A leggere quanto scrive Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino a proposito del memoriale di Salvatore Vargiu, ‘Atto K‘, l’ex carabiniere, come è forse uso fra chi svolge le attività di investigazione, andava annotando informazioni non solo sui vigilati (esempio Roberto
Rastelli) indicati dal committente (Marco
Bianchini), ma anche sulle attività del committente stesso.
Fra le attività di Bianchini attenzionate da Vargiu ci sarebbero addirittura le operazioni finanziarie della Fingestus.
Conti cifrati e i soldi nei sacchi di tela.
Un turco, un etiope e un siriano, il cui nome rimanda a indagini internazionali sul terrorismo islamico.
Secondo l’atto K, Fingestus era un “buco nero” attorno alla quale giravano sospette movimentazioni di denaro a sei zeri: il memoriale fa un lista, con tanto di nomi, cognomi e residenze, dei principali intestatari dei conti cifrati.
Tra questi, oltre i tre orientali, figura anche un rapporto finanziario con una società sarda: «Un soggetto – si legge nella scheda relativa al correntista sardo – si presentava con un autocarro Citroen Berlingo e parcheggiato nel garage sotterraneo di Fingestus, scaricava un sacco di juta con svariati milioni».
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Leggi l’ordinanza a firma del Gip di Rimini dott.ssa Fiorella Casadei