Corriere Romagna: Ben 41 i rinviati a giudizio nell’inchiesta Decollo Money della Dda di Catanzaro legata alla ’ndrangheta. Il rito abbreviato inizierà il 10 maggio /
Credito sammarinese, i vertici a giudizio /
Secondo il tribunale, la banca aveva accettato soldi “sporchi” per superare la crisi
SAN MARINO. I vertici del Credito Sammarinese sono stati rinviati a giudizio ieri per l’inchiesta Decollo Money. Si tratta del presidente Lucio Amati e dell’ex direttore generale Valter Vendemini. A processo, il prossimo 19 giugno anche Sandro Sapignoli, Massimiliano Sensi, i consiglieri Renato Cornacchia, Luigi Passeri, Giorgio Galiano, Luca Bressi. Gli intermediari d’affari Domenico Macrì e la compagna Barbara Gabba, i fratelli Domenico e Salvatore Lubiana. Mentre Graziella Zemiti, componente del cda della banca ha chiesto il rito abbreviato. Con lei: Edoardo Morri, Orlando Lucà, Rocco Femia, Nicola Lucà e Pietro Daidone.
Procedimento che la difesa di Amati non ha volutamente chiesto: «Perché – spiega l’avvocato Rotundo a San Marino Rtv – abbiamo interesse ad ascoltare i testimoni che diversamente non avremmo potuto udire».
Nel complesso sono 41 le persone rinviate a giudizio dal gup, Maria Rosaria Di Girolamo, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca della ’ndrangheta dei Mancuso. L’indagine ruota intorno ai depositi effettuati al Credito Sammarinese da parte di Vincenzo Barbieri, il broker della droga legato alla cosca Mancuso ucciso nel marzo del 2011 in un agguato a San Calogero. L’accusa sostiene che il Credito Sammarinese aveva bisogno di denaro per superare la crisi economica ed aveva accettato i depositi di denaro fatti da Barbieri. (…)
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