San Marino. Il piccolo Silvio tra le 63 vittime del bombardamento di 77 anni fa

San Marino. Il piccolo Silvio tra le 63 vittime del bombardamento di 77 anni fa

Il piccolo Silvio ucciso dal bombardamento che devastò il Titano

TERESA MIGANI – (…) Nell’estate 1944 le milizie tedesche, le famigerate S.S., operavano gli ultimi rastrellamenti tra gli abitanti dei nostri paesi nei dintorni di Rimini. I nostri uomini, reduci dallo scioglimento dell’esercito italiano, avuto sentore delle operazioni che intendevano eseguire nella zona i Tedeschi, si nascosero, alcuni in mezzo ai campi di grano maturo, altri dentro le case delle cui stanze avevano murato le finestre. Era circa la fine di giugno. Noi stavamo oziosi ed inquieti, pensando a ciò che poteva succedere intorno a noi da un momento all’altro, quando sentimmo il rombo di aerei che, sorvolando le nostre zone, si diressero verso la Repubblica di San Marino, le cui torri si stagliavano nitide, sebbene a diversi chilometri di distanza in linea d’aria. Osservammo stupiti queste manovre inusuali quando gli aerei sganciarono su quel territorio bombe a non finire. (…)

Silvio, il ragazzino coinvolto in questa vicenda, era partito dal paese di Taverna di Montecolombo con un gruppo di pensionati che andavano a San Marino a ritirare la pensione poiché gli uffici a Rimini si erano trasferiti a San Marino a causa dei bombardamenti che erano avvenuti. Gli uffici erano stati collocati nelle gallerie del Monte Titano. Il ragazzino si era accodato ai pensionati per recarsi a comprare, per conto del padre artigiano, delle vernici per il suo lavoro. (…)

Arrivati all’imbocco delle gallerie, aspettava loro una brutta sorpresa: quella squadra di aerei che avevamo visto sorvolare sopra le nostre teste, volando a bassa quota, scaricò, proprio davanti alle gallerie, ai piedi del Titano, bombe a raffica, seminando distruzione e morte. Il gruppo, spaventato come tante altre persone, si disperse scappando in direzioni diverse. Silvio sfuggì dalla vista degli anziani tantoché alla fine del bombardamento non fu ritrovato. (…)

Il giorno dopo il fatto gli zii materni andarono a San Marino e trovarono il cadavere in una camera mortuaria: c’era solo lui, con accanto quello che era rimasto dei suoi abiti, squarciati dalle schegge delle bombe. Infilarono il corpicino in un sacco e tornarono al paese con quel che restava del fanciullo pieno di allegria che si stava affacciando alle stagioni della vita con la spensieratezza tipica della sua età. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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