San Marino Etnofestival. Ritmi dal deserto alle megalopoli

San Marino Etnofestival. Ritmi dal deserto alle megalopoli

Maurizio Martinotti e Raffaello Carabini, ci introducono all’evento dell‘Etnofestival 2011 a San Marino, dove un melting pot di ritmi musicali si unirà per dar vita ad uno spettacolo unico.


Chi non ricorda la pop art? Quella delle tele che rappresentavano le lattine e i cartoon, le automobili e la pubblicità, gli hamburger… Quella che, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, è stata una frenetica esaltazione dell’effimero, del momento, dell’oggi, della rappresentazione del nulla che ci circonda: “ho scelto le scatole della minestra Campbell perché era quanto di più vicino al niente potessi immaginare”, disse Andy Warhol, il massimo esponente del movimento, a commento di una sua opera rimasta paradigmatica.

La pop art è considerata come la più autentica rappresentazione della società occidentale laica e consumistica. La nostra. Che solo attraverso il territorio dell’estetica riuscirebbe a sublimare una quotidianità piatta e monotona, ripetitiva e senza spessore.

Ma, anche se pop era l’abbreviazione di popular, “popolare”, quella forma artistica nulla aveva della cultura popolare più autentica e antica, era interpretazione intellettuale e beffardo cinismo sull’onnivora nullità della cultura di massa.

L’ effettiva “arte popolare” ci viene da una tradizione secolare che ha sedimentato valori ed esperienze, cultura e impegno, tecniche e talenti. Un’arte che comunica, che fa crescere chi ne usufruisce, che sentiamo appartenente al nostro sostrato di persone qualunque ne sia la genesi e lo sviluppo e da qualunque territorio provenga. Non un’arte di minestre e telegiornali e immagini da fumetto, ma un’arte di contenuti e di miti, sublimata e nobile.

Così è la musica che presenta ogni anno da ormai quattordici edizioni l’Etnofestival di San Marino, da sempre uno dei più importanti incontri del panorama europeo per la musica etnica più innovativa. Una musica che è linguaggio universale capace di varcare i confini del tempo e dello spazio, capace di riproporre, non solo nei suoni, ma anche nei colori, nelle storie e nei costumi, la vita e le tradizioni delle più disparate parti del mondo.

Le stesse parti che sono angoli del nostro cuore e che ci aiutano a combattere il nulla dell’invadenza del consumismo imperante.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy