San Marino. Case di riposo. Una riflessione di Pier Giorgio Piselli

San Marino. Case di riposo. Una riflessione di Pier Giorgio Piselli

Giorgio Piselli – L’informazione di San Marino (04-01-2016): Quello che
molti non sanno

C’è discussione nel paese per
fare diventare la casa di riposo
di Fiorina a gestione pubblica.
Sicuramente meglio la gestione
pubblica di quella privata.
Quello che molti non sanno è
cosa succede nelle case di riposo,
siano esse a gestione pubblica
o privata.
Nelle case di riposo continua
anche in tarda età una specie di
lotta di classe.

La convivenza tra anziani in
molti casi è difficile, non solo
per fattori caratteriali, ma anche
per differenza di classe sociale.
Chi nella vita attiva ha avuto un
ruolo nella società medio-alto,
male si trova con chi nella vita
lavorativa ha avuto un ruolo subalterno
e viceversa.
Meglio quindi l’assistenza a
domicilio.

Nelle case di riposo
un’assistente segue in media
dieci ricoverati; a domicilio al
massimo si assistono due anziani.
Nelle case di riposo gli anziani
si sentono sradicati e abbandonati
e anche il vitto ha un sapore
scialbo.
Pensate una persona abituata ad
avere rapporti giornalieri con i
propri familiari, con il proprio
giardino, oppure l’orto di casa,
vedere i colori e sentire i profumi
delle stagioni, come si trovi
in una casa di riposo.

Là le giornate
sono sempre grigie e uguali
e le notti lunghe e scure.
Ecco perché finché restano attivi
e autosufficienti dobbiamo
batterci perché l’assistenza domiciliare
abbia la meglio.
Dobbiamo tendere a ricreare
delle famiglie come quelle del
passato, dove i più giovani aiutavano
i familiari anziani a casa
propria. Non sempre la modernità
è un bene.
Per questo dobbiamo essere
conservatori per conservare le
cose buone del passato ed essere
rivoluzionari per cambiare le
cose che non vanno

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