Il Resto del Carlino: Rimini San Marino con la camorra in casa
Ordinavano ‘spiedini’ ma consegnavano droga /
Nelle intercettazioni usavano parole in codice per indicare gli stupefacenti
Quando ordinavano spiedini
al bar riccionese di Guido Montebelli,
in realtà intendevano droga.
Gamberi e calamari, secondo gli
inquirenti, altro non erano che le
parole in codice che il titolare del
locale e Francesco Sinatra usavano
per indicare gli stupefacenti.
Montebelli, difeso dall’avvocato
Filippo Airaudo, è uno degli arrestati
dell’Operazione Titano, dove
in cima alla piramide c’era
nientemeno che Carmine Schiavone,
figlio di ‘Sandokan’.
(…) Ma sul panorama inquietante rimandato
dall’«Operazione Titano
», sono intervenuti ieri anche il
presidente della Provincia, Stefano
Vitali, e il sindaco, Andrea
Gnassi. «E’ l’ennesimo sviluppo
investigativo — dicono — che
conferma quanto la penetrazione
della criminalità organizzata sul
nostro territorio sia un problema
ben più reale e prepotente di
quanto a volte si tenda a ipotizzare
». Vitali e Gnassi parlano di
«una tangibile aggressione», per
questo hanno intenzione di chiedere
al prefetto, Claudio Palomba,
un incontro in sede della Conferenza
provinciale dell’ordine
pubblico, «per fare il punto della
situazione circa gli strumenti migliori
per la prevenzione e il contrasto
alla criminalità organizzata
sul territorio riminese. Occorre
una sinergia tra tutte le componenti
della società locale. Non si
può lasciare solo agli enti pubblici
e alle forze dell’ordine, il compito
di affrontare questo gravissimo
fenomeno». Anche il Congresso
di Stato sammarinese, nella riunione
di ieri, ha affrontato il ‘caso’.
«Prima che la questione uscisse
sulla stampa — ha detto il segretario
di Stato per l’Industria,
Marco Arzilli — avevamo attivato
i nostri organismi di controllo
e messo la Fincapital in ordinaria
amministrazione. Certo, molti
personaggi con intenti destabilizzatori
hanno fatto la loro comparsa
in Repubblica, ma il sistema di
controllo e repressione ha risposto
con determinazione».
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