La Confederazione Sammarinese del Lavoro critica l’intervento, messo a punto dal Governo, per risolvere la vicenda Credito Sammarinese, ponendo l’accento sull’aspetto occupazionale e sulle ricadute previste sulla collettività.
Mentre per i dipendenti del Gruppo Credito Sammarinese l’Esecutivo non
ha fornito nessuna garanzia e non ha assunto nessun impegno
occupazionale, limitandosi a porre i lavoratori in mobilità, lo stesso
Governo ha deciso di finanziare con le risorse dello Stato, e quindi
dell’intera collettività, l’operazione di salvataggio del pacchetto
clienti del Credito Sammarinese, spalmato su 7 istituti di credito
sammarinesi.
Infatti, la “soluzione di sistema” approvata ieri dal
Congresso di Stato, prevede che a fare fronte alla liquidità dei circa
3.000 correntisti del CS, ci penserà lo Stato, ovvero tutti i cittadini,
con un intervento a favore delle banche “salvatrici” che prevede sgravi
fiscali per otto anni, applicabili sia sul reddito che a compensazione
del versamento dovuto allo Stato delle ritenute sugli interessi bancari.
È inaccettabile che debba essere lo Stato, e quindi tutti l’intera
comunità dei cittadini, a dover pagare le conseguenze della chiusura di
una banca, i cui dirigenti sono accusati di aver commesso gravi reati,
ovvero di aver incamerato capitali della criminalità organizzata.
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