San Marino. Festa della mamma: perche’ non ricordare il ‘frontaliero’ Marino?

San Marino. Festa della mamma: perche’ non ricordare il ‘frontaliero’ Marino?

Antonio Fabbri di L’informazione di San Marino, ripropone un editoriale sulla festa della mamma  su temi ancora di strettissima attualità.

La mamma e quel frontaliero di Marino

Se ci fermassimo ogni tanto a pensare che la Repubblica di San Marino è nata dal pianto di una mamma, probabilmente recupereremmo il senso di beatitudine di quando venivamo cullati sulle ginocchia, e verrebbe meglio anche scegliere e, soprattutto, fare le scelte giuste. Era sicuramente sulla porta o sul lido dell’Adriatico la mamma di Marino quando il figlio partì da Arbe e lo salutava lacrimante sull’uscio perché lei, come tutte le mamme per un dono innato del Cielo che consente loro di intuire già il destino dei propri figli, era probabilmente certa che non lo avrebbe rivisto mai più. D’altra parte andava a lavorare come frontaliero al di là del mare, a spaccar pietre per l’Imperatore Diocleziano. Un lavoro che se non ti ammazza la fatica e il caldo, c’è sempre il rischio che lo faccia la fame o lo zelo di un pretoriano, che magari ti ha sentito rivolgerti a quel Dio che lui non riconosce, perché non è il Cesare di Roma. Ma il lapicida Marino decise di lasciare Rimini e di salire sul Monte diventando il frontaliero dei frontalieri. Eggià, perché quassù qualcuno c’era già e neppure vedeva di buon occhio che quello straniero vestito di poveri stracci, con un martello e lo scalpello, salisse le pendici della rupe per venire a scolpire la bianca pietra del monte Titano, a predicare, a pregare.  (…)

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