San Marino. Da Rf emendamenti per retroattività malattia e smart working nella PA

San Marino. Da Rf emendamenti per retroattività malattia e smart working nella PA

Da Rf emendamenti per retroattività malattia e smart working nella PA

Repubblica Futura convoca una conferenza stampa on-line per descrivere le modifiche che, tramite appositi emendamenti, vorrebbe apportare al Decreto 62 sull’emergenza covid, la cui ratifica è in discussione nella sessione del Consiglio Grande e Generale che riprende oggi. A illustrare alcuni emendamenti è il capogruppo Nicola Renzi: “In primo luogo crediamo che quella che abbiamo chiamato lotteria degli stipendi e della cassa integrazione non abbia fatto bene al nostro Paese. Per noi la Cig avrebbe dovuto essere fin da subito quella di sempre, cioè al 75%, questo utilizzando come risorse quelle abbiamo già più volte indicato, come il Fondo servizi sociali e quelle presenti in Banca Centrale. Adesso ci troviamo con situazioni percependo cassa integrazione con una media che a volte può essere inferiore al 50%, può dare dei problemi molto grossi alle famiglie. Proporremo con coperture alla mano, il ritorno al regime normale della Cig”. Poi sul rapporto privato-Pa: “C’è una Pa che non è in funzione e non fornisce supporto alle aziende e ai cittadini. Non abbiamo capito perché alla Pa è stato impedito lo smart working. Noi ne prevediamo l’introduzione anche nella Pa e nell’emendamento che presentiamo ampliamo il numero degli uffici strategici che devono essere in funzione. Facendo solo due esempi: non è possibile che per un mese, mentre noi parlavamo di avviare rapporti diplomatici o di cercare gli aiuti oppure di far ripartire le aziende, due settori strategici come l’Ufficio tributario e il Dipartimento affari esteri abbiano lavorato a ranghi ridotti o addirittura fossero chiusi. Per questo proponiamo un emendamento per ampliare il numero di uffici non chiudibili” Arriviamo alla scuola: “Il Segretario Belluzzi ha ringraziato ripetutamente gli insegnanti, ma crediamo siano dei ringraziamenti un po’ ipocriti. Infatti è una delle categorie che è stata fatta continuare a lavorare, con lo smart working e con una decurtazione dello stipendio arbitraria, decisa unilateralmente dal Governo, senza placet dei sindacati e senza che gli insegnanti fossero minimamente informati. Arriviamo quindi ad una riduzione fino al 40% dello stipendio e riteniamo non sia giusto. Proponiamo quindi per tutte le categorie di dipendenti pubblici, tranne quelle che hanno lavorato a pieno ritmo per far fronte all’emergenza, del 10% per tutti coloro che continuano a lavorare, come contributo di solidarietà. Tra l’altro proponiamo di ripristinare l’equità, considerato che mentre da un lato nella Pa si procede con Cig, ferie forzate e dilazionamento del Tfr, in altri enti partecipati, come Bcsm, determinati provvedimenti non si applicano. Il Governo ha deciso di non toccare quell’ente partecipato. Noi proponiamo che il contributo di solidarietà debba riguardare anche tali enti, escludendo Rtv perché riteniamo che stia svolgendo in questa emergenza un servizio essenziale. Questo emendamento potrebbe e dovrebbe essere accolto dall’aula, altrimenti rimarrebbero dei feudi di grande privilegio che non vengono toccasti in qualsiasi circostanza”.

Sull’indennità di malattia un ulteriore emendamento chiederà il ripristino retroattivo.

La dottoressa Miriam Farinelli invita, poi, a rifuggire le autoesaltazioni: “Come tutti sanno a fine febbraio il nostro Paese è stato investito dall’infezione coronavirus. Si è fermato tutto, risorse umane ed economiche sono state dedicate all’assistenza. Sono stati fatti errori di valutazione per varie situazioni, soprattutto nella prima fase. Questo non è colpa di nessuno e si è fatto quanto era nelle possibilità di ognuno. Spero però che abbiamo capito tutti che ci sono pochi medici e pochi infermieri e di questo, purtroppo, c’è una buona parte di colpa nella politica. Non possiamo permetterci di perdere professionisti, quando in termini di rimpiazzo sappiamo che ci sono grosse difficoltà. Due esempi tangibili: oggi assistiamo alle dimissioni di un Direttore di Uoc, il dottor Romeo, senza che nessuno degli amministratori e della politica abbia avuto la cortesia di informarsi sul motivo delle dimissioni né abbia esercitato pressioni perché venissero revocate. Il secondo esempio è la prossima stabilizzazione, prevista in un uno dei tanti decreti, limitatamente solo ad alcuni ricorsi di infermieri, quando ben sappiamo che la necessità degli infermieri è infinitamente più alta. Abbiamo circa 80 infermieri precari che lavorano e noi chiediamo per tutti, medici, infermieri, tecnici, la stabilizzazione. Sarebbe saggio ricorrere a tale modalità, non solo per motivi di opportunità, ma anche per riconoscere a queste figure professionali quanto hanno dato alla collettività e al paese in un periodo così duro. Insomma occorre costruire un futuro sostenibile per la nostra sanità, occorre continuare a investire in persone e tecnologia e dobbiamo anche ripensare in un modello organizzativo che ha mostrato qualche falla. Non siamo stati i più bravi del mondo, né fra i primi, come volevano far risaltare le relazioni dei Segretari Ciavatta e Canti. Il Paese deve saper ripartire con scenari che devono tenere in debito conto il ritorno della malattia. Dobbiamo essere cauti. Le mascherine dovranno essere usate come parte del nostro abbigliamento, ma la politica deve far sì che siano trovabili e a prezzi accessibili per tutti i cittadini. Dobbiamo essere prudenti e non schiavi dell’auto esaltazione”.

Di alcuni aspetti economici parla Andrea Zafferani: “Rileviamo come si siano già perse delle occasioni ad esempio la possibilità di accedere al finanziamento della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa che ha di recente emesso bond per 1,7 miliardi, e non si capisce perché San Marino non lo abbia fatto”.

Va detto che in Consiglio il Segretario Roberto Ciavatta ha parlato di un interessamento del governo presso la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa. “Sì lo ha detto – afferma Zafferani – ma a noi non risulta nulla. Tra l’altro non lo hanno mai reso noto neanche pubblicamente riferendo di quali strade sono state esplorate per ottenere finanziamenti. Anche perché ci sono procedure molto precise da compiere per formulare richieste a questo organismo. E non ci risulta che siano in atto, anche perché per seguire delle pratiche di questo tipo non si può mettere a riposo la Pa, con il Dipartimento esteri che sostanzialmente non è al lavoro. Adesso comunque approfondiremo con gli strumenti che abbiamo a disposizione dal regolamento consigliare per chiedere informazioni. Ma al momento il treno dei bond per 1,7 miliardi è stato perso”.

“Rf proporrà anche un emendamento programmatico – spiega Zafferani – per fare sì che Aass possa prevedere, per servizi pubblici ed energia, schemi tariffari diversi che possano aiutare le imprese a fare fronte al pagamento delle utenze in maniera più semplice e con meno costi. Dall’altro un piano perché alcuni servizi, non particolarmente economici per l’Aass, possano sviluppare un rapporto pubblico-privato”.

Poi aggiunge: “Cerchiamo di evitare l’ipertrofia comunicativa cui assistiamo in questi giorni: siamo passati dal silenzio al ‘ogni giorno ce n’è una’. Marco Gatti dice che si stanno rivolgendo a Bce e Italia per il finanziamento; oggi Teodoro Lonfernini dice che stanno guardando a 360 gradi, paesi amici, senza preclusioni. Ne siamo contenti, ma si nota una discrasia notevole tra i due. Poi è arrivata la moneta fiscale, che risolverà tutti i problemi. In realtà ha svariati problemi di applicazione nel nostro sistema. Poi le cifre date a caso: registriamo che il governo dice a Fitch che chiederemo tra i 150 e 200 milioni senza dire come ripagarli. Lonfernini oggi dice serviranno tra 80 e 100 milioni. Volano i 100 milioni di differenza come brustolini. Il Segretario all’Istruzione Belluzzi dice: apriamo, non riapriamo, nel frattempo manda lettere strappalacrime, ma nella sostanza non ci si capisce un gran che. Di tutte queste cose di cui ci parlano ne manca una fondamentale: la fase due. In Italia ne stanno parlando costantemente da due settimane. Da noi alzi la mano chi ne ha sentito parlare. Servono finanziamenti, anche a fondo perduto – ribadisce – Soldi freschi per le aziende per pagare i dipendenti e rilanciare l’economia. Se mancano finanziamenti di liquidità, a giugno ci troveremo un sacco di aziende chiuse”.

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