San Marino. Consiglio Grande e Generale, 24 maggio pomeriggio

San Marino. Consiglio Grande e Generale, 24 maggio pomeriggio

 

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 20-24 MAGGIO

                                     VENERDI’ 24 MAGGIO – POMERIGGIO           

I lavori del
Consiglio grande e generale riprendono nel pomeriggio con gli ultimi due
interventi al comma 22, sul progetto di legge che modifica il calendario delle
festività.

Segue la presentazione in prima lettura e il dibattito
sul progetto di legge “per l’esercizio dell’attività libero professionale dei
dipendenti facenti parte del corpo sanitario medico e non medico Iss”.

            Quindi
l’atteso provvedimento “Leggi in materia di sostegno allo sviluppo economico”
su cui, dall’ordine del giorno, era prevista la richiesta di procedura
d’urgenza.

Dal capogruppo del Pdcs-Ns, Luigi Mazza, viene invece
lanciata la proposta, alle file di minoranza, nel rispetto del regolamento
consiliare, di saltare il passaggio del provvedimento in Commissione
consiliare, e di portare la seconda lettura nel Consiglio grande e generale di
giugno.  Per accordo dei gruppi
consiliari quindi si è proceduto al dibattito sul provvedimento. Alla fine
degli interventi sarà messa ai voti la richiesta con cui il Consiglio grande e
generale avoca a sé il diritto di esaminare la legge nella prossima sessione,
bypassando la Commissione, e su cui è stato trovato accordo bipartisan.

Il dibattito sul Progetto di legge sullo sviluppo
proseguirà in seduta notturna.

 

Di seguito un riassunto
dei lavori pomeridiani.

 

comma 22. Progetto di
legge “Modifica dell’art.2 della Legge 18 dicembre 1990 n.152 – Calendario
delle Festività, I^ lettura.

 Gerardo Giovagnoli, Psd: “Riconosciamo la bontà della proposta dell’associazione
“Pertini”. Non possiamo mai dare per scontata la democrazia”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la
Cultura, replica:
“Gli eventi di quei
giorni sono drammaticamente noti. Non c’è libertà senza democrazia perché la
democrazia è un valore assoluto legato al concetto di libertà. Contenti che
questa festa si intitoli così. Spero che questo progetto possa aver un’iter
veloce ed essere approvato nel più breve tempo possibile”.

 

Comma 23.  Progetto di legge “Legge per l’esercizio
dell’attività libero professionale dei dipendenti facenti parte del corpo
sanitario medico e non medico Iss”, I^ lettura.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “
L’attività libero professionale
è quella che medici e personale Iss svolgono, previa autorizzazione, fuori
dall’orario di lavoro. E’ un’attività rivolta all’utenza non assistita,
configurandosi quindi come perfettamente coimplementare a quella istituzionale,
garantendo il pieno rispetto dei tempi di attesa determinati nei Piani sanitari
e, allo stesso tempo, la crescita dei professionisti, nell’ottica di un
miglioramento continuo della qualità offerta dai servizi dell’Iss. 

La proposta di legge prevede
prestazione ambulatoriali e di ricovero libero professionali, soggette a
tariffe stabilite dall’Iss d’intesa con i professionisti, in modo che il
settore pubblico sia sempre in grado di coprire almeno i costi di produzione.
Disciplina le diverse modalità libero professionali, stabilisce gli attori,
introduce un rigido sistema di controllo, definisce gli obblighi di
trasparenza”.

Mimma
Zavoli, C10:
“L’attuale
forma sanitaria statale è un punto fermo che andrebbe valorizzato, ogni
soggetto ha diritto a un approccio gratuito e sicuro nel momento del disagio e
malattia. Non sarà ammesso nessun tentativo di dismissione di questi principi.
A mio avviso la problematica del doppio lavoro è un questione annosa, con il
progetto di legge si cerca di dare una cornice legislativa a un comportamento stigmatizzabile,
ma molto diffuso. Non da ultimo,  c’è una
questione di ordine etico su cui si innesta la domanda su quali sono le reali
volontà di questa proposta. Stiamo parlando di dipendenti della Pa, sottoposti
come tutti gli altri a un preciso vincolo legislativo che impedisce loro di
svolgere privatamente mansioni lavorative. Allora anche altri dipendenti
pubblici potrebbero pretendere l’estensione di questa concessione.  

Dubito inoltre che
l’organizzazione dell’Iss sia in grado di gestire problemi legati alla carenza
di personale, intravvedo un tentativo di apertura alla privatizzazione. In
caso, lo ostacoleremo in ogni modo”.

Marco
Podeschi, Upr: “
Va dato merito al segretario Mussoni di aver rotto un tabù, portando un
pdl su questa materia di cui da anni si parla. E’ giusto uscire dalla zona
grigia in cui molti professionisti hanno operato. Ma ci sono alcune riflessioni
da fare: quali obiettivi perseguirà l’Iss nel futuro? Esprimo dubbi
sull’articolo 3 della legge, che prevede l’esercizio dell’attività privatistica
dentro le strutture Iss. Io non so se la nostra struttura è pronta ad
affrontare questa sfida. Un altro aspetto è che noi parliamo di un sistema
sanitario completamente gratuito, diverso dagli Stati in cui l’attività
privatistica è svolta. Qui parliamo di dipendenti pubblici che operano in base
alla norme dell’impiego pubblico, in un momento del genere, di revisione dei
contratti e spending review, non vorrei che questo fatto portasse nella
cittadinanza considerazioni errate sulla portata del provvedimento”.   

Fabio
Berardi, Pdcs:

“Saluto con grande favore questo pdl che il segretario di Stato porta
all’attenzione dell’Aula con grande coraggio. E’ da tanto tempo che si discute
di regolamentare l’attività privata dei medici, è una proposta molto positiva
per aprire il dibattito e fugare ogni dubbio. Anche noi siamo convinti che la
salute dei cittadini sia un caposaldo delle conquiste sociali del nostro Paese.
E’ ormai un dato storico che trova riscontro nelle statistice dell’Oms.
Obiettivo non è dire che la nostra sanità va bene, ma mantenere nel tempo
questi livelli. L’idea di mantenerli, affrontando una sfida che può aiutare
mantenere grossi oneri, ci deve convincere ad accogliere la proposta del
segretario. E’ una scelta fatta nella chiarezza e nella moralità, molti medici
esercitano la libera professione da tanto tempo. Con la svolta della
collaborazione con l’Emilia Romagna, con equipe in diversi settori, ci sono
professionisti che esportano la sanità dai nostri confini. Perciò esorto il segretario
a proseguire un rapporto che la regolamentazione della libera professione
amplierà”.

William
Giardi, Upr:
“Dal
1991, quando ho iniziato a lavorare per l’Iss, già si parlava di questo tema.
Uno Stato sovrano come San Marino deve essere dotato di un ospedale, ma non
dobbiamo aspettarci che un giorno il bilancio dell’Iss sia in positivo, è
assolutamente impossibile. Si può auspicare invece una più oculata gestione dei
fondi. Altro aspetto, è quello legato al piccolo bacino di utenza che non può
assicurare al professionista quella casistica che gli permetta di migliorare le
competenze acquisite. L’attività libero professionale per i medici è presente
già nei Paesi più evoluti, si tratta di normarla. Non si può restare fuori dai
tempi. Ma servono controlli sul dipendente, per prevenire le distorsioni. Al
cittadino sammariense deve aver garantita la prestazione gratuita e non deve
incidere sulle attività ambulatoriali e dell’Iss in generale. Auspico quindi
controlli severi, non solo legati all’orario, ma anche alla qualità che il
medico eroga”.

Elena Tonnini, Rete: “Chiediamo
grande attenzione, ricordo esperienze altrove che hanno portato alla luce
fenomeni di corruzione. Non emergono gli obiettivi finali di questa legge.
Occorre evitare i casi in cui i pazienti vengono dirottati agli studi privati,
nonostante gli stessi servizi possono essere erogati dal pubblico. E’ un
problema annoso. I medici si creano così un’attività parallela che rischia di
essere in concorrenza e non complementare alle attività pubbliche. Il governo,
proprio perchè incapace di far fronte a situazioni al limite della legalità, ha
tendenza a legittimarle, senza promuovere contromisure di tutela e controlli
che eliminino privilegi”. 

Roberto Venturini, Pdcs: “Il
nostro partito crede fortemente in questo progetto di legge. E’ da 20 anni che
si parla di libera professione medica e sanitaria all’interno dell’Iss. Un
regolamento esiste, ma non è chiaro, non sempre viene rispettato e non esistono
controlli. E’ arrivato il momento di regolamentare questa attività con una
legge. L’attività professionale sanitaria intramuraria deve essere considerata
una necessità per essere al passo con i tempi, per equipararci all’attività
sanitaria circostante e per mantenere un elevato livello qualità della nostra
sanità. La spesa sanitaria è la voce più importante nel capitolo di spese dello
Stato in quanto i servizi sono completamente gratuiti. Ora è vero che siamo in
un momento di crisi economica e il primo obiettivo sarà ridurre i costi, ma
bisogna ricordare che in ambito sanitario le spese non possono essere compresse
oltre un certo limite. Ci sono elevati costi fissi per personale e
attrezzature. Siamo uno Stato, indipendente, è doveroso e decoroso avere un
ospedale il più possibile autosufficiente e ciò comporta dei costi. Comunque
sia, l’ospedale sarò sempre sovradimensionato rispetto al numero di utenti. In
Italia molti piccoli ospedali stanno chiudendo. E’ doveroso quindi far lavorare
i macchinari il più possibile per ammortizzarne i costi. Per contenere i costi
le soluzioni possono essere diverse:  il
ridimensionamenrto  dell’ospedale, per
poi doverci rivolgere alle strutture limitrofi, l’introduzione dei ticket.
Un’altra alternativa, quella per noi più giusta, è la regolamentazione e il
potenziamento dell’attività medica e sanitaria con una gestione aziendale,
utilizzando al meglio le eccellenze di cui disponiamo”.

Gian
Nicola Berti, Pdcs-Ns
: “Noi vogliamo il massimo dalla Sanità, però non abbiamo i numeri per
poter sostenere, tramite i contribuenti, strutture efficienti e di qualità. A
questo punto le soluzioni sono due: facciamo pagare la Sanità, oppure
aumentiamo il numero degli utenti portando a profitto le nostre
professionalità. Dobbiamo lasciare da parte la mentalità statalista e
assistenzialista. Il fatto che il nostro ospedale possa essere utilizzato anche
da pazienti italiani e europei può creare anche un indotto economico per il
Paese. Da un lato rendiamo più efficiente il sistema sanitario sammarinese a
costi bassissimi, dall’altro ci mettiamo sul mercato con professionalità che
potremmo cercare di mettere a profitto. Abbiamo potenzialità e cerchiamo di
metterle a profitto in un circuito aperto nella logica dell’interesse dei
sammarinesi. Creiamo sinergie con luminari che possono essere interessati alla
fiscalità sammarinese”.

Mario Lazzaro Venturini,
Ap:
“La libera professione dei medici
dell’Iss non è contro legge. L’apertura della libera professione è dovuta a un
decreto del 1991 che ha aperto ai medici-dipendenti Iss la possibilità di svolgere
la libera professione. L’Agenzia mondiale della Sanità ha stabilito che San
Marino è il paese con la più bassa mortalità infantile del mondo e che è uno
dei più longevi: diversi fattori concorrono al raggiungimento di questi
risultati ma sicuramente anche il sistema sanitario di qualità. Se abbiamo
buona qualità nei servizi a favore della popolazione questo deriva da due
fattori: avere a disposizione dei professionisti di primo ordine formatisi
nelle strutture italiane ed avere tanti medici che da molto tempo svolgono la
professione autonomamente aumentando così le proprie competenze e
potenzialità”.

Alessandro Rossi, Su: “E’ molto negativo giudizio in prima lettura. Mi
preme fare due valutazioni di carattere ideologico. Non si è mai sollevato il
caso di conflitti interessi, ci sono medici pubblici che invitano pazienti a
recarsi nel proprio studio medico privato. Ed é nell’interesse di tutti
garantire assistenza sanitaria di qualità. C’è distinzione tra la ricerca del
profitto e la qualità del profitto. Alcuni elementi che si sviluppano in questo
progetto di legge ci fanno preoccupare. Infine la mancanza di un percorso di
partecipazione collettivo non è positivo”. 

Roberto Ciavatta, Rete: “Nessuno mette in discussione
la necessità di pagare adeguatamente la professione medica. Oggi andiamo a
regolamentare quello che era al di fuori delle possibilità. Comunque è una cosa
che non va fatta a cuor leggero,soprattutto oggi, alla luce di due scandali,
uno avvenuto in Puglia e l’altro in Lombardia, legati alla medicalizzazione e
ai reparti ospedalieri. E’ enormemente importante fare quindi qualsiasi
modifica con i piedi di piombo, non credo sia corretto dare degli statalisti a
chi non è convinto, altrimenti il discorso è chiuso. Non è una posizione
contraria di per sè, ma è diffidenza al concetto manageriale. All’interno della
sanità in Puglia e in Lombardia i risultati non sono stati così rosei”.

Luigi
Mazza, Pdcs:
“E’
vero che la sanità resta un servizio pubblico per tutti ma è anche, per
l’amministrazione, un business. Infatti, se non abbiamo un servizio, mandiamo
pazienti fuori e paghiamo perchè gli altri ospedali i servizi li vendono.
Quindi non è solo prestazione di servizi. Per ridurre i costi si possono
ridurre i servizi, accorpare unità di degenza, delegare ad altre strutture,
così risparmiamo ,ma non abbiamo una struttura d’eccellenza. Oppure si può
entrare nell’Area Vasta e trovare accordi, perchè per alcune cose noi andiamo
fuori e per altre vengono loro da noi, in modo che nel complesso i costi non aumentino.
Quattro le condizioni per approdare a questa seconda soluzione: trovare
strutture d’eccellenza, stringere accordi con i vicini per vendere prestazioni,
investire nelle strutture interne al nostro ospedale, perchè non si possono
vendere prestazioni se da noi non sono d’eccellenza, quindi fare accordi con i
medici. Bisogna avere il coraggio di portare avanti una visione. Il pdl può
essere chiarito, migliorato, noi siamo qui a testa alta”.

Paride
Andreoli, Ps:

“In molti interventi ho intravisto più che scelta di lungimiranza, una
scelta dovuta, considerato che il pdl presentato va a attivare una serie di
interventi in campo sanitario, legati a medici e infermieri, a seguito anche di
attività che gli stessi svolgono ormai da anni. Quindi o si chiede di interrompere
quelle attività o quelle persone si devono licenziare o si fa una legge per
andare incontro alle attività esterne e alle necessità dell’Iss che sta vivendo
un momento difficile. Chiedo un pit stop per studiare meglio i 26 articoli
della legge, per capire se veramente questa è una necessità, più che volontà, e
se questo può essere il bene comune del Paese. Penso che dietro questo
provvedimento ne arriveranno altri, ci saranno altri dipendenti pubblici che
potranno richiedere di fare attività ulteriori fuori dal loro orario di lavoro.
Vogliamo valutare con attenzione il provvedimento, di primo acchito ci pare che
apra porte da cui difficile tornare indietro”.

Augusto
Michelotti, Su
:
“Mi preoccupa che con questi provvedimenti si tende a generare tensioni
sociali, dando possibilità a qualcuno e quasi mai a qualcun altro. Ci sono
attività stressanti, come quello del chirurgo, e l’ideale sarebbe di abbassare
la soglia delle ore di lavoro, non di aumentarla”.

Guerrino
Zanotti, Psd: 
“Sottolineo l’importanza
che rappresenta l’Iss per il nostro Paese. Dobbiamo fare attenzione che, a
parte l’interesse economico, sia salvaguardato l’interesse degli utenti. E’
necessario che l’Iss si possa tutelare rispetto questa attività. Ribadisco la
necessità nei lavori della commissione di fare attenzione particolare
all’obiettivo di una sanità di qualità e di valore e di salvaguardia e tutela
dell’assistito”.

Francesco  Mussoni,
segretario di Stato per la Sanità, replica
: “La Consulta sanitaria aveva ravvisato e spinto affinché si
introducesse provvedimento per disciplinare la libera professione. La libera
professione non blocca il sistema sanitario semmai si aggiunge un livello
organizzativo e si disciplina una realtà già presente nel nostro sistema
sanitario. 

Se vogliamo mantenere una
sanità basata sul principio universalistico dobbiamo fare alcuni passi in
avanti e apportare qualche modifica. O vogliamo cambiare qualcosa oppure non
vogliamo cambiare nulla. Occorre affrontare questo tema a prescindere da
posizioni ideologiche in modo razionale per portare a casa una legge di tutti.
C’è necessità di stare al passo coi tempi di liberare energie e di creare
logica che può migliorare la nostra qualità di servizi. Questa legge è un
tassello di tanti altri passaggi, ma questo progetto vuole rafforzare e
salvaguardare il concetto del principio universalistico della sanità. Sono il
primo a difendere modello universalistico e il primo che non vuole introdurre
costi a carico dei cittadini per beneficiare del diritto alla salute. Procediamo
in modo costruttivo perché o siamo pronti a fare insieme dei passi in avanti
gestendo un processo di modifica del sistema sanitario oppure ci ritroveremo a
dover fare tanti passi indietro”.

 

Comma
24. Progetto di legge “Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico”, I
lettura.

Richiesta
procedura d’urgenza.

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze
:

“Il senso della proposta
della procedura d’urgenza sul comma è motivata dal particolare contenuto del
pdl. per i percorsi che ha attraversato e per i suoi presupposti, E’ nato per
l’esigenza condivisa con un odg approvato a larga maggioranza, con il tavolo
per lo sviluppo, con un altro odg. Ci possono essere delle differenze di
opinioni nei contenuti e nei metodi. Oltre a dare interventi che razionalizzino
la fiscalità e le spese, servono elementi per pensare allo sviluppo e al futuro
del Paese. La procedura d’urgenza, caratterizzata da alcune reazioni, ha
mostrato la mancanza di un elemento essenziale. Serve la disponibilità dei partiti
di opposizione. La maggioranza ha 33 voti e i 39 necessari possono essere
raggiunti solo con il suo apporto. In occasioni pubbliche, i partiti di
minoranza hanno mostrato come non ci siano condizioni politiche per
approvazione la procedura d’urgenza.

La proposta di oggi non è né
una sfida, né una provocazione, ma un tentativo di verificare la possibilità di
accogliere un’opportunità, una formula mediana, di dare un iter più spedito a
una legge che ha un obiettivo importante. Quindi sono disposto e ascolterò le
decisioni dei gruppi su questa proposta, che è possibile ritirarla o verificare
se è possibile approvarla. Mi rimetto alla decisione dei gruppi”.

Luigi
Mazza, Pdcs:

“Proponiamo di saltare la commissione per portare il provvedimento direttamente
in seconda lettura nella prossima seduta consiliare. Lo consente il regolamento
”. 

Paride Andreoli, Ps: “Noi chiediamo di convocare ufficio di presidenza per confrontarsi
nell’ambito dei vari capigruppo”.  (sospensione dei lavori per 15 minuti)

Claudio Felici, segretario
di Stato per le Finanze
, legge la
relazione del provvedimento:

            “Questo è il primo intervento concreto a seguito dei
lavori del Tavolo per lo Sviluppo. Il Piano pluriennale di sviluppo strategico,
adottato nella scorsa seduta del Consiglio Grande e Generale, traccia
l’orizzonte a cui tendere in termini di sistema Paese e indica i settori
strategici per il rilancio dell’economia sammarinese. La presentazione di
questo primo progetto di Legge è il punto di partenza di una serie di interventi
che avranno il compito di creare le condizioni di sistema per rilanciare
l’economia. 1) Misure di incentivazione fiscale a favore delle aziende già
attive attraverso defiscalizzazioni degli investimenti per l’innovazione, la
patrimonializzazione nonché interventi volti al risparmio energetico. 2)
Incentivi a sostegno dell’occupazione, nella logica del sostegno alla nuova
occupazione, con un’attenzione per i disoccupati iscritti nelle liste di
collocamento. 3) Incentivi per la creazione di nuove attività d’impresa. Al
Titolo II si definisce il contesto in cui sono accolti gli investimenti esteri
indicando in maniera chiara che a diritti corrispondono doveri: la
filosofia è quella di integrare l’investitore non solo nel tessuto economico ma
anche in quello sociale rendendolo partecipe della vita della comunità
attraverso lo spostamento dei propri interessi economici ed affettivi.
L’emanazione di un decreto delegato definirà la griglia delle condizioni che
l’investimento e i suoi promotori devono rispettare e le garanzie che devono
essere date allo Stato a fronte delle incentivazioni riconosciute. Viene
comunque abbandonata la discrezionalità nel processo di selezione delle
proposte di investimento, delegando agli Uffici competenti la responsabilità di
applicare la legge e di autorizzare le attività economiche. Stesso approccio
verrà utilizzato per l’apertura dell’esercizio del commercio al dettaglio da
parte di investitori non residenti. Sul fronte immobiliare si intende
incentivare il settore attraverso la variazione delle imposte di registro con
uno sgravio del 50% fino a giugno 2014. Infine, vi sono alcuni interventi che
saranno oggetto di riforma ma che per i quali si è ritenuto opportuno
intervenire già da ora: questo riguarda il conferimento della valenza giuridica
alle certificazioni della Camera di Commercio e l’istituzione della tassa di
scopo a sostegno del turismo. I termini della Smart Card sono inoltre prorogati
fino al 31 ottobre 2022.

A fronte di una procedura
particolare, l’impegno di governo e maggioranza è quello di attivare iniziative
di confronto, la tra prima e la seconda lettura del provvedimento. La nostra
apertura è massima. Inoltre il lavoro del tavolo per lo sviluppo non finisce
qui, ma deve continuare. Posso già annunciare che ci sarà un nuovo incontro sul
mercato del Lavoro per un intervento condiviso e globale. Il Paese ha bisogno
di questo provvedimento per far ripartire l’economia”. 

 Simone Celli, Ps: “Siamo di fronte all’ennesimo appuntamento per discutere di sviluppo
economico. Abbiamo condiviso l’istituzione del Tavolo per lo sviluppo ed anzi
siamo stati promotori dell’iniziativa con l’odg presentato a inizio
legislatura. Purtroppo abbiamo rilevato la mancanza quasi totale dei nostri
punti programmatici nella proposta del governo. Siamo delusi e avremmo voluto
maggiore considerazione. Abbiamo espresso pubblicamente la nostra contrarietà
alla procedura d’urgenza, perché questo dispositivo legislativo non ha tenuto
conto delle nostre proposte. Il nostro giudizio quindi è negativo, anche se
vogliamo cogliere l’opportunità di un confronto data dal segretario Felici in
apertura della sua relazione. Un provvedimento che non ci soddisfa perché, ad
esempio, dal primo articolo al nono, misure di incentivazione fiscale, la
normativa proposta ricalca in larga parte la normativa già in vigore”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Questa bozza ha caratteristiche ben definite che sono
ascrivibili alla sintesi raggiunta dalla sua maggioranza. Questo ci ha portato
a contestare il metodo. La legge si concentra su norme ad hoc per specifici
settori (Turismo e Sistema bancario) e su meccanismi di incentivazione fiscale:
non bastano, non sono esaustive e non accolgono le indicazioni del Fmi. I
provvedimenti inseriti in questa proposta di legge sono inefficaci. Perché non
si è pensato nella legge di sviluppo ad un Piano di comunicazione per fare
capire dove la Repubblica di San Marino si è mossa in questi anni? Dopo il
bombardamento mediatico subito in questi 5 anni questa era una priorità”.

Andrea Zafferani, C10: “Credo che la legge dovrebbe chiamarsi
‘provvedimenti stralci in materia di sviluppo economico’. Contiene
provvedimenti specifici, legati allo sviluppo economico, ma non certo
esaustivi. In particolare mi riferisco a 4 punti critici su cui il progetto di legge
non fornisce risposte certe: 1) efficienza pubblica amministrazione in termini
di servizi offerti o certezza tempistica 2) livello dei servizi
telecomunicazione: penso a mobile e internet su cui siamo molto indietro 3)
certezza del diritto che ha a che fare con l’abbondante discrezionalità
politica, con l’insufficienza dei controlli e con i tempi della giustizia
troppo lunghi 4) promozione esterna del paese e capacità di cercare
investimenti esteri. Questo è un breve passaggio su 4 punti fondamentali per
rilanciare lo sviluppo economico di San Marino ma su cui il Governo non ha dato
linee particolari. Governo sta sbagliando le priorità concentrandosi su
elementi non decisivi”.

Elena Tonnini, Rete: “Il governo ha fatto appello all’urgenza. Appello che
abbiamo accolto tanto che abbiamo partecipato ai lavori rimanendo però
piuttosto delusi: il Titolo I deriva da un decreto del 2007 mentre il Titolo II
è un copia incolla di un vecchio disegno di legge dell’ex segretario Valentini.
Il governo ci ha preso troppo alla lettera quando parlavamo di riciclo.
Condivisione e confronto non ci sono stati. Rispetto all’ultimo testo
riconosciamo però due passi in avanti: l’attenuazione della discrezionalità del
congresso di Stato grazie all’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e
inoltre il passaggio a favore di chi investe sul risparmio energetico”.

Alessandro Rossi, Su: “Il tavolo di confronto è servito a poco o nulla.
Non c’è sufficiente l’innovazione in questo testo. La classe politica non ha il
controllo del paese: nell’ambito del sistema bancario e finanziario questo
progetto di legge non ha niente, ma deve esserci disponibilità a valutare le
idee. Occorre sforzo di comprensione nei confronti di chi propone un modello
differente”.

Paolo Crescentini, Ps: “Il tavolo per lo sviluppo tanti risultati non ne
ha prodotti, dato che oggi c’è una legge su cui non è stato possibile
condividere. E’ un percorso interrotto a metà. Il governo non è stato un buon
falegname. Abbiamo presentato una serie di proposte che non sono state
ascoltate dalla maggioranza. Dopo tante tasse introdotte, auspicavamo non ce ne
fossero più, invece vediamo che qui si introduce un’imposta di soggiorno e
rimaniamo sbalorditi”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non si parte dall’anno zero, per inventarsi cose
totalmente nuove, ma le novità dall’opposizione sono state totalmente ignorate.
Il progetto di legge è frutto del tavolo di sviluppo, non è esaustivo, il
confronto non è terminato. Il pdl non contiene l’universo mondo, ci sono
proposte che riteniamo comunque interessanti, e su cui siamo aperti. Ma ci sono
punti qualificanti e coerenti con tutti i piani degli interventi: integrazione
europea, internazionalizzazione, riduzione spesa pubblica e nuova
economia”. 

Massimo Cenci, Ns: “E’ uno degli interventi cui ne seguiranno altri per
cambiare il Paese. E’ importante, tiene conto di elementi che servono per
l’immediato e di altri che servono per aiutare a costruire il futuro. Abbiamo
passato mesi a discutere che non si arrivava mai a progetti e oggi ci arriviamo.
Il Paese non può permettersi di stare fermo, servono incentivi per il settore
immobiliare, se siamo d’accordo su questo andiamo avanti. Su quello che stiamo
discutendo, siamo d’accordo?”.

 

San
Marino, 24 MAGGIO 2013/02

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