San Marino. Consiglio G. e G. 17 gennaio 2013 pomeriggio. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio G. e G. 17 gennaio 2013 pomeriggio. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 16-17 GENNAIO

 

GIOVEDI’ 17 GENNAIO_POMERIGGIO

 

            I
lavori consiliari sono ripartiti nel pomeriggio dalla nomina del Gruppo tecnico
per la revisione della spesa pubblica, costituito da 5 membri, tre scelti dal congresso
di Stato e uno a testa da maggioranza e opposizione. Il governo ha proposto Francesca
Mularoni, attuale presidente della Commissione di controllo della finanza pubblica,
Eleonora Liberotti, fino allo scorso dicembre coordinatore del dipartimento Affari
interni, e Claudio Travaglini, professore ordinario di Economia aziendale all’università
di Bologna.

            La
maggioranza ha trovato l’accordo su Marco Tassitano, consulente aziendale e con
un’esperienza nella direzione del personale del gruppo Bi/Holding. Ha ottenuto 50
voti e cinque schede bianche. Per la minoranza l’accordo invece non è stato trovato.
Così Ps, Upr, C10 e Su hanno proposto Federica Renzi, coordinatrice alla segreteria
di Stato per le Finanze dal 2006 al 2008, mentre Rete Maurizio Pallante, saggista
e fondatore del movimento Decrescita felice. Come spiegato dal consigliere Roberto
Ciavatta di Rete Pallante “garantirebbe non solo capacità ma anche visibilità mediatica.
Si avvale inoltre di un pool di collaboratori”. Renzi l’ha spuntata con 42 voti
contro 7.

            E’
poi stato messo in votazione un ordine del giorno, condiviso da maggioranza e opposizione,
in tema di rappresentatività in alcune commissioni. L’odg è stato approvato all’unanimità:
“Il Consiglio grande e generale per garantire una corretta ed effettiva rappresentatività
delle associazioni di categoria dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei membri
nominati dal Consiglio grande e generale, si impegna a rivedere con procedura d’urgenza
entro la prossima seduta consiliare gli articoli di legge che disciplinano la rappresentatività
nelle seguenti commissioni di nomina del Consiglio grande e generale. Commissione
per la cooperazione, Commissione Prezzi, Consulta per la Pubblica istruzione, Consiglio
per la previdenza Iss, Consulta socio-sanitaria, Commissione per il Lavoro. Nelle
commissioni in cui è previsto un solo rappresentante dovrà essere specificato l’obbligo
di rotazione concordato tra le parti. In attesa delle modifiche di legge si dà mandato
ai presidenti di commissione di invitare ai lavori un delegato delle organizzazioni
sindacali e un delegato delle tre associazioni che rappresentano i datori di lavoro”.

            Si
è così ripartiti con il dibattito su Italia ed Europa. Cittadinanza attiva ha deciso
di ritirare dalla votazione il proprio odg, in quanto, ha spiegato il consigliere
di C10, Andrea Zafferani, esaurito dal dibattito stesso. La seduta è stata
interrotta verso le 18.30 e il dibattito proseguirà nella prossima.

 

Di seguito un riassunto degli interventi.

Gerardo Giovagnoli,
Psd
: “Siamo in attesa della seconda fase di
valutazione dell’Ocse, mentre sui rapporti con l’Italia per la ratifica occorre
attendere le elezioni politiche e l’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo
governo. La novità vera, dunque, riguarda l’Ue. Siamo a un punto di svolta e per
la prima volta una delegazione è venuta in visita a San Marino. Il programma del
governo è chiaro: dobbiamo proseguire con convinzione verso la dimensione europea
e una implementazione delle normative comunitarie. Per il Psd la strade dell’adesione
è la migliore, ma non ignoriamo quanto affermato dall’Ue. Ora dobbiamo impegnarci
per avvicinarci agli standard europei. I tempi del processo dipendono anche da noi.
Dobbiamo elevare il rango della Repubblica a livello comunitario. Il Psd crede che
il referendum sarà un momento storico”.



Paolo Crescentini,
Ps
: “Continuiamo a vivere nelle promesse che
si rivelano infondate. Sull’Ue siamo di fronte a un bivio, ma la politica non sa
cosa fare e tergiversa. Servono certezze, dobbiamo prendere una strada. Il Ps ha
dato la sua indicazione, ma la maggioranza non ascolta. Occorre avanzare la richiesta
di adesione per poi valutare i pro e i contro. Tra qualche mese ci sarà il referendum
senza che sia stato fornito un quadro dettagliato. Il governo ha tre visioni diverse
al suo interno e ancora non sa quale strada intraprendere. Allora la politica si
metta attorno a un tavolo e dia un messaggio chiaro”.

Ivan Foschi,
Su
: “Ci sono troppi tentennamenti. Con l’Ue
da anni si parla di pro e contro, ma non c’è chiarezza. La strategia vincente sarebbe
impostare in anticipo le scelte. Invece abbiamo perso tempo parlando di See. La
richiesta formale di adesione dimostrerebbe che facciamo sul serio e non abbiamo
nulla da nascondere. Invece il presupposto è che San Marino non voglia fare parte
dell’Ue. Ci siamo autocollocati con Paesi a sovranità relativa come Monaco e Andorra.
Potevamo scegliere la strada di Malta e Cipro. Il referendum è imminente, ma si
farà di tutto per rispettare la volontà dei sammarinesi? Quali sono i timori per
l’adesione? Certo, qualcuno perderà rendite di posizione perché ci sarà un quadro
normativo più chiaro e funzionale ai nostri obiettivi.

Sull’Italia
per Valentini siamo stati sfortunati, ma lo siamo almeno da 4 anni. Ma qualcuno
credeva veramente che il Parlamento italiano avrebbe fatto le corse per la ratifica
dell’accordo? Il problema è quanto non è stato fatto negli scorsi anni. Le leggi
vanno applicate ma noi diamo l’idea di essere poco convinti. Serve maggiore decisione
ma non mi pare che questo governo dia i necessari segnali di cambiamento”.

Luca Beccari,
Pdcs
: “Rischiano di passare in secondo piano
i contenuti della visita della delegazione europea. Sarebbe un grave errore. Alcuni
passaggi dimostrano infatti che il rapporto Ue-San Marino è cambiato. Dall’accordo
per la cooperazione doganale è la prima volta che vengono tenute in conto le nostre
esigenze, un’apertura importante.

Indipendentemente
dal referendum sarebbe un errore trascurare oggi questa apertura. Qualunque percorso
di dialogo con l’Ue non può prescindere dalla salvaguardia delle nostre peculiarità.
Spero saremo capaci di trovare convergenze sulle scelte da prendere. E sull’esito
del referendum influirà l’evoluzione del rapporto con l’Ue.

Il Paese ha
capito che il percorso verso la trasparenza è l’unica strada per avere dei partner.
San Marino ha fatto passi in avanti e il percorso deve continuare: la firma con
l’Italia e l’avvio della ratifica sono elementi fondamentali. Alcuni aspetti con
l’Italia vanno ripresi in mano, per esempio l’accordo sull’interscambio che risale
al 1993. Invito dunque l’aula a riflettere sull’opportunità delle relazioni con
l’Ue e il governo al massimo sforzo per un confronto sull’opportunità di una maggiore
integrazione”.

Marco Podeschi, Upr: “Sui rapporti bilaterali Italia-San Marino siamo ancora punto
a capo, purtroppo. Convengo con il segretario Valentini che siamo molto
sfortunati. Nel 2008 andai come tecnico alla Farnesina e anche allora si
parlava di apertura di rapporti. A distanza di 4 anni il problema politico di
cambiamento dei protagonisti si ripete, dato che il Parlamento italiano è
prossimo al rinnovo e non ratificherà l’accordo. Oggi, nonostante i passi in
avanti fatti, restiamo in black list e i nostri operatori economici devono
confrontarsi in un quadro di pesante difficoltà. Rimane aperto il problema
della famigerata tassa etnica, altro argomento di criticità con l’Italia ed non
è dato sapere quali saranno le evoluzioni nei rapporti. Spero che il nuovo
governo e il nuovo parlamento italiano chiudano nei prossimi mesi questa
situazione. Sull’Unione europea dissento dal quadro fatto dal consigliere
Beccari. C’è una richiesta dei cittadini che vogliono celebrare il referendum.
E quando sarà nota la data di questo appuntamento i sammarinesi dovranno
pronunciarsi, non andrei ad interpretare i risultati fin da ora.

Non si capisce perché nei decenni scorsi San
Marino non ha mai fatto una scelta sull’Europa e siamo qui ancora a parlare di
evoluzioni dei rapporti, di consapevolezza che manca ai cittadini, dimenticando
che noi respiriamo aria europea. Certo, è utopistico aderire tout court all’Ue.
Ma è ormai giunto il tempo che la gente si pronunci sul quesito referendario e
che le forze politiche facciano presente loro le proprie posizioni e i
possibili scenari”.

Elena Tonnini, Rete: “Occorre affrontare prima di tutto le
problematiche di un sistema che ha permesso l’ingresso di capitali di
provenienza mafiosa. Occorre porre nuove basi di stabilità e autorevolezza. Il
segretario di Stato Valentini ha elencato settori validi per un nuovo sviluppo,
ma sono idee generiche che non identificano un indirizzo preciso. Altro punto,
è identificare l’evasione e la trasparenza di dati. Se le società anonime sono
state abolite, non lo è stato l’anonimato e la possibilità di eludere il fisco.
Si deve pretendere di conoscere i beneficiari effettivi di fiduciarie e
proprietà. Di oggi è la notizia che un importante esponente bancario
sammarinese è coinvolto in un indagine della procura di Forlì su prostituzione
e altri gravi reati. Vanno combattute queste situazioni, invece questi punti
sono ancora tabù e delegati ad altri. Si delega così alla firma con l’Italia la
condizione essenziale di uscita dalla black list., quando dovrebbe essere una
naturale conseguenza di azioni interne. Il nostro Paese non è preparato per
seguire il percorso di adesione al See, non ne ha le risorse, non è preparato
sul fronte della trasparenza. San Marino accoglie di fatto le convenzioni che
si scontrano con la normativa interna. Rischiamo di delegare all’Europa la
soluzione dei nostri mali, quando dovremo decidere in assoluta autonomia.
Occorre quindi, in vista anche del referendum, divulgare le informazioni e
attuare un percorso di condivisione con la cittadinanza”.

Antonella Mularoni, Ap: “Ho ascoltato solo polemica sul
referendum. Si farà, lo abbiamo scritto nel programma elettorale. La data non
si sa ancora perché la decide la Reggenza, decorsi sei mesi dalle elezioni. La
Commissione e il Consiglio europeo ci hanno detto in modo chiaro di non essere
pronti ad accoglierci come Paese membro, ma hanno avanzato delle ipotesi, di
cui due preferite dall’Ue. In più, il Consiglio europeo ci ha detto che farà
consultazioni con noi nel primo semestre del 2013 e vorranno sapere da noi che
lavoro abbiamo fatto. Il referendum si farà e se anche dovessero prevalere i
sì, possiamo mandare la domanda di adesione e, in attesa di una risposta, che
potrebbe arrivare dopo anni, dobbiamo lavorare per avere un’alternativa.
Abbiamo avuto un’apertura da parte dell’Ue che per molti anni non c’è stata.
Per molti anni l’Unione europea ci ha ignorato, ma ha iniziato a considerarci
perché nella scorsa legislatura abbiamo fatto un lavoro serio, cerchiamo di
continuarlo. Dobbiamo fare una task force che inizi a lavorare da oggi. Così a
marzo, quando arriveranno, dovremo essere pronti. Intanto lavoriamo, in molti
settori possiamo approfondire il discorso, ad esempio sull’Iva.
Al consigliere Foschi ricordo che il tanto vituperato governo della precedente
legislatura ha tolto San Marino dalla procedura rafforzata del Moneyval e gli
ha consentito di uscire dalla lista grigia Ocse, per entrare in quella bianca.
In black list San Marino è dal 1999, e quando lei era al governo, Foschi, non
se ne è nemmeno preoccupato. Vi ricordate che siamo riusciti a scongiurare
l’uscita di San Marino dal sistema di pagamenti e che arrestavano i dirigenti
di banca? Ci vuole onestà intellettuale, caro Foschi.

La lettera del presidente Monti aveva collegato
l’uscita della black list alla valutazione Ocse. Abbiamo tutti i motivi per
pensare che sarà positiva, ma se il ritardo nell’arrivo di questo lavoro
dovesse rendere difficoltosa l’uscita black list, dobbiamo prepararci ad
evitarlo. Il lavoro iniziato nella scorsa legislatura va continuato, a livello
di Ue deve iniziare da subito e la mia forza politica darà il suo
contributo”.

Andrea Zafferani, C10: “Il rimpallo di responsabilità non è mai
stato utile, su questi temi serve collaborazione tra le forze politiche e non
la polemica. L’uscita dalla black list e il chiarimento sulla residenza fiscale
delle imprese sono le esigenze più impellenti, ma l’accordo firmato non si
ferma su questi punti. Dà infatti opportunità per nuove nicchie di economie.
L’Accordo di cooperazione va riempito di fatti. Penso ad un accordo finanziario
e alla possibilità delle nostre banche di lavorare in Italia. Quali sono in
prospettiva i passaggi per arrivare a questi obiettivi? Nel trittico di accordi
firmati c’è molta nuova economia possibile e noi non ci stiamo muovendo per
dargli concretezza. Che scelte stiamo facendo per creare una nuova economia su
questi accordi per attrarre investimenti compatibili con le nuove nicchie, per
essere pronti al momento della ratifica? Vorremmo capire in che modo si dà coerenza
a questi progetti. Sull’Ue penso che negli ultimi anni San Marino ha iniziato a
guardare all’Europa con meno parole e più fatti. Ma deve adottare un approccio
pragmatico, ottenere maggior integrazione economica attraverso la piena
applicazione delle libertà fondamentali, l’accesso di tutta una serie di
programmi europei e dei relativi finanziamenti, la negoziazione di alcune
deroghe, in particolare sul mercato del lavoro e delle residenze. C10 da subito
intende studiare un percorso condiviso e rapido coerente con le necessità sopra
elencate”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Il rapporto con l’Ue è un tema molto
importante e l’apertura di dialogo va apprezzata. Siamo tutti d’accordo
sull’integrazione, ma la qualità e la quantità necessitano un confronto. Senza
dimenticare che rimanere inattivi ha un costo. Il referendum non è un ostacolo
e un problema, è il momento in cui il Paese esprimerà un messaggio politico
forte e che andrà utilizzato come tale. San Marino Bene comune persegue la
maggiore integrazione e tutto l’apparato pubblico deve adeguarsi agli standard
europei. Anche i media devono dare il loro contributo.

Le soluzioni prospettate non precludono
l’adesione e il Paese deve esprimere una volontà forte: l’Ie è disponibile al
confronto e l’accordo sarebbe la prima tappa. Occorre poi negoziare e affermare
la nostra identità. Non è una questione tecnica adesso, ma un progetto
politico”.

Gian Nicola Berti, Ns: “La tematica è importante. Il riferimento di
Valentini è utile e dobbiamo essere soddisfatti per l’attenzione dell’Ue alle
piccole realtà. Abbiamo comparti economici tipici di ogni Stato, anche se
ridotti, e l’Ue è un punto di arrivo per un Paese come San Marino. Anche se
l’unione politica è lontana dall’essere raggiunta. Dunque dobbiamo negoziare le
modalità di integrazione. L’adesione completa ci esporrebbe a difficoltà. Per
cui occorre verificare se l’accordo di associazione è lo strumento più
adeguato. Dobbiamo riflettere anche sulla portata del referendum dato che oggi
si aprono nuove strade”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le
Finanze
: “E’ molto importante in
avvio di legislatura affrontare questo dibattito. Per i piccoli Stati è
fondamentale avere una rete di relazioni internazionali solida e le scelte di
oggi sono importanti per il nostro futuro. Se San Marino crede nei propri mezzi
è la carta migliore per rapportarci a livello internazionale. Non è tutto già
definito, conta il valore aggiunto che si porta al tavolo del confronto. Nella
relazione Efta c’è un elemento nuovo, che l’integrazione può venire con uno o
più accordi: abbiamo convinto con il dialogo la missione che San Marino ha
proprie caratterizzazioni. E Monaco che si fa da parte testimonia che la
dinamica è in movimento. Le quattro libertà restano tali, come gran parte
dell’acquis comunitario, in ogni opzione di integrazione, occupiamoci allora di
quel che resta, definiamo i prossimi passaggi. Gli elementi non sono tutti
precisati anche se la prospettiva di integrazione è comunque più concreta di
qualche mese fa. Serve un approfondimento attento dei vari temi, il Paese, dopo
anni di sonno e pause, oggi elabora un proprio futuro basato su risorse certe e
percorsi anche impegnativi”.

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