San Marino. Consiglio G. e G. 22-30 ottobre, mattina 25 ottobre

San Marino. Consiglio G. e G. 22-30 ottobre, mattina 25 ottobre

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-30 OTTOBRE

VENERDI’ 24 OTTOBRE-mattina 

In seduta mattutina i lavori del Consiglio grande e generale riprendono dalle repliche del dibattito sull’occupazione. Si è passati quindi alla presentazione in Aula, da parte del segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, del progetto di legge, in prima lettura, “Disciplina delle licenze per l’esercizio delle attività industriali, di servizio, artigianali e commerciali”, cui è seguito il dibattito. I lavori si sono chiusi al comma 19, con le repliche del dibattito dedicato all’accordo e al progetto di legge che regolamentano il trattamento economico e normativo dei docenti della religione cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino. Dallo stesso comma riprenderà la seduta pomeridiana. 

 

Di seguito un riassunto dei lavori di questa mattina.

 

Comma 17, dibattito sull’occupazione. c) Progetto di legge “Modifica del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo” (presentato dalla Segreteria di Stato per il Lavoro per il Congresso di Stato) (I^ lettura); d) Progetto di legge “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento” (presentato dal Gruppo Consiliare Civico10) (I^ lettura)

Repliche:

Francesca Michelotti, Su: “Emerge la necessità assoluta di creare lavoro. Non sono d’accordo su tutte le soluzioni proposte dal segretario di Stato, ma condivido la necessità di intervenire sulle storture del sistema. Il numero delle imprese calano e 3.000 delle restanti hanno zero dipendenti. 1.266 sono attività immobiliari, informatiche e di servizio alle imprese. E queste sono attività scivolose. Speravo in una auto-bonifica del sistema, ma il numero di queste attività resta sorprendentemente alto, un dato disfunzionale per la nostra economia e per l’occupazione. E’ difficile credere che in questo momento possa essere efficace il rilancio dell’apprendistato e il rinserimento dei disoccupati. Gli ammortizzatori sociali, per stipendi bassi e con l’oggettiva impossibilità a trovare lavoro, sono cruciali, sarebbe stato meglio un minimo garantito per tutti. Dunque un salario di cittadinanza. E adeguate misure per sostenere le famiglie su mutuo, rette e via dicendo. Si rischia il collasso di interi nuclei. Orientamento e formazione sono una carta indispensabile da giocare, ma si tratta di strumenti di garanzia per il lungo periodo, inadatti per il contingente che è trovare occupazione ai disoccupati. Occorre favorire chi vuole fare imprese. Lo Stato diventi il coraggio delle persone. Si potrebbe fare uno screening per individuare produzioni artigianali da rilanciare”.

Andrea Zafferani, C10: “Sulla non eccessiva attrattività di una proposta di incentivazione fiscale per l’assunzione di lavoratori, succo della nostra normativa, in un momento di crisi, posso anche essere d’accordo. Però nella legge sullo sviluppo avete fatto la stessa cosa. Ci possono essere aziende che riescono a generare utili e dunque possono assumere. Per cui l’intervento potrebbe essere utile.
Posso non aver letto bene la legge, come afferma il segretario di Stato, per cui faccio tre domande: si può assumere un lavoratore alla prima esperienza con un contratto di apprendistato a 17 mesi e non tenerlo? Mi pare di sì. All’art 6 si può pagare il lavoratore solo il 20% e dopo 3 mesi mandarlo via? Mi pare di sì. All’articolo 9 si possono assumere lavoratori deboli con contratto a 12 mesi e poi non confermarli? Condivido comunque l’idea degli incentivi, ma va aggiustata e resa più mirata. Pensiamo anche a chi non ha ammortizzatori sociali”.

Tony Margiotta, Su: “Ho accolto con piacere le parole del segretario Belluzzi che ribadisce come si tratti di un testo su cui si può lavorare e confrontarsi”.

Iro Belluzzi, Segretario di Stato al Lavoro: “Le preoccupazioni e le proposte del consigliere Michelotti per creare nuova occupazione sono elementi condivisibili. Nel riordino generale di quelle che sono le leggi alla base della struttura dello Stato ci sarà anche la Legge di riforma o aggiustamento sulle cooperative. Ritengo che le Cooperative possano essere un importante strumento di imprenditoria, ma va vissuto in maniera più solidale e più attenta alle nuove sensibilità del mondo giovanile. Gli strumenti degli ammortizzatori sociali e mobilità invece non devono diventare un succedaneo del reddito”.

 

Comma 18: Progetto di legge “Disciplina delle licenze per l’esercizio delle attività industriali, di servizio, artigianali e commerciali”

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Siamo in presenza di un progetto di legge che permetterà di ottenere il rilascio di una licenza il giorno stesso in cui viene presentata la relativa istanza, qualora l’operatore dichiari di avere tutti i requisiti di legge per ottenerla. Ovviamente questo sistema, per funzionare, necessita di un serio ed efficace sistema di controlli da parte dei competenti uffici e perciò se ne è esplicitamente prevista l’obbligatorietà e un utilizzo consapevole e corretto delle autocertificazioni da parte dell’utente. L’utente che effettuerà false dichiarazioni sarà punito a norma di legge. I punti più qualificanti di questa proposta di legge sono: 1) l’introduzione della possibilità di avere in campo a un medesimo operatore economico più licenze, riducendo così i costi di gestione di un’attività economica. In tal senso, pur sempre all’interno di un progetto d’impresa coerente, sarà d’ora in poi possibile condurre attività che avrebbero prima richiesto la costituzione di due o più società. 2) La possibilità, ai fini del rilascio della licenza, di utilizzare la dichiarazione di un libero professionista regolarmente iscritto all’Albo degli Ingegneri e Architetti e al Collegio dei Geometri, nella quale si attesti che i lavori eseguiti sono conformi all’ultimo progetto approvato comprensivo delle eventuali prescrizioni dettate dalla Protezione Civile prima ancora che termini il procedimento per il rilascio della conformità edilizia. 3) La facoltà data alle Autorità competenti a rilasciare le autorizzazioni, nel caso la realizzazione dell’attività oggetto di licenza possa essere avviata con un percorso graduale e progressivo, di autorizzare l’attività richiesta (anche in parte) onde consentire l’immediata operatività dell’imprenditore. 4) L’introduzione della distinzione tra sede operativa e sede legale onde risolvere diverse problematiche legate al trasferimento sede e a dove effettuare le comunicazioni all’operatore. 5) La possibilità di ricorrere al part time imprenditoriale al fine di favorire l’iniziativa imprenditoriale di persone che esercitano un’attività lavorativa alle dipendenze di terzi e per le quali il rischio di impresa a fronte di un lavoro stabile può essere un forte deterrente nel decidere di realizzare un’attività in proprio. 6) Ampliamento delle possibilità di utilizzo del Codice Operatore Economico prima di avere il rilascio della licenza così da poter già acquistare tutto ciò che serve per l’esercizio della propria attività. In conclusione mi sento in dovere di evidenziare che il nostro Paese non può prescindere dal dare servizi efficienti e altamente informatizzati e da norme che semplificano l’avvio e la conduzione di un’attività imprenditoriale. Semplificare però non significa voler tornare a un passato ove la legalità era un aspetto secondario della nostra economica e dove non venivano effettuati controlli sistematici. Infatti è proprio l’evoluzione della cultura legata ai controlli che permetterà di rispondere rapidamente alle esigenze degli operatori economici.
Mi permetto di dire che questa legge è stata chiamata legge sulla sburocratizzazione ma in realtà non è solo questo. E’ anche una legge che agevola l’operatore che vuole fare impresa a San Marino. Noi andiamo oggi a sburocratizzare e a rendere efficiente un sistema che crea molte difficoltà ai professionisti. Se fossimo intervenuti prima non ci sarebbe stato bisogno di un’azione a “gamba tesa”. Però dobbiamo ricordare dove non vogliamo tornare a “licenzopoli”. Apriamo la nostra visione a un paese sburocratizzato. L’informatizzazione sarà una rivoluzione soprattutto per chi lavora con l’ufficio Industria. Tutto questo però dovrà passare per un potenziamento e un supporto a chi deve fare controlli. La creazione di un Nucleo Anti-Frode in tal senso è un passo fondamentale”.

Massimo Cenci, Ns: “Finalmente riusciamo a portare in Aula questa legge, molto attesa dagli operatori. E’ uno di quegli interventi importanti che daranno slancio all’avvio di nuove imprese. Faccio una critica: questo intervento è fermo dal mese di luglio alla segreteria istituzionale. Occorre valutare quali sono le priorità vere del Paese e non spendere giorni a discutere su temi minori. Siamo in ottobre, la prima lettura è slittata da luglio.
Si è cominciato un percorso nel 2010 che proseguirà, perché non si esaurisce con questo provvedimento che contiene innovazioni attese, mi riferisco per esempio alla ‘licenza in un giorno’. L’auspicio che mi faccio: il mondo delle imprese è in continua evoluzione e deve sempre considerare che succede fuori di qui. Mi auguro ci sia anche un monitoraggio continuo sull’impresa al di fuori dei nostri confini”.

Elena Tonnini, Rete: “Questo progetto di legge non agisce contro le discrezionalità del congresso di Stato, sono comprese le commissionarie, ma esistono tutti i tempi per portare cambiamenti. Il progetto di legge ha potenzialità enormi nell’affrontare l’elusione.
Perché sono stati inseriti ben otto criteri delegati nella legge? Questo stona rispetto alla necessità di superare discrezionalità del congresso. Diciamo di mettere poche, ma chiare regole, e preventivate, non delegate al congresso. Così si disorientano gli imprenditori che cercano certezze. Il segretario si è speso sulla volontà di sburocratizzare e non ci pare che rinviare a decreti vada in questa direzione.
I controlli: il Greco aveva raccomandato di garantire che i funzionari di polizia e giudici ricevessero formazione, ci chiediamo se questa formazione è avvenuta. Rispetto a licenzopoli, verso cui al segretario riconosciamo coraggio, ribadisco le posizioni portate del Greco che parla di gap tra percezione bassa della corruzione delle istituzioni e prevenzione, i controlli per San Marino non rappresentano infatti un automatismo. Per noi ci sono poi problemi sulla tassa di licenza, superiore a due mila euro. Sappiamo infine che la segreteria sta lavorando a una legge sull’artigianato, non ancora condivisa dall’opposizione. Dalla bozza risulta che un singolo operatore potrà avere intestate due licenze, oltre a richiedere di ottenere al più presto la bozza, mi chiedo se la cosa sia compatibile”.

Mimma Zavoli, C10: “L’argomento del rilascio licenze è cruciale per il Paese, su di esso si possono riconoscere i cardini della nuova San Marino che si sta impostando con gli ultimi provvedimenti. Lo snellimento è il concetto su cui dovrà ruotare il futuro del comparto. Dobbiamo renderci sempre più attrattivi e ciò deriva anche da procedure più snelle. Posso fare poi una legge che sulla carta è ottima, però poi magari faccio fatica- è un esempio sciocco- a reperire il numero civico. Attenzione a quello che stiamo facendo. Se un ufficio dello Stato deve procedere a una verifica, dovrà trovare le indicazioni di quella ditta, ora non è così.
La politica deve restare fuori e limitarsi a fare provvedimenti. Dobbiamo resistere a tentazioni e restare nell’ambito di fare e applicare le legge, altro la politica non lo deve assolutamente fare. Dobbiamo fare attenzione anche all’uso delle decretazioni”.

Andrea Zafferani, C10: “Sottolineo alcuni aspetti positivi della legge, desidero porre attenzione sul concetto di attività prevalente. Chiedo a segretario se accanto a questo si possa introdurre il concetto che all’attività prevalente segua necessariamente l’applicazione del contratto compatibile e non il più conveniente. Mi piacerebbe poi sapere se si potesse lavorare, in prospettiva, sul fatto che non tutte le attività d’impresa sono desiderabili, creando condizioni di attrattività particolari per certi settori, per numero dipendenti etc. Poi ci possono essere imprese neutre e quelle che invece necessitano di più controlli, faccio l’esempio del ComproOro. Chiedo quindi se nella legge si può inserire questo concetto. Perché non dare poi all’ufficio Industria e commercio il ruolo di pubblico ufficiale, come si sta facendo con l’ufficio tributario, visto i controlli che dovrà effettuare? Chi commina le sanzioni? Occorre ridurre le tasse richieste, come l’istruttoria. Non mi piace infine il discorso della revoca del congresso di Stato, è concetto da superare”.

Marco Gatti, Pdcs: “Credo che abbiamo una chiara visione oggi delle cose che hanno funzionato e di quelle che non hanno funzionato. A parte le licenze rilasciate ai residenti fino ad oggi, le procedure erano tutte autorizzative, affidate alla discrezionalità del Congresso. Dobbiamo puntare fortemente sull’informatizzazione perché ci consente di avere quegli strumenti che mettono in evidenza le anomalie: a San Marino non danno fastidio gli operatori economici che lavorano in maniera seria, ma quelli che si camuffano da operatori violando le leggi. A fianco a questo ci vuole un’amministrazione al servizio del cittadino e dell’impresa: solo così San Marino resterà paese competitivo, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche per ciò che riguarda la certezza normativa”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Ben venga sia la normativa che accelera i tempi per aprire un’azienda, sia la considerazione che questo progetto di legge è un primo passo verso l’obiettivo finale di rendere il nostro paese più competitivo. La norma rinvia alla Carta dei Servizi ed io ritengo auspicabile che la prima versione arrivi in Consiglio a breve, in maniera tale che anche durante l’analisi in commissione del progetto di legge si possa conoscere appieno anche il suo testo ”.


Roberto Ciavatta,Rete
: “Licenzopoli è una delle pagine che più male hanno fatto a questo Paese perché quella sentenza sostanzialmente ammette che è consentita l’ignoranza della legge per quanto riguarda le licenze. Ribadisco la necessità, in una tematica come questa, di avere un Testo Unico multilingue: eliminiamo il rimando ai decreti perché questa è una delle questioni che impediscono a una legge di essere immediatamente comprensibile. Mi auguro che si possano prendere un paio di mesi per facilitare il confronto tra Segreteria, parti sindacali e forze di maggioranza e opposizione per predisporre al suo interno quelle norme che altrimenti verrebbero rimandati ai decreti”.

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Lo dico da subito. Il confronto ci sarà e cercheremo di dare risposte alle problematiche sollevate nel corso dei vari interventi. Il Nucleo Anti-Frode fa riferimento all’Ufficio Industria e sete dei suoi componenti sono profili specifici di altissimo livello: la vera sfida ora è la formazione di questi corpi. Perché il sistema dei controlli ha un ruolo fondamentale nell’efficacia di questa Legge. La carta dei servizi sarà base funzionale di questa legge”.

 

– Comma 19. – Accordo per regolamentare il trattamento economico e normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino;

– Progetto di legge “Trattamento economico e normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino”, prima lettura.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura:
“L’esigenza di uniformare il trattamento normativo ed economico degli insegnanti di Religione che prestano servizio presso le Scuole della Repubblica di San Marino a quello degli altri insegnanti, ha reso indispensabile il presente progetto di legge. Il provvedimento trae origine dall’accordo stipulato in data 16 maggio 2013, siglato fra congresso di Stato e Diocesi di San Marino. Gli insegnanti di religioni non sono titolari di contratti di lavoro a tempo indeterminato bensì di incarichi conferiti loro annualmente previo benestare della Curia vescovile Feretrana. Ciò impedisce di riconoscere istituti quali l’anzianità di servizio e conseguentemente gli scatti di anzianità e le indennità di funzione, propri degli insegnanti colleghi di altre discipline. Il personale in oggetto però beneficia già degli stessi istituti previsti per gli insegnanti incaricati a tempo indeterminato, quali l’aspettativa post partum e i permessi annuali retribuiti e non previsti per gli incarichi a tempo determinato. Difficile invece introdurre per legge l’aspettativa per malattia di un familiare, poiché nel pubblico impiego non è prevista questa forma di aspettativa, non è un istituto regolato dalla legge ma richiederebbe un’articolazione più complessa. La legge infine non prevede una norma specifica che impegna il governo nella definizione di un nuovo accordo con la Santa Sede. Auspico che il presente progetto di legge sia favorevolmente accolto dal Consiglio grande e generale”.


Denise Bronzetti, Indipendente
: “Il segretario ce l’ha messa tutta, ma mi permetta di sottolineare alcune situazioni e non mi sperticherò in considerazioni storiche e filosofiche sull’importanza dell’insegnamento della religione e della religione cattolica, non perché non sia un fatto importante. Nessuno sta qui a voler fare battaglie che non vadano nella direzione dell’acquisizione di diritti. Va però detto che, a differenza di altri insegnanti, che stanno dentro una graduatoria e si sottopongono a determinate regole, quelli di religione non lo fanno. Qui c’è una condizione di partenza diversa. Questi insegnanti sono scelti da un allegato preciso che fa parte di una legge, non sono mai stati lasciati in balia del vento, anzi. Oggi è possibile anche chiedere l’esonero dall’ora di religione a scuola. Questo è un ragionamento che avrebbe dovuto sottendere alla sottoscrizione di questi accordi. Da un lato facciamo provvedimenti di spending review, dall’altra questi provvedimenti. Va accettato il concetto che gli insegnanti sono tutti uguali, ma con le dovute considerazioni”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Spiace che un vecchio ex marxista diventi amico prima di Cl poi della diocesi feretrana, ci si aspetterebbe altro da chi dovrebbe avere sensibilità differente. Questo provvedimento tocca tema delicato, quello che state facendo al governo è aumentare tutele e gli stipendi per chi ha già molto e allo stesso tempo, lasciare a se stessi coloro cui non viene rinnovato il contratto. Qua si stabilisce che un docente non assunto in base graduatorie, ma con nulla osta della diocesi sia parificato come trattamento ai suoi colleghi. Non si tratta di un’ora di storia delle religioni ma di un’ora di religione cattolica, questo è il problema. L’accordo si traduce in aumento significativo dello stipendio dei docenti, in un momento di tagli della spesa, in un settore dove non sono stati rinnovati contratti a bidelli e cuochi. In sintesi, finché l’insegnante di religione è scelto dalla curia e l’insegnamento, non obbligatorio, riguarderà solo la religione cattolica, saremo contrari a parificare il suo trattamento economico agli altri. Siamo estremamente contrari al provvedimento”.


Luca Santolini, C10
: “Concordo molte riflessioni fatte sull’adeguamento contrattuale, mi rende pensieroso in un momento di spending review e per la tipologia molto particolare di questi lavoratori e del loro reperimento. Il problema è che l’ora di religione dovrebbe dare ai ragazzi gli strumenti adeguati per conoscere le proprie radici spirituali, ma anche le diverse strade possibili da seguire sulla spiritualità. In un Paese laico come il nostro, ritengo che la Curia non possa dare l’assenso per il reperimento dell’insegnante. Non possiamo fare finta poi che il nostro Paese non si stia aprendo a una società multietnica”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Voteremo a favore della ratifica di questo accordo. Non è una vera stabilizzazione perché si riconoscono istituti normativi e retributivi riconosciuti ad altri dipendenti che operano nel settore scolastico. Voglio però dire una cosa: il segretario Morganti si è espresso in passato, da giornalista e non firmandosi, contro la stabilizzazione e adesso invece porta avanti una sorta di legge del contrappasso. Non c’è coerenza nel suo operato. Non dovrebbe esprimersi su questo tema. Io vorrei dunque ribadire che siamo favorevoli a questo accordo ma il segretario le critiche se le va a cercare ed anzi credo di essere stata anche meno cattiva di quanto non lo sia stato lui per lungo tempo nei miei confronti”.


Francesca Michelotti, Su
: “Nella nostra Dichiarazione dei Diritti non compare mai la parola ‘laicità’ perché è stata oggetto di un dibattito ideologico fortissimo ed ora ci troviamo privi di una parola che caratterizza tantissimo la civiltà di un popolo. Non sto criticando il modo in cui viene insegnata la religione a San Marino, però è vero che non dovremmo parlare dell’insegnamento della religione cattolica ma dovremmo parlare dell’insegnamento della religione. Noi non potremo votare né a favore della ratifica, né a favore del progetto di legge quando dovremo analizzarlo in seconda lettura”.

Franco Santi, C10: “Questo percorso va a creare una forzatura nel nostro ordinamento per riconoscere un diritto che comunque ritengo essere condivisibile. Lo Stato però si deve porre diversamente nei confronti dell’accordo con la Santa Sede. Condividiamo il fatto che nella scuola sammarinese siano previsti momenti di approfondimento sulla tradizione religiosa del nostro paese. Da una parte però, togliamo pure la facoltatività dell’insegnamento per restituirgli dignità, dall’altra credo che questo tipo di insegnamento dovrebbe uniformarsi alle regole generali. Vorrei che si lavorasse per riconoscere le esigenze di tutte le parti, lavorando in maniera paritaria. Invece nuovamente il governo ha lasciato prevalere esigenze particolari rispetto a esigenze generali. Ribadisco la contrarietà del movimento sia all’accordo che al progetto di legge”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Condivido gli obiettivi del provvedimento che nasce dall’esigenza di uniformità nel trattamento degli insegnanti di religione con gli altri insegnanti. I professori di religione hanno incarichi riconosciuti annualmente e non hanno gli stessi diritti e benefici degli insegnanti ordinari. L’insegnamento della religione cattolica ha anche un valore culturale. Mi meraviglio che alcuni consiglieri non vogliano riconoscere i diritti dei lavoratori: alcuni insegnanti di religione lavorano da 20 anni senza essere mai stati stabilizzati. In particolare mi rivolgo a quei colleghi che hanno voluto fare una battaglia ideologica, senza riconoscere diritti dei lavoratori e delle donne”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione, replica: “Ho apprezzato al di là delle critiche molto forti gli interventi dei consiglieri. La convenzione che porta la mia firma è un atto del governo approvata all’unanimità a cui nessuno si è opposto: dico questo rivolgendomi al consigliere Valeria Ciavatta che ce l’ha a morte con presunte lettere che a suo dire io scrissi a un giornale in passato. Ma questo è un discorso che non interessa il dibattito consiliare in questo frangente. Il provvedimento di legge non si occupa di favorire un cambiamento culturale, ma grazie anche al dibattito consiliare sicuramente stimola un’evoluzione culturale. Sulle osservazioni rivoltemi:1) sono 11 gli insegnati di religione a San Marino, il cui costo si aggira intorno ai 100 mila euro all’anno 2) per quanto riguarda la scuola dell’infanzia c’è stato un impegno per garantire 5 posti a questa fattispecie di insegnanti 3) il percorso verso la laicità della scuola è evidente e sotto gli occhi di tutti: sono stati gli stessi insegnanti di religione a chiedermelo perché chiedono un passo in avanti e di conseguenza una valorizzazione della loro attività professionale”.

 

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