San Marino. “Decretato il fallimento del movimento Rete”

San Marino. “Decretato il fallimento del movimento Rete”

“Decretato il fallimento del moviemento Rete” che ha votato con Dc, Npr e Motus l’indebitamento dello Stato per 150 mln verso un privato di uno stato off-shore, tutto segreto al Consiglio e al Paese

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO – “Nel rapporto politica-società è mancata troppo a lungo la trasparenza di cui una demo- crazia non può fare a meno. Non può essere occultato l’operato dei politici, comprese le loro attività, forme di reddito, incom- patibilità, conflitti d’interesse e utilizzo del denaro pubblico. L’assenza di trasparenza ha condotto a un’economia e a po- litiche socio-ambientali decise nelle camere del potere, spesso tra il politico e l’interessato, sovente contro l’interesse della popolazione”.

E ancora: “La trasparenza si può attuare. Basta poco, basta volerlo. I Decreti adottati dai Segretari di Stato e discussi in Aula consiliare in fase di rati- fica, vengano accompagnati da una relazione introduttiva che ne spieghi spirito e contenuti”. E ancora: “La trasparenza di San Marino è opaca. Lancio dunque un appello: la traspa- renza non può essere opaca e da questo punto di vista San Ma- rino ha grandissimi problemi, che mettono in primo luogo in difficoltà la maggioranza perché poi la popolazione sospetta intrighi, insinua, corrono voci di corruzioni e tangenti”.

Tutte parole di Rete che ieri, però, ha abdicato totalmente alla propria essenza, votando e sostenendo strenuamente la segretezza, l’indebitamento dello stato verso un soggetto privato di uno Stato off-shore. Il tutto lasciando all’oscuro il Consiglio e i cittadini.

A sancire la debacle ideologica di Rete poche ma significative parole: “Intervengo su Cargill, multinazionale del cibo. E’ un comportamento tipico che le multinazionali facciano nel mondo cose discutibili, come lo sfruttamento del lavoro etc… tuttavia funziona così. E’ il ca- pitalismo, bellezza. Inutile che ci scandalizziamo che le multinazionali facciano le multinazionali”, ha detto Giovanni Zonzini seguito, con più o meno gli stessi concetti, da Alberto Giordano Spagni Reffi. Senza contare che un articolo del New York Times di un anno fa, sul tema inquinamento titolava su Cargill: “Da leader ambientale a “peggiore azienda del mondo”.

Anche questo tema sul quale un tempo Rete basava il suo consenso. Lo rileva Luca Boschi di Libera: “E’ il capitalismo, bellezza. Con queste parole il consigliere Zonzini ha decretato il fallimento del movimento Rete”.

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