Il Consiglio Grande e Generale oggi ha approvato all’unanimità e con voto palese una Istanza d’Arengo per un’azione civile per il recupero della somma erogata dallo Stato a favore della ex Banca del Titano.
In sostanza – dopo anni di silenzio comunque di non decisione – il Consiglio ha messo in opera quanto suggerito dall’avv. Alvaro Selva fin dal 5 dicembre 2007: la politica deve pensare, più che ad azioni clamorose che alimentano solo
polemiche dannose, al recupero degli oneri che si è assunto lo Stato per
salvaguardare, verso i risparmiatori, la credibilità del sistema paese‘.
L’approvazione di detta Istanza d’Arengo potrebbe costituire l’inizio della svolta, la fine delle furbizie in questo settore.
Vale a dire che anche quanto lo Stato sta erogando a favore del Credito Sammarinese e quanto ha erogato o si accinge ad erogare per Banca Commerciale (l’importo non è ancora noto), potrà essere recuperato attraverso un’azione verso i soci di detti Istituti.
I soci, a detta dello stesso Avvocato Selva, lo Stato è in grado di individuarli perché le azioni delle banche comunque sono ‘nominative’ – e, quindi, lo Stato può risalire ai reali beneficiari – anche se schermate da fiduciarie sammarinesi o non.
Infatti scrisse l’avv. Selva nello stesso articolo: “I
soci sono noti (le Banche non hanno azioni
anonime) e pertanto possono essere convenuti
in un giudizio civile. Saranno allora gli stessi soci
a chiamare in causa i responsabili veri delle distrazioni, consentendo, lo
spero, di recuperare almeno una parte dell’onere rimasto in capo allo Stato”.
Per questa via, probabilmente, verranno aggirate anche le immunità giudiziarie che i responsabili del crac si sono procurati nell’atto di cessione, connivente Banca Centrale. Immunità cui, probabilmente, si deve il fatto che nei cinque anni trascorsi nemmeno un euro è stato recuperato né alcun socio, amministratore o sindaco, mai è stato condannato – con sentenza definitiva – a qualche pena.