“È un processo politico dove la morale ha avuto il sopravvento sulle ragioni giuridiche”
ANTONIO FABBRI – Ieri è stata la volta della difesa di Pier Marino Menicucci, Claudio Felici e Stefano Macina, Moris Faetanini, oltre alla difesa di Pietro Silva. Ha esordito l’avvocato Pier Luigi Bacciocchi che, dopo una serie di ringraziamenti, ha in primis fatto proprie le conclusioni addotte dagli avvocati Stortoni e Pagliai. “Le acquisizioni fatte durante questo appello – ha detto richiamando i verbali del Consiglio Giudiziario e le registrazioni delle audizioni della commissione di inchiesta – hanno permesso di comprendere come è stato gestito il processo Mazzini. È un processo politico – sostiene – dove le ragioni della morale hanno avuto il sopravvento sulle ragioni giuridiche. Non si ravvisa in questo processo la terzietà del giudice di primo grado e la terzietà del giudice inquirente. Tutta una serie di situazioni che emergono dagli atti e dagli atti di causa, non permettono di affermare che sia stata rispettata la regola della terzietà. Non mi interessa se gli imputati siano o meno colpevoli, ma mi interessa che siano rispettate le regole. Questo non è stato a livello inquirente e a livello dibattimentale. Questo processo era la bandiera di ogni partito di opposizione, era interesse di una certa parte della politica e del Tribunale arrivare a una condanna, non all’esame degli atti. La mancanza di terzietà dell’uno o dell’altro giudice implicava la ricusazione, ma all’epoca non è stato possibile perché certe cose non le sapevamo. Esiste giurisprudenza che prevede la nullità per omessa astensione o per l’impossibilità di esercitare il diritto di ricusazione”. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
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