San Marino. Civico 10 su recupero crediti

San Marino. Civico 10 su recupero crediti

È di grande attualità in questi giorni il tema del recupero dei crediti tributari (in particolare crediti monofase) non riscossi dallo Stato. 

Parliamo di cifre di importo molto cospicuo: i crediti di natura tributaria ammontano nel 2011 a oltre 270 milioni di euro, di cui circa 160 di crediti monofase. Cifre che sono iscritte fra gli attivi di bilancio e quindi hanno la capacità di “falsare” notevolmente il bilancio stesso, sottostimando il deficit. Infatti il Fondo Rischi su Crediti, che dovrebbe “coprire” eventuali perdite su questi crediti, ammonta a soli 156 milioni di euro, di cui solo 51 a copertura dei crediti monofase. Questi sono i dati riportati dalla Commissione di Controllo per la Finanza Pubblica.

Diventa quindi fondamentale sapere in che misura quei crediti sono recuperabili oppure non recuperabili. Pensare di “pulire” il bilancio da questi crediti prima di avere verificato questa cosa e di avere perseguito pesantemente i responsabili significa di fatto sostenere l’idea di una sanatoria di massa, che sarebbe assolutamente inaccettabile in questa fase di difficoltà per l’economia “onesta”.

Anche per questo nel Consiglio di Gennaio Civico10 e Sinistra Unita hanno proposto un ordine del giorno mirante proprio a raggiungere questo obiettivo. Si chiedeva che “Il Consiglio Grande e Generale…considerata la necessità di valutare attentamente il grado di esigibilità dei crediti dello Stato e quindi la loro possibilità di recupero, con particolare riguardo ai crediti monofase, anche ai fini di chiarezza e correttezza del Bilancio dello Stato e di valutazione della congruità del Fondo Rischi su Crediti” impegnasse “il Congresso di Stato a formare entro il 28 Febbraio 2013 un apposito gruppo di lavoro interuffici a questi scopi deputato, utilizzando a tal fine personale già in forza alla Pubblica Amministrazione ed in possesso delle competenze tecniche necessarie, senza la corresponsione di alcun emolumento aggiuntivo alla retribuzione in essere”, al fine di “relazionare al Consiglio Grande e Generale in merito alle situazioni individuate nel più breve tempo possibile e comunque con congruo anticipo rispetto alla predisposizione del prossimo Bilancio di Previsione dello Stato, suggerendo anche le più opportune azioni a tutela degli interessi pubblici”.

Né più né meno di quanto farebbe una qualunque azienda alle prese con la stima dell’esigibilità dei suoi crediti. 

Purtroppo l’ordine del giorno è stato bocciato dal Governo e dalla maggioranza senza tante motivazioni, ed ora iniziamo purtroppo a capire perché.

La Trasparenza: la parola che fatica di più ad entrare nel vocabolario del Governo. Come dimostra anche la mancata attuazione dell’art.19 bis, su cui comunque andremo avanti.

La Trasparenza che richiederebbe di rendere noti i nomi delle persone fisiche o giuridiche che non hanno compiuto il loro dovere con lo Stato, come ha ben evidenziato anche il Segretario Tura: questo sarebbe già un ottimo inizio, e farebbe capire ai cittadini che la disonestà non paga, spingendoli anche a servirsi in misura sempre maggiore di soggetti onesti.

Ai cittadini si chiedono sacrifici, ma questi, per essere accettabili, devono essere accompagnati da comportamenti virtuosi delle istituzioni e da una lotta senza quartiere a chi fa il furbo evadendo le tasse e non adempiendo ai suoi doveri con lo Stato. In questo quadro la prima cosa da fare è rendere l’evasione fiscale un reato penale: specialmente dove, come a San Marino, si pagano poche imposte, il loro non pagamento va perseguito con la massima rigidità.

Purtroppo la legislatura su questi temi, tra rinvii, silenzi e mancate attuazioni, non è davvero cominciata bene…

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy