San Marino Ecofin. Corriere della Sera

San Marino Ecofin. Corriere della Sera

Corriere della Sera

Europa contro
i paradisi fiscali
Un altro (mezzo)
passo avanti 

Ivo Caizzi

 I Paesi — Svizzera, Andorra, Monaco,
San Marino, Liechtenstein — con cui
la Commissione europea riprenderà
i negoziati sulla tassazione delle
rendite all’estero di cittadini Ue

 

È stato definito «storico» l’accordo
dell’Ecofin, che ha concesso alla
Commissione europea il mandato a
negoziare lo scambio automatico di
informazioni sull’evasione delle tasse
(e la conseguente fine del segreto
bancario) con paradisi fiscali come
Svizzera, Montecarlo, San Marino,
Liechtenstein e Andorra. Ed
effettivamente, grazie alla pressione
internazionale montata dopo
l’irritazione dei contribuenti di molti
Paesi davanti alle rivelazioni
dell’inchiesta giornalistica
Offshoreleaks, è stato superato il
blocco imposto da due anni da
Austria e Lussemburgo, che
difendevano il segreto bancario delle
loro banche nazionali. In ballo, tra
l’altro, c’è un tesoro stimato in
almeno un trilione di euro (mille
miliardi) sottratto annualmente al
fisco dei 27 Paesi membri.
Ma, dietro questo passo in avanti
nella lotta comune dell’Ue
all’evasione delle tasse transnazionale
e ai paradisi fiscali, è spuntata una
sorpresa. Sempre Vienna e il
Granducato, tramite i rispettivi
ministri delle Finanze Maria Fekter e
Luc Frieden, hanno rifiutato di
approvare in contemporanea la
revisione della direttiva Ue sulla
tassazione dei cittadini Ue non
residenti, che estende lo scambio
automatico di informazioni fiscali (e
l’addio al segreto bancario) proprio in
Austria e Lussemburgo. Fekter e
Frieden si sono giustificati sostenendo di voler prima avere la
conferma che la Svizzera e gli altri
paradisi fiscali concederanno quanto
la Commissione chiede. In realtà,
però, penalizzano il commissario Ue
per la Fiscalità, il lituano Algirdas
Semeta, che ha meno potere
contrattuale con Berna se l’Ue non ha
già attuato al suo interno lo scambio
di informazioni automatico in tutti i
27 Paesi membri. La Svizzera o San
Marino possono sollevare obiezioni,
rallentando tutto e consentendo
anche ad Austria e Lussemburgo di
prendere tempo.
Semeta ha detto al Corriere che ora
intende far sollevare il problema
nell’imminente Consiglio dei capi di
Stato e di governo dell’Ue, in
programma a Bruxelles il 22 maggio
prossimo. Il presidente stabile
dell’Ue, il belga Herman Van Rompuy,
ha partecipato come ospite all’Ecofin
proprio perché nel summit si
vorrebbero ottenere risultati concreti
nella lotta all’evasione fiscale
transnazionale. La Germania è in
campagna elettorale. In molti altri
Paesi membri Offshoreleaks ha
scatenato l’irritazione verso i ricchi
evasori o elusori delle tasse
utilizzatori dei paradisi fiscali e del
segreto bancario. Vari capi di governo
potrebbero così trovarsi in imbarazzo
se consentissero ai premier di Vienna
e del Granducato di continuare a fare
ostruzionismo.

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