Presentata una richiesta di discussione affinché il “caso Titoli” potesse essere ulteriormente sviscerato in Consiglio.
È ciò che ha fatto Libera in seguito al rinvio a giudizio di alcuni ex esponenti di Banca Centrale e dell’ex Banca Cis per una serie di capi di imputazione limitata.
Libera spiega in un comunicato che la richiesta formalizzata dal capogruppo del partito di opposizione, Eva Guidi, “ha trovato la contrarietà dei gruppi di maggioranza che hanno sostenuto, ancora una volta, la necessità di segretezza degli atti”. L’inchiesta del commissario della legge Morsiani è conclusa e, “quindi, non vige più alcun segreto istruttorio e una eventuale conoscenza degli atti non pregiudica più eventuali indagini”. Il gruppo consiliare di Libera “avrebbe voluto, nell’occasione della discussione del comma, richiedere all’Avvocatura dello Stato un approfondimento delle questioni rilevate, affinché si possa fare chiarezza sulle evidenti differenze che emergono dagli atti del rinvio a giudizio del giudice Morsiani e il dibattito/scontro che ha caratterizzato almeno metà della scorsa legislatura con accuse violentissime da parte dell’ex opposizione”.
La volontà della forza politica di minoranza è quella di “vederci chiaro e, con la più totale fiducia verso la Magistratura, consentire alla stessa di poter effettuare un ulteriore approfondimento delle indagini svolte, anche alla luce delle archiviazioni eccellenti”.
Infine Libera, nonostante sia dispiaciuta per “aver dovuto registrare il diniego da parte dei gruppi di maggioranza”, annuncia che “continuerà la ricerca dei responsabili affinché possa essere restituito alla collettività quello che potrebbe essere una delle voragini più grandi della storia del nostro Paese”.
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