San Marino. “Chiediamo rispetto per parrucchiere ed estetiste”

San Marino. “Chiediamo rispetto per parrucchiere ed estetiste”

“Chiediamo rispetto per parrucchiere ed estetiste”

E’ la richiesta ribadita dal gruppo consigliare di Libera. “L’emergenza sanitaria, sociale ed economica nella quale ci ha improvvisamente trascinato l’epidemia del Virus Covid19 negli ultimi mesi non ha risparmiato nessuno mettendo in difficoltà tutto il nostro Paese. Risulta però evidente come interi settori produttivi e commerciali stiano pagando più di altri i danni economici del lockdown. 

Tra questi sicuramente ci sono i titolari e i dipendenti dei servizi alla persona come estetisti e parrucchieri che, come evidente, non possono fornire la propria manodopera on line o a domicilio.
Il recente decreto n. 68/20 nell’allegato 2 norma questo tipo di attività con provvedimenti difficilmente comprensibili e che rischiano di aggravare ulteriormente la gia grave situazione economico – finanziaria di molte attività presenti nel nostro Paese.
Innanzitutto, la riapertura di questo specifico settore è rimandata al 18 maggio e non a questa settimana come per tutte le altre attività commerciali. Ma se può risultare comprensibile avere un atteggiamento di cautela verso servizi che prevedono un contatto ravvicinato con la clientela alcuni dispositivi previsti dal Governo sono palesemente antieconomici e con ogni probabilità porteranno molti esercenti a non riaprire.
Come può il titolare di un salone di parrucchiere o un centro estetico, che magari occupa una decina di dipendenti, servire un solo cliente alla volta nell’intero locale a prescindere dalla dimensione dello stesso?
Quanti dei servizi abitudinali potrà eseguire un parrucchiere senza poter lavare i capelli alle proprie clienti?
Perché lo Stato non supporta, anche economicamente, questo tipo di attività nell’adeguare il proprio negozio di tutti i presidi sanitari previsti dalla legge?
Noi abbiamo sostenuto l’esigenza di ripartire in sicurezza, quindi comprendiamo le accortezze e condividiamo che ci debbano essere elevati standard sanitari a tutela dei lavoratori e dei clienti. Ma annunciare che certe attività possono riaprire e poi obbligare i gestori a sottostare a regole che in tutta evidenza non gli permetterebbero di avere in qualunque tipo di ritorno economico sa tanto di presa in giro.
Libera e’ a disposizione, ascoltando tutti, a farsi pro-attivo per risolvere queste problematiche e ricercare le soluzioni migliori.

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