San Marino. Condannato a un anno, aggredì gli agenti

San Marino. Condannato a un anno, aggredì gli agenti

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Aggredì agenti / Giovane condannato a un anno

Antonio Fabbri 

“Lei deve chiedere scusa prima di tutto a se stesso. Così eviterà tante sofferenze a tante persone che le vogliono bene, prima di tutto i suoi genitori. Lei vale molto di più di queste sciocchezze. Lei si sta buttando via. Sta buttando via la sua vita che vale molto di più di quello che sta facendo”. Questo l’invito esplicito del giudice Gilberto Felici a un 23enne, noto al tribunale, a cambiare registro. Il giovane, nelle dichiarazioni rese, chiedeva anche scusa per i fatti di cui era accusato, tra cui offesa aggravata a pubblico ufficiale, arrivando fino a minacciarlo di morte, danneggiamento.

Il giovane aveva dato in escandescenza nella casa dei genitori a gennaio di quest’anno tanto che i genitori e anche alcuni vicini avevano  chiamato la Gendarmeria e la Guardia di Rocca. Il ragazzo aveva sfasciato alcuni mobili e suppellettili in casa e gli agenti erano stati costretti ad ammanettarlo. Da gennaio si trova in carcere. La perizia medica ha riscontrato nel giovane disturbi della personalità. “Non ero in me – ha dichiarato il ragazzo – avevo fumato l’erba che forse conteneva allucinogeni. Sono pentito”.

Il giudice, valutando la perizia sulla personalità del ragazzo e accogliendo in sostanza le richieste della Procura fiscale che aveva parlato di genitori terrorizzati dall’eccesso di ira del figlio, ha condannato il 23enne a un anno di prigionia e, come misura di sicurezza, a sei mesi di permanenza in una casa di cura.

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