San Marino. “Federico Caffè: un economista ancora attuale”

San Marino. “Federico Caffè: un economista ancora attuale”

Parlare di economia: questo è l’obiettivo comune che ha unito l’Associazione Prosperus, la Cassa di Risparmio e la Società Femminile di Mutuo Soccorso, quali promotori della presentazione del libro di Thomas Fazi, Una civiltà possibile: la lezione dimenticata di Federico Caffè.
Federico Caffè è stato il più importante economista Keynesiano italiano del XX secolo. E’ scomparso misteriosamente 37 anni fa; è stato il maestro di importanti uomini delle istituzioni, Mario Draghi, Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia e tanti altri.
L’attualità del pensiero economico di Caffè
Nella presentazione dell’autore, Thomas Fazi, ha colpito l’attualità del pensiero economico di Federico Caffè. Egli ha cercato di introdurre in Italia la teoria e la politica economica di Keynes, ma ha trovato il netto disinteresse della sinistra italiana e della destra liberista. Trovò ascolto all’interno della sinistra democristiana e svolse, con grande approvazione dei suoi allievi, il ruolo di docente alla Sapienza di Roma. La sua teoria economica, tipica del modello social-democratico, si è contrapposta alla tradizione marxiana di Sraffa e alla scuola neoliberista, ancora dominante nel sistema capitalista odierno. Fazi con grande chiarezza ha esposto i capisaldi del pensiero economico di Caffè, che abbiamo cercato di sintetizzare nei punti seguenti:
Validità dell’obiettivo della piena occupazione, che il mercato, lasciato a se stesso non riesce a raggiungere, mentre solo lo Stato, come istituzione di ultima istanza, ha le potenzialità, i poteri e i mezzi per giungere ai risultati attesi. Tra i mezzi più potenti si annovera la sovranità monetaria, esercitata dalle banche centrali, sotto il controllo pubblico. Assistiamo tutti i giorni all’operatività delle più importanti banche centrali, alle loro azioni e ai loro errori, la Federal Reserve, la BCE, la Banca d’Inghilterra, del Giappone e cosi via.
Il pensiero economico è correlato ad una visione di società, cosi in Keynes, così in Caffè. Gli obiettivi di politica economica sono i mezzi, attraverso i diversi scenari, per avere una visione della società, per raggiungere il livello di democrazia delle decisioni e il livello di progresso e di benessere civile e sociale. Lo Stato ha il ruolo del coordinamento e nel contempo di tutela delle libertà civili, sociali ed economiche.
Il sistema della programmazione e della politica del bilancio, attraverso la spesa in conto capitale, per gli investimenti pubblici, orienta le decisioni strategiche su ciò che si deve produrre, come produrle e ciò che si deve importare. Caffè poneva l’attenzione all’autosufficienza nazionale, che in termini più grossolani possiamo altresì definire autarchia nazionale. Alla luce degli eventi e delle crisi odierne si comprende quale capacità previsionale fosse presente nella teoria economica di Caffè e che se fosse stata applicata, avrebbe oggi provocato minori conseguenze negative per le comunità e per i popoli.
Keynes e Caffè erano contrari alla libera circolazione dei capitali, avversavano le grandi concentrazioni della ricchezza e delle rendite, respingevano il capitalismo senza regole, si opponevano alla disoccupazione, definito “ozio forzato” e sostenevano il lavoro quale espressione della dignità umana. Caffè scrive la sua netta opposizione per la Borsa e parla di “azione predatoria verso gruppi sociali più fragili”. Possiamo immaginare quale sarebbe oggi la sua rigorosa posizione verso la moneta digitale, i Bitcoin e le altre innovazioni finanziario-creative attuali!

I problemi hanno le soluzioni

Caffè considera i problemi, aspetti transitori; egli sostiene che esistono le soluzioni, ma per realizzarle, bisogna volerle, e molto spesso non c’è la volontà di trovare le alternative. Egli affronta il tema delle elites nazionali e internazionali. Caffè ha fiducia nel potere delle idee, sostiene un riformismo radicale e graduale, sente la sofferenza delle persone e chiede che si agisca a loro favore. Il suo pensiero merita lo studio, l’approfondimento e l’auspicata attualizzazione.

Francesca Masi

Orietta Ceccoli

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