San Marino. Caso Cis, Libera attacca Repubblica futura

San Marino. Caso Cis, Libera attacca Repubblica futura

Caso Cis, Libera: “Rivendichiamo il percorso per tutelare i risparmiatori”

Libera, sebbene sia consapevole che l’emergenza coronavirus chiede a tutte le forze politiche della Repubblica di San Marino di impegnarsi a trovare proposte atte a superare la crisi, ha invece deciso di replicare ai continui attacchi di Repubblica futura sul caso Banca Cis e spiegare i motivi che hanno determinato la chiusura anticipata della precedente legislatura. (…)

Il rapporto di fiducia nell’ambito dell’ex maggioranza, spiega la lista di minoranza, “si è venuto a sgretolare per via di ripetute azioni intraprese dai nostri ex alleati al fine di ostacolare un percorso di trasparenza all’interno di un determinato istituto di credito”. Libera, di conseguenza, “si è invece opposta alle vecchie logiche del passato che più volte avevano portato alla defenestrazione della vigilanza di Banca Centrale e ad azioni che miravano a ostacolare organi direttivi che avevano richiesto istruttorie puntuali per gli aiuti allo stesso istituto di credito; per non parlare del tentativo spasmodico di vendere la banca a soggetti finanziari che, carte alla mano, erano, per usare un eufemismo, inaffidabili o addirittura della tendenza a prendere ordini al telefono da noti imprenditori”. Libera sottolinea di aver “scelto di portare a compimento un percorso normativo che consideravamo l’unica soluzione possibile in quella determinata situazione: un iter che ha portato all’approvazione della legge sulle risoluzioni bancarie che, per la prima volta, ha fatto pagare per il buco finanziario prima di tutto gli azionisti, con il proprio capitale sociale per 50 milioni, e poi coloro che erano consapevoli del dissesto con tagli ai loro conti correnti, circa 16 milioni di euro, e ha salvaguardato i risparmiatori”. Altra stoccata di Libera nei confronti dei suoi ex alleati di governo nella precedente legislatura: “Per il gruppo dirigente di Repubblica futura tutto ciò era diventato insostenibile ma per evitare di passare come ‘schiavetti’ o come il partito legato ad interessi particolari, hanno preferito votare i provvedimenti, approvati all’unanimità da tutto il Parlamento, pur non condividendoli”. (…)

Articolo tratto da La Serenissima

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