San Marino, Congresso Cdls. Matteo Zeppa: ‘Il sindacato si liberi dai lacci della politica’

San Marino, Congresso Cdls. Matteo Zeppa: ‘Il sindacato si liberi dai lacci della politica’

Ospitiamo un intervento di Matteo Zeppa in merito al 14° Congresso Cdls al via proprio in questi minuti.

In questo “sistema Paese” si ha la netta impressione che la bilancia invece penda sempre più
verso chi il lavoro lo fornisce, e verso coloro che ne rappresentano i diritti.
Dimostrazione palese ed insindacabile: il mancato rinnovo di tutti i contratti di lavoro. Cosa
assurda, ma talmente assurda da risultare reale più dell’acqua che scorre nei fiumi.
Si ha la percezione che alcuni personaggi siano collegati da un filo unico, a mò di marionetta,
poiché
sono talmente capaci nel negare l’evidenza che fanno dannatamente
schifo. E che quel filo se dovesse realmente spezzarsi, farebbe crollare
tutto il castello di carte costruito in aria. Ma siamo esattamente al
punto: quel filo va spezzato.
Come ho avuto sempre modo di dire in tutte le occasioni a me concesse, il Sindacato ha una
colpa unica: detenere al suo interno humus della politica, che ne inficiano la reale potenza
sociale costruita negli anni. Sarò ancor più diretto: vi siete mai posti la domanda del perchè
alcune splendide iniziative intraprese dalla CSU siano miseramente fallite, dopo un ottimo inizio?
Semplicemente perchè probabilmente redarguiti da chi siede in alto.
Tutto molto semplice.
Ottime e lodevoli eventi (a volte anche storici) quali lo sciopero generale di due anni fa (legge Finanziaria);
la raccolta di firme (credo oltre 8000…e se ci pensate bene, fu un
successo enorme, poiché quei numeri sono quasi da approvazione di un
Referendum!!!) per i frontalieri; gli scioperi interzonali nelle zone
Industriali.
Tutte ottime iniziative, messe in atto da un nugolo di
persone, ma che di risultati hanno portato: ZERO, minando la stessa
credibilità del Sindacato agli occhi dei lavoratori.
E non credo e tantomeno voglio nemmeno pensarlo, che sia per la mancanza di capacità.
Chi
le organizzò ebbe il merito di pensarle, di proporle, di andare nelle
fabbriche a parlare davanti a persone di nazionalità differente e dire
che era necessario un atto di coraggio.
Ma temo vivamente che nella
realtà delle cose, pure all’interno della struttura sindacale, vi siano i
famosi lacci e legacci di cui sopra, che impediscono a chi davvero
possiede nel DNA la lotta, di emergere.

Leggi la lettera di Matteo Zeppa

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