San Marino. Congresso CDLS: sintesi relazione Marco Tura

San Marino. Congresso CDLS: sintesi relazione Marco Tura

SAN MARINO 26 OTTOBRE. Dalla carta d’identità delle competenze tecnologiche all’adesione ai programmi comunitari europei, dallo sportello unico del disagio sociale, alla flessibilità del sistema pensionistico, dalla Centrale dei Rischi all’agenzia per lo sviluppo. E’ un vero e proprio decalogo quello lanciato dal segretario uscente Marco Tura all’apertura del 15° congresso della CDLS.

Dieci proposte per sintonizzare il Paese con la “gigantesca trasformazione rappresentata dalla rivoluzione digitale, una innovazione a 360 gradi che ci obbliga a guardare in faccia al futuro, perché il mondo cambia vorticosamente e soprattutto lo fa senza chiederci il permesso”.

Alla platea dei 315 delegati riuniti al Kursaal, il segretario Tura ha velocemente ripercorso le tappe più significative che la CDLS ha affrontato dall’ultimo appuntamento congressuale. Due su tutte: il referendum salvastipendi e la riforma tributaria: “Due passaggi cruciali per il mondo del lavoro portati avanti seguendo le direttrici della trasparenza, dell’equità e della difesa del lavoro. Impegni affrontati dentro una crisi economico e occupazionale senza precedenti”.

E qui Tura ha orgogliosamente ricordato il ruolo di “avamposto” del sindacato sul fronte della crisi e di sostegno per migliaia di lavoratori finiti nella tempesta di questi anni. I numeri parlano chiaro: “Dall’inizio della crisi ad oggi – ha sottolineato – sono stati 4.300 i lavoratori licenziati assistiti dalle federazioni della Centrale Sindacale Unitaria, mentre è di circa 700mila euro la cifra di stipendi arretrati che il Fondo Servizi Sociali ha assicurato ai dipendenti delle aziende fallite. Negli ultimi quattro anni inoltre si contano 1.000 vertenze in sede conciliativa, di queste il 90% hanno riguardato il mancato pagamento degli stipendi. Mentre sono 300 le pratiche annuali per il Credito sociale e il Fondo Straordinario di Solidarietà seguite dalla CSU”. 

Una crisi non solo economica ma anche politica, diplomatica e reputazionale: “Negli ultimi abbiamo assistito a un susseguirsi quasi isterico di crisi di governo. Instabilità e divisioni hanno dominato la scena e l’apertura di processi che oggi chiamano in causa con le accuse di corruzione e riciclaggio diversi politici e imprenditori hanno brutalmente messo al centro del dibattito pubblico il tema della legalità. Compito del sindacato è quello di non stancarsi mai nel diffondere la cultura della legalità, una continua tensione educativa ai valori della trasparenza, dell’uguaglianza e della giustizia”. 

Il rilancio di San Marino, ha dunque rimarcato il segretario CDLS, deve poggiarsi su un ampio ventaglio di interventi. “Questo congresso vuole trasformarsi in una officina capace di costruire proposte e indicare un progetto complessivo”. 

Al primo posto c’è la necessità di affrontare la sfida dell’innovazione: “Siamo ormai immersi nella quarta rivoluzione industriale e non possiamo far finta di nulla. O peggio: non possiamo pensare di tutelare i lavoratori contrapponendoci a un sistema produttivo sempre più automatizzato, digitale e interconnesso. Così come la Repubblica di San Marino non può perdere altro tempo: archiviato il vecchio modello dell’anonimato societario e del segreto bancario deve nutrire l’ambizione di connettersi con le gigantesche trasformazioni della rivoluzione digitale, dell’industria 4.0, della biocompatibilità”. 

“L’innovazione tecnologica – continua Marco Tura – spinge le competenze sempre più verso l’alto e il processo produttivo non è più lo stesso: l’operaio si avvicina all’ingegnere e l’ingegnere all’operaio. Questo richiede uno sforzo enorme di riconversione dei lavoratori. Per questo la CDLS propone che la formazione individuale diventi un diritto contrattuale, ossia i contratti devono prevedere che ogni lavoratore abbia il diritto di usufruire di un monte ore di interventi formativi e che tale percorso si trasformi in una carta di identità delle competenze da spendere in un mercato del lavoro sempre più dinamico e con valore europeo”. 

E per la CDLS la sfida dell’innovazione è strettamente intrecciata con l’apertura all’Europa. “Sosteniamo con convinzione il percorso di associazione con l’UE e in una lettera inviata al Governo abbiamo chiesto di inserire nel processo negoziale l’adesione di San Marino ai Programmi Comunitari. Questo significa orientare il sindacato e le forze sociali su temi decisivi per il mondo del lavoro, come la formazione dei giovani sammarinesi basata su standard europei, modelli di riconoscimento delle competenze acquisite nel lavoro e nella vita quotidiana come avviene nei paesi europei, percorsi di alta istruzione e formazione di profili professionali oggi scoperti in Repubblica”. 

Dentro questo contesto di grandi cambiamenti il ruolo della PA deve essere centrale: “Pensiamo solo allo sforzo – spiega Tura – che le nostre istituzioni pubbliche saranno chiamate a fare per adeguarci alle normative europee. Occorre uscire da una logica fatta di interventi parziali ed episodici e prevedere un progetto unitario di pubblica amministrazione che, dopo 45 anni, arrivi a riformare la Legge Organica”. 

Tornando all’impatto della crisi sul tessuto sociale, il segretario ha ricordato che il crollo verticale del Pil di oltre il 30% ha prodotto fenomeni per certi versi inediti, legati al disagio sociale se non di vera e propria povertà. “Dobbiamo uscire dall’emergenza e dall’assistenzialismo per dare risposte che puntino alla rimozione delle cause che hanno provocato sofferenza sociale. In sostanza significa promuovere lo sportello unico delle difficoltà sociali, ossia realizzare una rete integrata e coordinata di servizi pubblici, terzo settore e organizzazioni sociali e aprire percorsi monitorati di recupero e inserimento lavorativo perché, come sempre, il lavoro è lo strumento principe di riscatto sociale e di promozione della dignità umana”. 

La radiografia delle criticità prosegue con il peso del debito pubblico, il dimezzamento della raccolta nel comparto bancario finanziario e l’esplosione dei crediti dubbi o non esigibili. 

Torna così di estrema attualità la realizzazione della Centrale dei Rischi: “Proposta che – ha sottolineato Marco Tura – da almeno un decennio abbiamo chiesto con forza. Richiesta sempre caduta nel vuoto, ma che, se fosse stata realizzata, avrebbe sicuramente ridotto oggi il problema dei crediti non esigibili”.

Inoltre “non è più rinviabile la piena trasparenza degli assetti proprietari degli Istituti di Credito sammarinesi, ed in particolare degli effettivi beneficiari che sono schermati dietro fiduciarie estere. Un’operazione trasparenza che diventa un elemento di chiarezza a tutela dei risparmiatori, della clientela e degli investitori”. 

Cerchiato di rosso anche il problema pensioni. Tura parte dalla gestione del patrimonio: “La Commissione delle Previdenza per quasi la totalità investe nel sistema bancario sammarinese, uno squilibrio tra le risorse investite a San Marino, ovvero in un sistema chiuso piccolo e poco patrimonializzato, e quelle investite sui mercati internazionali che rappresenta un punto debole. Crediamo sia quindi necessario affrontare la questione investimenti in modo organico, evitando di esprimersi di volta vin volta sul singolo strumento”. Per questo va “stabilito un metodo e precisi criteri sulla tipologia e sulla qualità degli investimenti previdenziali”. 

La riforma del primo pilastro, ovvero l’attuale sistema a ripartizione oggi in affanno anche a causa del calo occupazionale, “va invece affrontata soprattutto sul versante della flessibilità, offendo nuove forme di pensionamento parziale, con l’obiettivo di evitare tagli alle prestazioni”. 

Sul piano della previdenza complementare, “riteniamo vada rilanciata la proposta originaria della CDLS della gestione diretta da parte dei lavoratori e delle imprese. Allo stesso tempo le risorse raccolte devono poter in parte essere utilizzate per avviare progetti economici innovativi che offrano sviluppo per il Paese”. 

E a proposito di sviluppo, il segretario CDLS indica la proposta dell’Agenzia per lo sviluppo: “Un concreto coordinamento tra Governo, Camera di Commercio, associazioni imprenditoriali e sociali, corpo diplomatico e consolare capace di realizzare un piano integrato per attirare investimenti in settori dell’alta tecnologia, del digitale e della green economy”. 

Il decalogo congressuale si chiude indicando la necessità di aprire un tavolo negoziale tra Italia e San Marino che punti alla “parificazione di trattamento in tema diritti e ammortizzatori sociali per i lavoratori italiani occupati a San Marino e per i lavoratori sammarinesi occupati in Italia. E invita il futuro governo a riaprire la stabilizzazione contrattuale dei lavoratori frontalieri”. 

Alla platea dei delegati Marco Tura, dopo sei anni di segreteria, ha infine formalizzato la scelta di non ricandidarsi alla guida della Confederazione Democratica: “Sono certo – ha concluso – che la nostra organizzazione ha al suo interno risorse all’altezza, passione e competenze per interpretare il cambiamento ed essere un essenziale punto di riferimento per il mondo del lavoro”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy