San Marino. Consiglio Grande e Generale. 25 febbraio 2015. Seduta pomeridiana. Seconda parte

San Marino. Consiglio Grande e Generale. 25 febbraio 2015. Seduta pomeridiana. Seconda parte

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E
GENERALE 19-25 FEBBRAIO 2015

MERCOLEDI’ 25
FEBBRAIO-seconda parte

Nella
seconda parte dei lavori del pomeriggio, prosegue il dibattito sulla
relazione finale della Commissione consiliare d’Inchiesta sul caso
Cassa di Risparmio-Delta, cui si sono iscritti ad intervenire in 49.
Con l’intervento di Mimma Zavoli di C10 viene sospesa la seduta
.
I lavori riprenderanno alle 21, con la conclusione del dibattito e le
repliche.

Di seguito gli
estratti degli interventi della seconda parte del pomerigigo

Comma
12. Relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta
su presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla
vicenda “Cassa di Risparmio” e successivo dibattito.

Tony Margiotta, Su: “Le
Commissioni di inchiesta su temi importanti funzionano. E oggi
stiamo dibattendo su una pagina oscura della storia sammarinese.
Carisp è la banca dei sammarinesi. In questa vicenda ci sono alcune
persone responsabili della crisi e soprattutto della situazione
problematica che in questo momento il sistema San Marino sta vivendo.
Attraverso decisioni esclusivamente di interesse personale e non di
interesse di Stato si è trasferito il denaro dalla Carisp
all’interno di Delta. Un uomo solo al comando ha voluto questo. E
questo gli è stato permesso perché all’epoca alcuni politici non
avevano a cuore l’interesse della comunità, ma solo quello
personale. Come è stato possibile trasferire il patrimonio della
Carisp all’interno di Delta? Con il consenso di alcuni politici che
avevano responsabilità di governo. Alla fine del dibattito auspico
condivisione per elaborare un documento che vada a dare risposte alla
comunità sammarinese nei confronti di questo argomento. Sottolineo
l’importanza che nel 2010 ha avuto l’esposto del gruppo
consiliare di Sinistra Unita: ha reso possibile l’inizio di questo
iter e ha permesso di fare luce su questa situazione difficilissima e
molto complicata. Spero in un odg condiviso per prendere una
posizione chiara e netta sulle questioni sollevate dalla
commissione”.

Massimo Cenci, Ns: “Invito a
ragionare sul ruolo delle commissioni di inchiesta e sulla
opportunità di promuoverle quando tutti gli elementi non sono
presenti sul tavolo. Quello che può gestire il Tribunale è giusto
farlo gestire al Tribunale. Il primo elemento da cui poteva sorgere
qualche indicazione arriva nel 2007 con l’inchiesta “Re Nero” che
coinvolse Asset Banca: una vicenda che fu sottovalutata da molti. In
quella circostanza però ci furono delle particolarità che col senno
di poi dovevano indurre ragionamenti diversi. Nostri concittadini
sono stati arrestati, anche con metodi poco ortodossi e ancora non
sanno il perché della loro detenzione. Arresti fatti con un impiego
di forze non proporzionato e affiancati da giornalisti. L’impressione
di allora è che l’obiettivo da raggiungere era un altro. Da lì
parte tutto il resto con, nel 2008, il sequestro del portavalori
della ditta Battistolli fino all’arresto dei rappresentanti di
Cassa di Risparmio. Lasciare che il Paese arrivasse a questa
situazione è stata una colpa della politica. Non si cerchi di
sminuire la portata di quello che è successo. Ma ricordiamoci anche
che il sistema sammarinese dell’epoca non aveva le carte in regola
e non era facile salvaguardarlo. Stiamo vivendo uno dei momenti
storici più importanti degli ultimi decenni ma ce ne renderemo conto
tra molti anni. Siamo passati da un paese indifendibile a un paese
che ha tutte le carte in regola per sedersi al tavolo con dignità
con altri paesi. Non guardiamoci indietro con nostalgia. Siamo
passati da paese “con senso di colpa” a paese con le “carte in
regola”.

Michele Muratori, Psd: “Un ex
Segretario di Stato alle Finanze ha usato la politica per ottenere un
ruolo di mediatore privato, ma senza che sussistessero le ragioni di
Stato. Ha avuti comportamenti inopportuni. Come inopportuna è stata
la consegna di documenti secretati al pm Di Vizio. A che prezzo
abbiamo pagato questi errori? Quanti anni abbiamo perso per capire
quale era la strada giusta da intraprendere? Chi ci ripaga del danno
di immagine? Per il futuro sarà necessario un approccio sistemico ed
organizzato tra le varie istituzioni sammarinesi. Non sono più i
tempi dell’uomo solo al comando ma piuttosto di una politica che
crea strutture e competenze. Nella relazione si parla di ‘rituale
inopportuno’, ma io esprimo censura per una politica da cui dobbiamo
starcene per sempre lontani”.

Luca Santolini, C10: “Il
clientelismo e la spartizione politica che tanti danni hanno fatto al
paese non sono rimaste fuori da questa vicenda. Gravissime le
pressioni politiche su Banca Centrale nel caso di alcune ispezioni.
Gravissima è la consegna da parte di Gatti della lettera di Fantini
(di cui era venuto in mano per il suo ruolo di Segretario di Stato)
al pm Di Vizio. Lettera che ha dato un assist micidiale alla Procura.
Gatti seppur uomo potente non può fungere da capro espiatorio di
tutto un sistema. Serve interrogarsi anche sulla posizione di chi ha
assistito allo sfacelo di quel sistema con un atteggiamento passivo.
Non solo il Segretario Antonella Mularoni, ma tutti coloro che hanno
accompagnato quel percorso. Non posso dare giudizi netti su
quell’atteggiamento definito “neutro”. Fatico a cogliere le
difficoltà di momenti in cui a opporsi a quella politica erano in
pochi. Ma vorrei sentire qualche ammissione di responsabilità di chi
è stato anche solo spettatore. La Carisp è stata gestita con poca
prudenza e, cosa ben più grave, non è stato considerato che quelle
scelte avrebbero messo a rischio un sistema intero. L’incapacità
del sistema San Marino di rispondere agli attacchi esterni è dovuta
alle colpe della politica. Scrolliamoci dagli occhi le fette di
prosciutto. Riprendiamo la consapevolezza delle possibilità ma anche
dei limiti di questo Paese. Riprendiamo la consapevolezza del valore
del rispetto delle regole. Spero che al termine del dibattito emerga
una ferma condanna di questo Cgg delle dinamiche interne sammarinesi
emerse nella relazione della commissione”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Non
tutti gli elementi del puzzle sono a disposizione del Cgg per poter
ricostruire la verità storica. Elemento importante sicuramente è
stato l’arresto dei Magnoni e la dichiarazione di incompetenza
della Procura di Forlì a proseguire le indagini su Carisp. Non mi
aspettavo molto da questa commissione, ma devo complimentarmi per
lavoro attento e minuzioso. Lavoro ben più alto di certi discorsi
che ho sentito oggi in Aula. Nelle conclusioni “la commissione
esprime l’auspicio che le istituzioni sammarinesi sappiano fare
sistema nella difesa dello Stato a partire dai processi di Rimini e
Bologna”.
Purtroppo mi sembra di assistere alla solita logica
anti-sammarinese. Logica di chi usa qualunque evento per finalità di
interesse proprio: vergognoso. Non è possibile che un paese piccolo
come il nostro sappia soltanto dividersi. Il problema non è né
Gatti, né Mularoni, ma siamo noi: incapaci di essere politici degni
e di essere degni sammarinesi. Basta con questi falsi moralismi. Si
parla tanto di voto di scambio in questo Paese. Che cos’è il voto
di scambio di fronte alla falsità ideologica che si mostra per
ottenere un voto a discapito degli interessi sammarinesi? L’errore
principale di Fantini è stato quello di non aver capito che nel
momento in cui Carisp fosse uscita da Delta, Carisp sarebbe stata
attaccabile. Dopodiché Banca di Italia autorizzò un procedimento di
rigore nei confronti di Carisp e il Gup dispose procedimenti di
arresto. Gran parte delle accuse erano inconsistenti e sono sicuro
che verrà dimostrato ciò durante la strategia difensiva di Cassa.
Rimuovere i vertici di Banca Centrale, dopo il 2008, fu un atto
necessario perché non facevano vigilanza. Se non fanno attività di
vigilanza è come non avere vertici. Tra controllati e controllori le
colpe sono di chi deve perseguire, accertare e poi condannare le
condotte irregolari. Cominciamo ora a fare sistema. A essere
sammarinesi. E’ mancato un elemento di coesione e condivisione.
Gabriele Gatti: non mi è mai piaciuta la sua politica ed è
vergognoso che abbia consegnato un documento secretato alla Procura
di Forlì. Ma attenzione fino a quando non verrà provato che ha
rubato anche solo un centesimo, nessuno tocchi Caino. Fino a prova
contraria lui ha lavorato nell’interesse del paese”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Dobbiamo
arrivare a un giudizio di natura politica sull’operato di alcune
persone. Dobbiamo trarne però un elemento positivo e non solo una
censura sterile. L’analisi serve a fare quadrato. Al di là delle
valutazioni sulle persone emerge un grave errore commesso come
sistema Paese: c’è stata incapacità di fare sistema.
Stendo un
velo pietoso sul tentativo degli stessi di arrivare a un
patteggiamento. La politica dovrebbe affermare che cose simili non
devono accadere. Mai più abbandonare una parte del paese ai suoi
destini, senza assumere iniziative d’insieme. Chiariti gli errori
industriali nella gestione della Cassa, sono stati commessi
altrettanti gravi errori che hanno aperto autostrade a personalismi e
opportunismi. Dobbiamo cercare unità e non colpe. Colpe che sono
diffuse e non individuali. Ha ragione Mularoni quando dice che le
nostre dimensioni non ci fanno partire alla pari nel rapporto con gli
altri paesi”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Ritenevo
opportuno che prima di istituire la commissione si dovessero
attendere gli esiti degli atti giudiziari penali che, tuttora, sono
pendenti. Non credo che si possa dire che tutti sono stati dalla
parte della Cassa di Risparmio. Invito tutti coloro che seguono il
dibattito ad andarsi a leggere integralmente la relazione dei
commissari. L’intero paese è stato oggetto di un attacco
giudiziario e mediatico senza precedenti. Credo si possa parlare di
assedio. Ho apprezzato molto l’intervento del segretario Mularoni,
carico di passione nel riportare la drammaticità che i Segretari di
Stato dell’epoca si sono trovati a gestire. La relazione è
comunque efficace nel dare un segnale politico di condivisione di un
atto di soggetti diversi. Così come è stato condiviso il lavoro
penso ci possa essere altrettanta condivisione nella sintesi finale
di questo dibattito. Responsabilità politiche ce ne sono: abbiamo ad
esempio creato una piazza finanziaria senza alcuna struttura di
controllo e abbiamo aperto la strada a capitali di non chiara
provenienza. E’ stata una scelta politica sbagliata. Diffidiamo poi
in qualsiasi campo di figure ingombranti e di grandi progetti.
L’ingordigia di chi travalica i propri ambiti di competenza crea
effetti deleteri prima o poi. L’uomo solo al comando ha dimostrato
oggi più che mai la sua nocività. L’uomo solo al comando non è
solo Fantini, ma anche Gatti, oppure l’avvocato Guido Rossi. La
vicenda in esame ha dimostrato quanto sia importante il valore della
prudenza e il senso del limite, a cui, tra l’altro, ha fatto
riferimento il segretario Mularoni. San Marino deve dare rispetto, ma
senza alcun timore reverenziale altrimenti ne va della nostra
sovranità. Le conclusioni che devono essere fatte proprie da ognuno
di noi sono quelle della relazione. Serve capacità di fare sistema
rilevando però tutti quei comportamenti nocivi”.

Gian
Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze:
“La
commissione ci ha raccontato i fatti con dovizia di particolari,
ricordando uno dei momenti più gravi della Repubblica degli ultimi
anni. Vorrei però partire dalla conclusione finale della Relazione,
dall’auspicio che le istituzioni della Repubblica di San Marino
sappiano fare sistema nella difesa dello Stato. Si deve continuare
nelle azioni intraprese da San Marino, parlo dei rapporti con il
nostro maggior partner, è impensabile che San Marino possa
sviluppare e possa impostare politiche economiche e di sviluppo o
bancarie e finanziarie senza tenere conto della sua collocazione
geografica. Non tenere conto che il nostro vicino ci guarda è
impensabile, servono allora azione politiche come quelle che da
qualche anno sono state intraprese. Questo vuole dire fare sistema e
portare fuori San Marino e collocarlo da un circuito chiuso. ‘Ignoto
ad altri e noto a noi’ non è più possibile.
Lo spaccato del
passato recente che la Commissione ci da deve servire per dire
‘questo ce lo siamo passato alle spalle’, ‘San Marino ha cambiato
veste e sistema, il nuovo sistema è improntato alla trasparenza,
alla chiarezza, allo scambio di informazione e alla collaborazione’.
All’interno di questo sistema le autorità, gli enti e Bcsm devono
fare le dovute verifiche e sanzionare se necessario. Ma non possiamo
permetterci di non essere trasparenti e collaborativi, è una strada
irreversibile. Da questa relazione dobbiamo continuare per
raggiungere altri traguardi e fare in modo che le nostre banche si
aprano ai mercati europei e internazionali e siano dotate delle
migliore professionalità”.
Marco
Gatti, Pdcs
:
“La stragrande maggioranza dei consiglieri ha espresso parere
positivo per la relazione fatta dalla commissione. Mi associo. Ma
bisogna dire anche il perché. In alcuni punti ci possono essere
verità diverse, ma il punto forte è che la relazione è unanime,
poi che non c’è stata speculazione di parte. I punti fondamentali
che emergono: attorno a Cassa c’è stato uno scontro forte di poteri
economici, quello italiano e quello sammarinese della Cassa. E’ stato
uno scontro in cui Cassa ha perso per le sue dimensioni e per quelle
del Paese. Hanno perso in tanti, anche i lavoratori, due mila, mille
e passa del gruppo Delta, ce ne sono in territorio anche sammarinesi,
e quelli che ruotavano intorno al suo indotto. Il secondo elemento è
come hanno reagito le istituzioni e la politica dei due Paesi, in
modo diverso. Quando la procura di Forlì ha iniziato una determinata
azione, le istituzioni italiane si sono allineate. Nella Repubblica
di San Marino non ho vissuto la stessa ‘squadra’, il fare sistema.
Dobbiamo imparare questa capacità di fare sistema di non andare a
cercare meriti e colpi, diversamente non dimostriamo di saper fare
nuova politica ma continuiamo i vecchi percorsi. Oggi è facile, alla
luce degli sviluppi processuali, dei rimborsi a Cassa, è più facile
fare considerazioni, ma dire quello che si poteva fare meglio allora
non è possibile.
Contestualizzando abbiamo sottovalutato tutti
il primo attacco al sistema, gli arresti di Asset. Abbiamo pensato
fosse il problema di una banca, non era così. Poi è iniziato il
problema di Cassa, con il fermo del portavalori, contestato poi anche
dalla Cassazione, si disconoscevano gli accordi internazionali tra
Italia e San Marino. E’ iniziato poi l’attacco a Ibs e San Marino
dipinto come l’origine di tutti i mali. Poi il blocco del sistema dei
pagamenti. Nessuno voleva parlare con San Marino in quel momento, la
procedura Moneyval aveva dato il pretesto per ritenere San Marino un
problema e si parlava spesso allora di protettorato. Forse qualche
potentato economico lo vedeva come un’opportunità. In quel contesto
sono state poste le azioni da parte di chi aveva la responsabilità
politica. Io vi chiedo di mettervi nei loro panni e cosa voi avreste
fatto con un Paese in questa situazione. Da Roma ci dicevano che se
si ripianava la situazione Delta tra i due soci, si risolvevano anche
i problemi del Paese. Allora ognuno si mette in moto secondo il
proprio carattere per cercare una soluzione. Resto convinto, finché
non mi è dimostrato il contrario, che in quel contesto i segretari
di Stato e la maggioranza, che non passava notte senza dormire,
abbiano lavorato e deciso esclusivamente nell’interesse del Paese. Se
vi foste trovati nei panni dei segretari agli Esteri e Finanze, nel
momento in cui vi giungevano le notizie che se si concludeva una
trattativa si sarebbe ristabilito un clima e firmato accordi, avreste
alzato la mani e sareste rimasti a guardare, o avreste cercato di
aiutare quella trattativa? Io avrei cercato di aiutare quella
trattativa, magari con modi diversi, ma l’avrei fatto. Da Roma era
stato detto che ci sarebbero stati arresti e che il gruppo Delta
sarebbe smantellato e quello è successo. Se si fosse conclusa la
trattativa, tutto si sarebbe fermato? Non lo possiamo sapere, ma chi
aveva la responsabilità politica non poteva restare con le mani in
mano”.
Elena
Tonnini, Rete:
“Abbiamo
visto Fantini a capo di una situazione diventata enorme, la terza
realtà in Italia nel settore del credito al consumo, ma diventata
ingestibile. Emerge una finanza come strumento non al servizio del
Paese, come Carisp avrebbe dovuto essere, ma come strumento
imprenditoriale per perseguire personalissimi interessi. Questo è
successo perché le persone lo hanno permesso. Non si è compreso il
fatto che in quel contesto, emerso come massoneria, P4 e criminalità
organizzata, non era San Marino a dettare le regole del gioco.
Non
emerge dalla relazione una posizione ufficiale del governo intero e
una sua unità di intenti, ma emerge il ruolo di Gatti ingombrante e
quello di Mularoni, ingombrante nel suo silenzio, non emerge la
posizione del congresso. Gli standard erano visti come qualcosa da
subire, a San Marino non vanno i modi e dei metodi dei Pm italiani,
non sono io in grado di dire se si trattasse di accanimento o di
voler fare di San Marino un protettorato. L’unico modo per evitare
‘modi sgraditi’ era di costruirne propri. Non condivido per questo
chi vede San Marino e Carisp come vittima. C’è responsabilità di non
aver creato economia alternativa. San Marino oggi non è autonoma in
nulla, il mio appello è di valorizzare la nostra autonomia e
sovranità dove possiamo. Questa è la più grande responsabilità
delle mancate scelte della politica. Non sto a dire che Gatti merita
censure, mi auguro non si attenda il tribunale per riconoscere la sua
responsabilità per quel documento dato a Di Vizio. Ma anche la
responsabilità di Mularoni, presente all’incontro in cui si parlò
in modo esplicito dell’invio del pagamento di una possibile tangente
tra Carisp e Sopaf. Mularoni è rimasta in silenzio e il silenzio
merita una censura. O c’era un disinteresse, ma non credo, oppure
c’era la coscienza ma si scelse di non parlare o
l’incoscienza”.
Manuel
Ciavatta, Pdcs:
“Da
un lato credo che abbiamo rischiato grosso, è stato un momento in
cui il nostro Paese ha corso un grande rischio, d’altra parte vedo
che il rischio lo abbiamo attraversato, più o meno come in passato.
Alcuni sammarinesi che sono stati causa di problematiche hanno
trovato sammarinesi che hanno trovato soluzioni. Con la Commissione
d’inchiesta si è scoperta una pentola che evidenzia la
responsabilità degli organi di Carisp, di quelli della vigilanza e
anche dei governi che si sono succeduti e delle istituzioni italiane
che hanno approfittato della debolezza di un sistema immaturo e
impreparato. Ciò che è più grave, oltre al danno economico
ereditato, è che abbiamo rischiato di dilapidare i risparmi di molta
parte della cittadinanza, essendo la Cassa una banca storica del
Paese. Abbiamo rischiato poi per la nostra sovranità, se le cose
fossero andate diversamente. E la maggior parte della cittadinanza
non se ne è accorta. Questi sono i rischi dei poteri forti di oggi.
Non li vedi ma ci sono con il loro desiderio di conquista, anche del
nostro territorio. Emerge dalla relazione anche la responsabilità di
Fantini che ha fatto scelte oltre i limiti, come gli era stato detto
dagli organi di vigilanza. Emerge la responsabilità di chi ha
seguito le trattative, voglio credere che siano stati mossi dal senso
di Stato, ma dalla relazione emerge che non c’è assenza di
responsabilità. Guarderò a casa mia, i rilievi che interessano l’ex
segretario Gatti non sono irrilevanti. Sicuramente la scelta di
portare la lettera secretata a un procuratore che stava attaccando il
nostro Paese credo gli abbia dato ulteriore forza nel suo attacco.
Non conosco le ragioni di Gatti, ma non possono attenuare il giudizio
su questa scelta. Se poi emergeranno altri addebiti, li dimostrerà
la magistratura. Siccome Cassa era una questione di Stato, è chiaro
che tutto il congresso si stava adoperando per risolverlo.
La
prospettiva è lontana ancora ci sono un sacco di cose da fare, mi
appello anche all’opposizione: dobbiamo dimostrare che la politica si
è rigenerata. Chiamerei il Consiglio a continuare a lavorare meglio
e chi viene dopo di noi deve fare ancora meglio di noi. Auspico un
impegno unanime su quello che è il giudizio da dare”.
Mimma
Zavoli, C10:

“Condivido l’appello fatto da Ciavatta. L’operazione verità è
importante e credo ci si stia incamminando in questa direzione.
Ringrazio anche io i colleghi della commissione. Cosa si aspettano
oggi i cittadini da chi li rappresenta in Aula dopo aver letto la
relazione? Cosa hanno da dire i nuovi consiglieri Pdcs? A parte
Ciavatta, nessuno è intervenuto. Perché non sono intervenuti per
parlare di uno dei loro storici rappresentanti? Non avevate niente da
dire? Avevo molte aspettative su un vostro giudizio degli interventi
ascoltati. Invece abbiamo ascoltato le voci dei soliti che ovviamente
hanno minimizzato e distribuiscono buffetti ad un segretario
‘iperattivo’. E’ un vero peccato. Credo che se un segretario di Stato
ha il dubbio che si stia delineando qualcosa di illegittima, abbia il
dovere di intervenire. Nella mia limitatezza, dopo questo
approfondimento, sogno che il nostro Paese, con le sue istituzioni
intere, all’unisono, si costituisca parte civile nelle procure di
Bologna e di Rimini che dovranno riprendere in mano il processo che
vede coinvolti i vertici di Cassa. E’ solo un sogno, ma voglio
crederci”.

San
Marino, 25 Febbraio 2015/02

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy