quando è iniziata la seconda ondata la situazione pare essere precipitata. Sono dieci i morti ufficialmente censiti, ma pare che il numero purtroppo debba essere aggiornato. Nulla emerge dalle comunicazioni dell’amministrazione dell’Istituto per la Sicurezza Sociale che annuncia laconicamente che nella giornata di domenica si sono registrati nel Paese solo 2 nuovi casi positivi su 28 tamponi effettuati. Purtroppo, quanto dicevamo ieri su queste pagine e cioè che l’epidemia pare ormai essere sfuggita al controllo registrando i peggiori numeri al Mondo, ha una diramazione fra le mura della struttura che dovrebbe essere invece la più tutelata in assoluto. Invece al suo interno è stato istituito un reparto di degenza Covid.

Come è possibile, si chiedono gli addetti, mantenere elevati i presidi dell’isolamento in una struttura non attrezzata ne tecnicamente né per specifiche competenze con processi di attenzione al contagio, quando sono gli ospedali stessi ad essere in difficoltà a farlo? Forze politiche di opposizione (sic!) e sindacati, da settimane chiedono risposte sulla situazione e sulla gestione dell’emergenza Covid alla casa di riposo Casale La Fiorina. In particolare viene criticata la scelta di aprire il reparto Covid-19 proprio all’interno della struttura.

Lo stesso dottor Gabriele Rinaldi, direttore dell’Autority Sanitaria, aveva già manifestato le sue preoccupazioni per la scelta: “L’Authority – ha detto – ha fatto tutte le segnalazioni necessarie e utili, sia all’interno del Gruppo delle Emergenze Sanitarie, sia direttamente ai vertici dell’Iss, richiedendo una serie di chiarimenti in relazione all’ipotesi di mettere in piedi un percorso di questo genere”. Una frase in linguaggio diplomatico per esprimere la ferma contrarietà ad una scelta tanto azzardata. E che ci sia tensione fra la Segreteria di Stato e i vertici dell’Iss da una parte e l’Autority Sanitaria dall’altro lo si capisce da quanto ha affermato a margine dell’incontro del 7 gennaio scorso il Segretario della CDLS, GianLuca Montanari che ha detto: “Mancano ancora gli interventi strutturali posti dall’Autority a garanzia della sicurezza per gli ospiti del Casale e i lavoratori” Richiamando la necessità che “Si debba remare in un’unica direzione, senza escludere nessuno, tantomeno le prescrizioni poste dall’Autority Sanitaria”. Durante quell’incontro, il Governo e i tecnici dell’Iss avevano assicurato che il focolaio fosse stato spento. Non è così. I familiari degli ospiti della Fiorina sono molto preoccupati per i loro cari. Fonti autorevoli parlano di almeno due casi solo nel weekend, che si vanno ad aggiungere ai 6 positivi di cui si ha notizia.

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